Archivi categoria: Gnius

Al bando la parola “negro”

La città di New York ha messo al bando la parola “nigger”, negro.
Si tratta di un divieto, votato all’unanimità dal consiglio della città, che più che altro è un atto di indirizzo, dal momento che non ha valore di legge. L’iniziativa ha acquisito vigore dopo uno scellerato intervento di un attore – che ha cominciato la carriera facendo cabaret per le truppe al fronte – un Michael Richards, che è intervenuto in un club di Las Vegas insultanto appunto le persone di colore nero.
L’aspetto più insolito di questa vicenda è che il termine è particolarmente in voga soprattutto tra i giovani di colore, che l’hanno mututata dal rap, dall’hip hop e da comici quali Chris Rock, che ha risposto a chi gli chiedeva un parere che continuerà a parlare come gli pare. Ora, che occorra sempre e comunque condannare il razzismo, è argomento fuori discussione.
Ma si può cancellare una parola per farlo? I rigurgiti proibizionisti dell’America puritana ritornano di tanto in tanto, ma gli effetti sono sempre controproducenti: il fascino delle parolacce sta nel fatto che sono proibite, e metterle al bando le rende solo più eccitanti agli occhi di qualche adolescente frustrato del Queens. Se mettiamo al bando la parola guerra, odio, violenza, stupro, e così via, vedremo forse scomparire questi eventi? Non credo proprio. Al limite si troverebbero nuovi sinonimi: se l’obiettivo del consiglio di New York è quello di arricchire il vocabolario, allora è una buona idea, cerchiamo nuovi modi di insultare le persone di colore…
PS Nigger deriva dal latino niger, nero, diventato negro in spagnolo e portoghese dove vuol dire generalmente nero, mentre all’inglese è arrivato tramite il francese antico negre. E’ un termine che si trova negli scritti di Joseph Conrad, Mark Twain e Charles Dickens, tre gangsta-rap oltraggiosi ante litteram, evidentemente, che il previdente consiglio cittadino metterà al bando…

Faccio la spesa nel reparto benzina

Dopo farmacisti, tassisti e professionisti, è la volta dei benzinai a protestare contro le liberalizzazioni.
La differenza principale, stavolta, è che a protestare è una figura mitologica, un’immagine culturale che nella vita reale si è già estinta. A Statte c’è ancora qualche benzinaio che si avvicina alla macchina, da’ un’occhiata, finge disinteresse e poi chiede "Quanto"? Dopo di che prende la pompa, ti fa il pieno, e se è di buon umore ti pulisce il vetro. Si tratta ormai di personaggi d’altri tempi sempre più difficili da trovare.
Il benzinaio bolognese, per esempio, non ne vuol sapere di sporcarsi le mani morbide di benzina e di prendere freddo là fuori. Se ne sta nel gabbiotto a leggere Quattroruote o Dylan Dog. Sei tu che devi farti il pieno, guardare quant’è, poi andare da lui, scusarti perché hai interrotto la sua lettura e pagare. E magari, se sei proprio sfrontato, chiedere i punti per la raccolta, a bassa voce e vergognandoti un po’. Non è questione di self-service, nelle grandi città ci sono ormai solo self-service, e costano praticamente quanto i vecchi "servito". Allora, se devo fare tutto da me, tanto vale far benzina al supermercato, dove mi fanno lo sconto.
Non solo le liberalizzazioni, cari benzinai, ad uccidere la categoria: siete voi che viete suicidati in quei gabbiotti con le riviste e la radio…

Cambiamenti climatici

Un tornado investe il nord europa e se non fosse stato per le care vecchie Alpi chissà cosa ci sarebbe rimasto della Pianura Padana, in California e Texas nevica, qui a Bologna fino a qualche giorno fa era primavera,in Australia i serpenti vanno in città in cerca di umidità.
C’è stata solo una razza più stupida degli esseri umani in passato ad aver interpretato i cambiamenti climatici con la stessa spocchiosa indifferenza con cui ce ne occupiamo noi, tra un aperitivo e un aereo per Londra: si chiamavano dinosauri, e come sono finiti lo sapete tutti. Spero solo che gli alieni in futuro non analizzino un fossile di un politico.
Ci faremmo tutti una pessima figura.

Negare un premio ad un bambino

Un ragazzino cubano ha vinto un concorso sull’ambiente organizzato dalla Nazioni Unite con una sua composizione.    Il premio, una macchina fotografica Nikon, non gli verrà mai consegnato, perché, pur essendo la multinazionale giapponese, l’oggetto contiene alcuni componenti americani.
E la Nikon non vuole avere problemi con il governo USA. E mai, mai e poi mai la patria della libertà potrà permettere che un piccolo comunista di 13 anni possa usare una macchina fotografica mettendo a rischio la pace e la democrazia. Tutti speriamo in un futuro democratico per Cuba dopo Castro, ma a questo punto ci domandiamo se c’è un futuro democratico per gli Stati Uniti…
Intanto ho deciso che se mai comprerò una reflex non sarà Nikon…

http://www.ecoblog.it/post/2163/premio-ambiente-negato/last

http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o7822

Una tregua natalizia

Tozzi e Masini si lamentano in radio perché non gliela danno, Prodi si presenta in maglione in mezzo a quarantamila trogloditi ipereccitati che gridano per ore “faccela vedè faccela toccà” alle veline stressate e si battono furiosamente per l’adesivo di una moto e si stupisce che lo contestino, De Sica e Boldi litigano e invece di prendersi un meritato periodo di riposo (una ventina d’anni, diciamo) raddoppiano i “filmoni” natalizi, Moggi fa il commentatore televisivo al processo di Biscardi scherzando come se niente fosse…

OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHH!

Almeno a Natale potremmo ottenere una tregua dell’idiozia, un coprifuoco delle caxxate?
A gennaio ricominciamo, ma adesso, abbiate pietà, prendetevi una pausa…

A me sembra una cassata

Immaginate di essere un ingegnere: progettate una palazzina, comprate i materiali, istruite la ditta edilizia, seguite il cantiere, e dopo mesi, forse anni di lavoro arriva una ruspa con una scritta stampata e ve la butta giù, perchè il campanello rosso stona con il tappetino.
Oppure immedesimatevi in un medico che ricorre ad una complicata operazione di chirurgia per salvare un paziente, lo cura con tutte le sue forze, riesce a rianimarlo, poi ad un certo punto arriva un tizio con una scritta sul camice, osserva la sala, si accorge che gli avete dato un aspirina effevervescente anziché una da ingoiare, vi ordina di sospendere la cura e ammazza il povero paziente.
Ancora, non so, fate finta ti essere un insegnante che guida con passione la sua classe di liceo, trasmette loro l’amore per la cultura e la voglia di sapere, arriva a presentarli all’esame di stato, dopo di che una commissione – tutti con una scritta sulla giacca – decide di non ammettere nessuno all’esame bocciandoli perché una mattina di tre anni prima, nel fare lezione, avete dedicato tre ore ai presocratici anziché due, come previsto dal programma.
Vi sembra folle? Allora completiamo dicendo che la scritta che i tizi della finzione riportano è “Cassazione”, e allora vi renderete conto di come devono sentirsi magistrati, procuratori, ma anche assistenti, poliziotti, carabinieri, segretari, e in fin dei conti tutti i contribuenti quando la corte decide di “cassare”…