Non mi occupo quasi mai di pettegolezzi riguardo ai cosiddetti vip, quelli che oggi si chiamano gossip, a meno che non mi diano lo spunto per qualche osservazione. Oggi lo spunto c’è: mi chiedo infatti se ci siano gli estremi per arrestare ed espellere dal paese il marito fedifrago di Sabrina Ferilli, non so, per alto tradimento alla patria. La Sabrina è un’opera d’arte nazionale e offenderla significa offendere il sentimeno patriottico. Siamo in milioni, in questi giorni, a porci la stessa domanda: ma come si fa a tradire la Ferilli? Già il tradimento è una cosa di per sè disdicevole; ma se pensiamo a scene da “Divorzio all’italiana”, a matrimoni di interesse, a megere abbruttite, a donne irascibili e suocere coercitive, riusciamo anche non dico a giustificare, ma almeno a comprendere i mariti – e le mogli, il discorso è identico – che cascano nella scappatella. Ma il marito della Ferilli? Trovatemi una sola ragione che giustifichi quest’atto. Cosa si può trovare in un’altra donna che la Ferilli non abbia già in abbondanza? Sono esterrefatto. Già il marito stava antipatico a milioni di italiani invidiosi, anche perché ci aspettavamo che la Ferilli sposasse un adone prestante alto due metri con tre lauree, una cultura enciclopedica e miliardi a palate, una specie di Thor invincibile, e invece il tipo non sembra corrispondere. Poi addirittura si permette un’uscita così. Boh. Ripeto, il gossip non mi piace, mi sembra una violazione della privacy e non mi ci trovo a mio agio, per cui la faccio finita qui. Magari è tutto falso, è una trovata pubblicitaria, un fotomontaggio. Magari è una crisi passeggera che mi auguro si risolva presto. Ma se è vero, o il tizio ci spiega che l’ha tradita con Wonder Woman (ma allora vogliamo le prove, le foto dell’aereo invisibile come minimo) oppure è meglio che non cerchi la nostra comprensione.
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Women like to scroccare
Secondo il dottor Peter Sozou, dell’University College London, il modo migliore per conquistare le donne è invitarle fuori. Ci sarebbe addirittura una formula matematica, basata probabilmente sul numero di due di picche beccati dai ricercatori inglesi negli ultimi anni, che lo dimostra. Pare inoltre – ma chi cavolo finanzia queste ricerche? – che alle donne non piacciano i doni a buon mercato. La ricerca pubblicata dal “prestigioso” Proceedings of the Royal Society of London B (la società reale di serie b? mah…) conclude laconicamente: invitatele fuori. Se dicono di no, non avete perso niente. Invece se le fate un regalo se lo tengono anche se non le interessate loro. Sagace. La ricerca non specifica come comportarsi con quelle donne truffaldine che accettano l’invito, mangiano e bevono a sbafo, si fanno portare a teatro in discoteca e poi, come dire, non ricambiano in nessun modo. Attendiamo fiduciosi che un nuovo studio chiarisca questi punti oscuri.
No Vasco, io non ci casco
Quando il primo uomo provò ad armeggiare con una pietra levigandone gli angoli per farla scorrere meglio, probabilmente un altro disse che era tutto inutile e che le pietre sarebbero rimaste sempre uguali, un altro si lamentò perché non era stato coinvolto nel progetto, un altro ancora affermò che avrebbe dato volentieri una mano ma aveva da fare. Chiunque si sia impegnato almeno una volta ad organizzare qualcosa, sia una serata in pizzeria o un torneo parrocchiale, sa quanto è difficile e soprattutto quanti sono i chiacchieroni pronti a sparlare senza muovere un dito. Per questa ragione oggi mi sento di schierarmi con Bob Geldof, con la sua ostinazione, il suo coraggio. Si chiacchieri pure di diritti, coinvolgimenti, ritardi, improvvisazione: se per un giorno tutto il mondo ricco si è per un attimo fermato a parlare dell’Africa, il merito è di questo signore irlandese. Poi resta l’emozione di rivedere i Pink Floyd insieme, la gioia di chi ha potuto vivere quel momento dal vero, il dispiacere di aver perso alcuni momenti che – mi dicono – indimenticabili del concerto italiano a causa della contemporaneità televisiva (e ahimè non li rivedremo, i cantanti non hanno ceduto i diritti). Gli assenti hanno sempre torto: anche quel Vasco Rossi sicuramente indiscutibile come artista ma che come uomo ha dimostrato una volta di più di essere più bravo a predicare che a fare. Non ci sono scuse, Vasco. Spero solo che tu ad Ancona abbiamo incassato abbastanza quattrini da giustificare una figuraccia così.
Una bufala titanica?
