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La prova costume del giovane papà

Quando arrivi a toglierti il cinturino prima di pesarti, vuol dire che la situazione è proprio critica. L’estate si avvicina e con essa la terribile prova costume. Che se fosse un costume di carnevale, uno di quei Pierrot che potrebbe indossare anche una balena, non sarebbe nemmeno tanto male. Ma no, il costume estivo è impietoso, e per gli uomini non c’è neanche la via di fuga di costume intero e pareo.
Ho semplicemente deciso che per me il problema non si pone, perché io non sono più un uomo, io sono un padre.

Io non arriverò in spiaggia a mostrarmi, io barcollerò sepolto tra ombrelloni, sedie, giocattoli e cambi. Io non passeggerò sul bagnasciuga, io rincorrerò piccoli esserini che ho contributo a mettere al mondo. Io non risolverò i quiz della settimana enigmistica, ma al limite metterò in ordine le creme pre-sole, sole-sole e post-sole. Io non andrò in vacanza, perché i padri non vanno mai in vacanza.
E soprattutto non farò la prova costume, perché non ne ho il tempo, come non ho il tempo di fare sport, andare in palestra e seguire diete sane, perché porca miseria ci vuole un sacco di tempo per prepararsi uno spuntino sano, e invece il panino con la mortadella riesci a prepararlo anche con una mano impegnata.

Sono un padre, io, non un uomo, e se non ci credete venite a vedere la macchia di latte rigurgitato che mi è apparsa sulla coscia mentre cercavo di mettere insieme questo post.

L’album delle figurine completo

Superata la brizzolata soglia dei 37 anni, il “giovane” papà, per la prima volta in vita sua, si trova di fronte un album delle figurine completato. Quella che trent’anni prima era poco più che un’idea astratta, un oggetto dell’olimpo dei pensieri assoluti come la pace universale o il Taranto in serie A, si materializza davanti ai suoi occhi. Certo non si tratta di una raccolta per la quale sono stati fatti investimenti particolari: mi riferisco infatti all’album di figurine Coop dedicato agli animali e realizzato con il wwf.  Le figurine sono piovute numerose grazie alle quantità industriali di latte, latte in polvere, pannolini e cibarie varie acquistate dalla famigliola nelle settimane di promozione. Ma il risultato non conta, gli album completi di figurine esistono davvero. Da bambino ne avevo sentito parlare in televisione, ma per me, che con la paghetta potevo acquistare un paio di pacchetti alla settimana, e al massimo potevo sperare di aumentare la quantità giocando d’azzardo sui marciapiedi fuori la scuola, rimane lo stupore e l’incredulità.

E mi domando cosa stupirà i nostri bambini, per i quali le figurine arrivano in mazzi da 30, 40, gli album si completano in poche settimane, si possono persino regalare ai compagni di classe in questa malcelata abbondanza. Io le mie figurine doppie  (principalmente dei calciatori, ma provai anche un paio di raccolte legate a serie tv) me le conservavo in un cassetto e di tanto in tanto andavo a sploverarle, conservando anche quelle degli anni precedenti perché non si sa mai. Perché i supermercati non hanno regalato niente, alla mia generazione, e il massimo del divertimento era impilare la buste del latte della centrale di Taranto, che avevano un’assurda forma triangolare.

Certo, anni dopo vennero le raccolte punte del Mulino Bianco, ma un po’ di lavoro per raccogliere e incollare andava fatto. I nostri bambini hanno gli album già pieni senza troppa fatica, e non se se sono davvero più fortunati di noi.

L’albero dei ciucci

Immagine tratta dal sito “http://inalberarsi.wordpress.com/”

Il più famoso è a Copenaghen, ma ce ne sono sparsi un po’ in tutta la Danimarca. Spesso sono dei salici, ma possono essere anche altre specie di alberi: sono gli alberi dei ciucci. Alberi cioè a cui i bambini di tre anni possono appendere il loro ciuccio, accompagnandolo da una letterina di accompagnamento.
Considerando che quando abbiamo provato a togliere il ciuccio a nostra figlia lei, in crisi di astinenza, è andata a succhiarsi quello di plastica del suo bambolotto, capisco bene che trauma possa essere il distacco per un bambino piccolo.

