L’altro giorno ho trovato una chiamata non risposta sul mio cellulare. Un numero fisso, non identificato. Incuriosito, sono risalito al chiamante, che con mia somma delusione non era un produttore cinematografico che voleva i diritti di Bello dentro nè un editore che voleva tradurlo in ugro-finnico. Era il dentista. Lo fa ogni dieci mesi circa, per ricordarmi la pulizia dentale. Ho cercato ogni scusa con la mia coscienza per giustificare la scelta di non richiamarlo. Odio dover pagare profutamente una dolorosa tortura, infatti non mi piacciono neanche lo sci e il ciclismo. Oggi ho trovato finalmente un’ottima ragione: i giornali riportano che gli italiani non vanno più dal dentista per risparmiare. Eureka! Ecco perché non ci vado. Per risparmiare! Sono parsimonioso, io. Sai quanti dvd mi compro con i soldi di una parcella del dentista?
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I commercianti protestano contro il rispetto della legge
Arriva Sirio. Tranquilli, non è la stella che ci sta venendo addosso, anche perché non avremmo brusuilli e benafflecchi pronti a salvarci per deviarla. Sta arrivando il sistema di telecamere che controllerà l’accesso del traffico a Bologna, attivato dopo sette anni circa di attesa. I comitati si preparano a festeggiarlo.Il sistema è semplice: c’è una legge che prevede che solo i cittadini con determinati requisiti (residenti, ecc.) possano entrare in centro. Adesso delle telecamere registreranno chi non la rispetta. Come spesso accade in Italia, la legge è all’avanguardia, ma nessuno ha mai fatto troppo per verificarne l’applicazione, in particolare la vecchia amministrazione, a cui un po’ di puzzo di gas di scarico metteva buon umore. Adesso che finalmente le telecamere multeranno i soliti furbi, alcuni commercianti annunciano serrate e proteste. Non contro la legge, che è giusta: contro la sua applicazione. Il principio è lo stesso delle donne dei malavitosi che protestano contro la polizia: lì si parla di mezzogiorno degradato, medievale e barbaro. E qui, nella città in cui la prima causa per morte per i cittadini oltre i 30 anni è l’inquinamento, in che anno siamo? Rinascimento?
La protesta contro lo smog a Bologna, tratta da http://www.turistipercaso.it/noi/tamtam/testo.asp?ID=6
L’importante nodo ferroviario
Se siete a Milano e dovete andare a Roma, un consiglio: passate da Genova. Se siete a Rimini e volete andare a Firenze, fate un salto a Cesena. Non sono proposte turistiche, ma le informazioni che i servizi del traffico davano oggi agli automobilisti: per la terza volta in un anno un autobotte carica di gpl ha fatto bum, per fortuna senza vittime, e ha mandato in tilt autostrade, tangenziale, mobilità in genere. Una volta si diceva di Bologna che era un importante nodo ferroviario: definizione un po’ buffa, sicuramente limitativa, ma vera. Oggi della città si può dire che è un importante nodo autostradale, che spesso però si attorciglia. Ve l’immaginate la scena? Un tir carico di lamiere che ne tampona uno carico di GPL, che esplode. Uno scenario da filmaccio americano, peccato che non siamo ad Hollywood, vabbé il caso e la sfortuna, ma tre in un anno sono troppi, non è il caso di prendere provvedimenti? Quanti migliaia di punti bisognerebbe togliere all’autista di un tir carico di lamiere che finisce addosso ad uno carico di GPL? E quante migliaia bisognerebbe toglierne a quelle aziende che sanno che gli autisti dormono cinque ore e poi ripartono ma fa finta di niente per ottimizzare i costi? E quanti miliardi dovremmo togliercene noi, che continuiamo a prendere la macchina anche se sappiamo che ci sono camion potenzialmente esplosivi in giro?
I lupi mannari sotto il letto
Oggi è la giornata del risparmio energetico. Non fate quelle facce da “che possiamo fare noi, sono le industrie che consumano”!Potete, potete eccome. Via ai bollitori elettrici, ai forni elettrici e peggio ancora gli scaldabagni elettrici (giammai!). Mettete la pentola sul fornello più piccolo, se il fornello è più grande riscalda solo l’aria intorno. Spegnete i riscaladamenti se uscite, e se vivete in condominio con il riscaldamento centralizzato, provate a convincere la giovane vicina rampante che a febbraio in casa non si sta in casa in cannottiera e tanga tanto c’è il riscaldamento tutto il giorno. Tappate le fessure delle finestre, spegnete le luci quando uscite dalle stanze, sbrinate il frigorifero ogni tanto e soprattutto NON SPEGNETE IL TELEVISORE DAL TELECOMANDO! QUello è il tasto di stand-by, il televisore di fatto resta acceso, per spegnerlo dovete alzarvi (un po0 di moto vi farà solo bene) e spegnerlo dall’interruttore generale. E non lasciate attaccato alla presa il carica batteria cellulare, altrimenti continuerà a caricare il nulla. Spegnete le luci inutili. Anche la lucetta da notte in fondo alla camera da letta. Suvvia. Non ci sono lupi mannari sotto il letto. E se ci sono, non sarà certo una lucetta a salvarvi.
British tales
Gli inglesi – pardon: i britannici – non sembrano particolarmente interessati alla notizia dell’eterno principe che si risposa con Camilla. Tutto sommato è una cosa che risulta ovvia a tutti, poi, diciamoci la verità, Qui se resemble s’assemble, i due sono una bella coppia proprio nella loro ostentata bruttezza. Chi non pensò – siate sinceri – quando Carlo sposò Diana che lei era troppo bella e troppo giovane per lui? Chi non si chiese come mai quella fanciulla bella, elegante, intelligente si fosse innamorata di un uomo non proprio aitante ma di buona, buonissima famiglia? Allora si poteva insinuare. Oggi no, cavolo, se Carlo vuole stare con Camilla non può che essere per amore, non vedo altre spiegazioni. E allora che si sposino e siano felici, questi due nonnetti, anche perché ormai figli non ne possono certo avere, e questa è la buona notizia per i sudditi reali. Che però hanno altro a cui pensare: non solo seguire le vicissitudini più interessanti dei coniugi Beckham (e come dargli torto, nell’era dell’immagine) quanto picchiarsi e accoltellarsi a mezzanotte per l’apertura di un nuovo negozio Ikea dove – si dice – facciano degli sconti eccezionali sulle lampade da tavolo. Saperlo prima prendevo un areo low-cost e ci facevo un salto…
Condoniamo la polvere
C’è una direttiva europea che dice pressapoco che dopo 35 giorni di smog in un anno bisogna fare qualcosa per impedire che la gente marcisca affumicata. Mi sembra ragionevole. Siamo a febbraio e già tutto il nord Italia ha superato la soglia o ci va vicino, e chiunque abbia dato anche solo una volta una spolverata al davanzale della finestra ha un’idea chiara di ciò che respiriamo. I miei polmoni hanno chiesto asilo politico all’intestino che per il momento ha rifiutato, ma non so se reggerà. Ebbene, ancora una volta gli alfieri nazionali che ci illuminano dall’alto dei loro ministeri hanno trovato una risposta rassicurante: faranno un decreto legge per vanificare la direttiva europea, oppure, se proprio va male, si possono rivedere i margini di errore nel rilevamento del livello di polveri sottili nell’atmosfera. In sostanza si tratta di manomettere, armati di cacciavite e giungomma, i rilevatori di smog, per evitare che indichino il superamento del limite. Dunque è vero che oggi in Italia non si può più fare satira in Italia: semplicemente perché la satira è al potere, e fa parecchio ridere.