A maggio è apparsa una campagna pubblicitaria piuttosto massiccia che ha coinvolto molte riviste del gruppo Mondadori (Focus, Jack, Panorama, Donna Moderna) con un offerta piuttosto allettante: a soli 79 euro (88 con le spese postali) si aveva diritto ad un pacchetto di 10 dvd più un lettore portatile omaggio. L’offerta è ancora valida e visibile sul sito www.titanofilms.com, ma prima che ci andiate vi anticipo che non c’è nessun lettore dvd, almeno per ora. A dire il vero già dopo una lettura del regolamento sul sito si intuiva che qualcosa non quadrava: si parlava infatti della possibilità, da parte della Titano Films Srl, di sostituire l’omaggio con un altro del valore equivalente di 43 euro. Anticipo subito che ho aderito all’iniziativa, principalmente perché mi interessava il cofanetto “Evergreen” indipendentemente dal premio, certo appetitoso, ma non indispensabile. Dopo circa un mese dall’invio dell’ordine ho ricevuto sì i dvd, di ottima qualità tecnica e in versioni rimasterizzate (si tratta nel caso del cofanetto da me scelto di film d’annata), ma al posto del lettore ho trovato…Una bottiglia di spumante. Proprio così. E come me praticamente la totalità degli acquirenti, come potete notare da questo blog: http://www.ictblog.it/index.php?/archives/203-La-Titano-Films-regala-un-lettore-DVD-portatile-con-schermo.html
oppure cercando “Titano Films” nei gruppi di discussione. Allora? La versione ufficiale della società è che la domanda ha superato le attese e li ha colti impreparati. Hanno inviato una bottiglia per scusarsi, e invieranno presto il lettore. Come scusa è molto debole: non si lancia una campagna pubblicitaria da decine, forse centinaia di migliaia di euro come la loro, senza prevedere un riscontro ottimo. E poi, se la loro versione fosse vera, qualcuno dovrebbe aver ricevuto il lettore: invece pare proprio che tutti quanti abbiano ricevuto la bottiglia. Un altro indizio a sfavore della società riguarda proprio la bottiglia: di fronte alla valanga di richieste,infatti, non hanno recuperato i lettori, ma sono stati pronti a inviare lo spumantino con tanto di pacchetto predisposto: non è un’attività che si improvvisa da un giorno all’altro, obiettivamente. Sarebbe stato facile immaginare dei ritardi, forse una lettera di scuse, non uno spumante.
E allora? Allora, ricapitoliamo.
?Il cofanetto dei dvd ha un valore di circa 40/50 euro all’ingrosso, comprandone enormi quantitativi la TItano li avrà pagati molto meno. Lo spumante varrà 3, 4 euro. Quindi, chi come me ha comprato il pacco soprattutto per i dvd, non può lamentarsi troppo, si tratta comunque di una transazione onesta, visto che nella grande distribuzione uno di quei dvd può costare comunque intorno ai 9/10 euro. Ma c’è davvero, per la Titano, margine sufficiente per regalare un lettore che, per quanto cinese e per quanto non di marca, all’ingrosso non può costare meno di 30, 40 euro? A questo punto le ipotesi sono quattro.
La prima, è quella dichiarata dall’azienda, che presenta però parecchi punti oscuri.
La seconda è quella cattiva: la Titano si dall’inizio sapeva di non avere i dvd, e ha regalato la bottiglia solo per fare peso: altrimenti la gente avrebbe rifiutato il pacco, perché troppo leggero. I nostri scompariranno presto in qualche isola caraibica con i soldi dell’affare, e ciao ciao lettori dvd. Anche questa ipotesi lascia dei dubbi. Se proprio si voleva fare peso truffando, tanto valeva spedire una scatola di cartone, senza neanche i dvd. Certo, avrebbero avuto subito le denunce e la polizia addosso, e quindi non avrebbero potuto smaltire tutte le copie. L’ipotesi è suggestiva, ma tuttavia non ci credo: chi vuole truffare ha degli strumenti migliori per farlo, e poi, perché accettare il contrassegno? Se avessero davvero voluto truffare, avrebbero potuto accettare solo pagamento in anticipo: inveve così molti stanno rifiutando i pacchi, sapendo qual è il contenuto.
La terza ipotesi è la furbata: i nostri lettori dvd non ne hanno, non ne avranno mai, e infatti hanno inserito quella clausola furba nel contratto. Hanno spedito lo spumante per mantenere viva l’attesa, e intanto (e questo è gravissimo) continuano a offire la merce sul loro sito: c’è solo una finestra di pop-up, che com’è noto la maggior parte dei browser non apre, a segnalare i ritardi nella spedizione dei lettori, che continuano a campeggiare in homepage. Per non finire in galera, fra sei mesi (questo è il tempo che hanno per spedire l’omaggio) spediranno a tutti una binocolo che vede attraverso le pareti, una crema per il petto villoso, un profumo che fa impazzire le donne o le mitiche scimmie di mare, affermando che tale omaggio vale 43 euro. E la furbata sarà servita su piatto d’argento.