Ce n’è uno anche in Italia, a quanto mi risulta, nel parco acquatico di Oltremare, a Riccione, ma è decisamente più brutto degli originali nordeuropei, è un albero finto in gomma e resina.

Il problema è che secondo me se avessimo un albero dei ciucci nelle nostre città, sparirebbero anche quelli, per riapparire magari su qualche bancarella dopo una rapida sciacquatina. Dite che esagero? Forse, ma tenete presente che gli innamorati hanno cominciato qualche anno fa a dimostrare il loro amore con un lucchetto sul ponte. Non era per mostrare la forza del loro sentimento: era per evitare che se lo fregassero.

Sintesi

Non è per fare pubbicità ma questo è il mio biberon preferito
Non è per fare pubbicità ma questo è il mio biberon preferito

Cacca, latte, pannolino, crema, olio, puzzette, urla, pianti, pupù, borotalco, sospiri, emicrania, merXa, singhiozzo, sonno, ruttino, biberon, feci, polvere, microonde, rigurgito, tutina, puzza di formaggio, succhiotto, deiezioni, moccio.

Orgoglio e stupore.
Per un papà la sintesi è tutto.

Dialoghi di un padre

Immagine tratta da WIkipedia

Di fronte alla statua del Nettuno. “Papà, papà, ma il papà della sirenetta è ciccione nudone!”. Lungo silenzio carico di imbarazzo da parte del padre che si ripropone di scrivere per chiedere al sindaco di rimuovere certe oscenità dal centro di Bologna.

“Papà, papà, quel signore ha gli orecchini come le principesse”. Vano tentativo del padre di cambiare discorso, strada, e magari città, seguito da sorriso del signore con anellini alle orecchie che scioglie la tensione

“Papà, papà. prendimi in braccio!” “Ma le principesse sono grandi e non vanno in braccio” “Sì se hanno male al ginocchio”.

PS. Mia figlia si rifiuta di uscire di casa in mia compagnia senza essersi accertata che io abbia con me la sua spazzola per i capelli. Considerando che io non mi pettino da quando mi sono sposato, da qualcuno avrà preso….

 

Il regime dei folletti di Babbo Natale

Il principio è lo stesso che ha fatto le fortune di regimi totalitari come quello nazista o in tempi più recenti quelli del blocco sovietico. Si tratta di organizzare un stato di polizia dove ogni singolo movimento, ogni atteggiamento, ogni comportamento non in linea con le aspettative del potere viene osservato, spiato e registrato e provoca ineluttabili conseguenze negative sul soggetto non allineato. Non è necessario che questi comportamenti siano poi davvero osservati, l’importante è che ci sia la paura che ciò avvenga.
E i risultati non mancheranno, lo consiglio a tutti i genitori. Per più di un mese abbiamo infatti tratto beneficio da una favola ben organizzata che ci ha garantito che mia figlia si comportasse non dico bene, ma almeno meglio del solito. Il motivo era semplice: i folletti di Babbo Natale, posizionati ovunque, dietro ogni angolo, in ogni stanza, con la capacità di vedere e sentire tutto erano in grado di riferire a Babbo Natale del fatto che lei si stesse comportando male, con un’immediata riduzione, se non azzeramento, del parco regali. Ha funzionato e sono decisamente soddisfatto, devo dire, a tal punto che ho prolungato questa situazione di minaccia terroristica: adesso i folletti di Babbo Natale potranno riprendersi i regali in presenza di comportamenti scorretti (capricci, non ho la pipì e invece c’è, non voglio questa pappa). Bisogna stare attenti a non tirare troppo la corda, certo, e prima o poi qualcuno svelerà il segreto. A quel punto quel qualcuno pagherà le conseguenze del suo agire scellerato verificando direttamente il braccio armato dei folletti di Babbo Natale, cioè il mio.