Grillo

Buona strada, Strunzy

Oggi, cari 25 lettori, permettetemi di ringraziare i miei familiari e nella fattispecie le mie figlie, che mi hanno concesso il privilegio di conoscere Strunzy.

Strunzy era un grillo dalle dimensioni ragguardevoli che durante le ore notturne acquisiva una grande voglia di cantare. Deve essere entrato da una finestra incautamente lasciata aperta dalle mie figlie che io ho chiuso solo più tardi.

Da qui si è posizionato sul mio comodino, dove ha cominciato a cantare. Alle tre in punto. Che burlone che era Strunzy, ci mancherà tanto.

Quando ho visto l’ora puntuale, ho pensato a una sveglia puntata male: certo che per programmare una sveglia perché suoni alle tre del mattino devi essere davvero molto distratto. Ma non c’erano sveglie a cui attribuire la colpa. Allora ho pensato a qualcuno in strada: ma nessun antifurto fa un suono paragonabile a quello che produceva Strunzy. Come se qualcuno facesse scattare un interruttore, come un contenitore che si apre e si richiude a tempo.

Ci siamo divertiti, io e lui. Lui che fingeva di essere sparito, per poi ricominciare a cantare appena io riprendevo sonno. Che mattacchione!

Io che cercavo di farlo uscire mentre lui gironzolava tra l’armadio e la scrivania. Purtroppo la nostra amicizia è finita verso le 4 e un quarto, 4 e mezza, per colpa della mia ciabatta che l’ha disintegrato con un colpo secco e ben assestato.

Buona strada Strunzy, adesso sveglia gli angeli del Cielo.