E la quarta ipotesi? E’ vero, ce n’è una quarta, la più inverosimile, ma chissà. Quelli della Titano hanno davvero messo le mani su una partita di lettori cinesi a basso prezzo. Poi però hanno considerato il contesto di furbi, quando non ladri, che caratterizza l’Italia. Secondo la legge sul diritto di recesso, infatti, se rifiuto la merce posso rispedirla indietro enntro dieci giorni, ottenere il rimborso, e tenermi l’omaggio. Decine, centinaia, forse migliaia di italiani avrebbero allora aderito all’offerta, si sarebbero tenuti il lettore e avrebbero spedito indietro i dvd per farsi rimborsare. Risultato, avrebbero ottenuto un lettore gratis. Non solo, probabilmente c”era chi già pensava di rivenderli clandestinamente: su ebay – verificate pure – c’era già dopo pochi giorni chi rivendeva il lettore della Titano a 150 euro. Costoro avrebbero potuto ordinare centinaia di lettori, rispedire indietro i dvd, rivendere i lettori. Squallido? Sì. Vergognoso? Sì. Italiano? Molto. Legale? Non lo so. Allora quelli della Titano hanno spedito solo i dvd: gli onesti, che pagano e aspettano, riceveranno il lettore, quando non potranno più rispedire indietro la merce. Gli altri venderanno altra aria fritta su Ebay. Chissà. Fra qualche mese vi racconterò com’è finita.
Il teppismo non ? di sinistra
Ci sono parecchi aspetti del primo anno di amministrazione Cofferati che mi hanno lasciato perplesso: un atteggiamento un po’ troppo centralizzatore, la scelta dei collaboratori che talvolta sa un po’ di lottizzazione, una certa incapacità ad adattarsi al ruolo di mediazione che deve avere una pubblica amministrazione. Ma stavolta sono d’accordo con il sindaco, che ha impedito alla Street Parade di attraversare il centro storico. Una street parade molto meno popolata rispetto agli anni scorsi, battezzata tra la l’altro da un’acquazzone improvviso. Mi dispiace, ma su questi aspetti sono intransigente, gli amici alternativi mi definiscano pure intollerrante. Ma perché essere di sinistra deve significare tollerare decine di migliaia di sfilanti (fin qui, tutto bene) che fanno un baccano infernale per oltre le soglie dei limiti dell’inquinamento acustico (fin qui, passi) ubriachi (e vabbé chiudiamo un occhio) pisciando dove capita e imbrattando i muri con lo spray (così è troppo)? Cosa c’entra tutto questo con i valori di solidarietà, di difesa dei più deboli, di distribuzione equa delle ricchezze e di giustizia che dovrebbero caratterizzare (almeno per me) una persona di sinistra? Il problema non è il traffico, il problema è il disprezzo dell’altro che sembra contraddistinguere queste manifestazioni-.Lo street rave è violento, prepotente, sprezzante, volgare, squadrista. Se ci fosse ancora Pasolini, credo si schiererebbe con i proletari che si vedono rovinare la casa, contro i borghesi figli di papà che giocano a fare i punk ma hanno il portafoglio carico per comprarsi anfetamine.
Il grande comunicatore
Ormai l’avrete letto già tutti, il nostro presidente del consiglio si è vantato come al solito per meriti che è difficile provare siano suoi (d’altronde è stato lui a mettere pace tra Bush e Putin, ha suggerito la formazione del Milan tutte le volte che i rossoneri hanno vinto ed è stato l’unico artefice dell’arrivo dell’estate). Ma stavolta ha di nuovo superato il labile confine che nel suo modo di fare separa un’amabile chiacchierata all’alba tra compagni di bevute e un incontro diplomatico: ha raccontato di aver fatto il playboy con il presidente finlandese per permettere all’italia di conquistare la sede dell’agenzia alimentare. Ora, personalmente credo che se fosse stato per le sue doti amatorie credo che non solo avremmo perso l’agenzia ma probabilmente da Bruxelles avrebbero ordinato di trasferire ad Helsinki anche Colosseo, Rai e Dolomiti (ricordate? fu lui a suggerire pubblicamente a sua moglie di frequentare Rasmussen, premier danese, molto più bello a suo dire di Cacciari che si mormorava intimo amico della signora Berlusconi). Ma il punto è: perché? Perché insiste? Non voglio giudicare il suo agire politico od economico perchè non avrei le competenze per farlo, ma qualcosa di media l’ho studiata: vogliamo continuare davvero a chiamarlo Grande Comunicatore? Si dirà, citando un vecchio motto: l’importante è che se ne parli. Si però il problema è che l’Europa, il mondo intero, non ne sta parlando: ne sta ridendo. E questo fa male al mady in Italy molto più delle borse cinesi di gomma.
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Immagine tratta dall’Espresso Online