In questi giorni Repubblica ha lanciato una raccolta di firme per ritirare la maglia di Scirea. Sono contrario. Non perché Scirea non lo meriti: credo sia stato un campione straordinario e un uomo eccezionale, un autentico monumento di carattere e dignità rispetto agli omunculi che belano sui campi di gioco oggi. Però sono contrario al ritiro perché è una americanata, una trovata figlia del marketing da gadget plasticone che non dovrebbe appartenerci. Io rivoglio i numeri dei giocatori dall’1 all 11, voglio l’ala destra col 7, il terzino sinistro con il 3 e il trequartista di qualità con il 10. Non voglio più vedere mostruosi 56 o 79 sulle spalle dei calciatori. Chi ama il calcio si ricorderà comunque del 10 di Maradona, del 9 di Paolo Rossi e del 6 di Scirea, non c’è bisogno di ritirarli, impedendo a ragazzi giovani di provare l’emozione di indossare la maglia che appartenne ad un fuoriclasse. Altrimenti dovremmo ritirare anche le bandane di Agassi, la Ferrari numero uno di Schumacher, e forse anche la Vespa di Moretti, la bombetta di Chaplin e gli occhiali dei Blues Brothers. Ritiriamo tutto. Ritiriamoci anche noi e mettiamo in vendita dei cloni di plastica: chissà che non se ne ricavi qualcosa.
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Tre miliardi. Del vecchio conio? No, nostri
Quante monete ci vogliono per fare un milione e mezzo di euro? Tante, non riesco a immaginarle, sono quasi tre miliardi di lire. Sono quelle che la Rai dovrà pagare a Santoro e al suo gruppo di lavoro come risarcimento danni per l’allontanamento dalla televisione sancito qualche anno fa dal famoso editto bulgaro. E se ci aggiungiamo le spese legali, gli interessi, gli stipendi arretrati, la spesa per il cda diventa importante. Senza contare che la sentenza prevede anche che Santoro venga reintegrato, ma questo non è un problema: gli proporanno la conduzione del meteo sul satellite con un giornalista di destra che contesta le sue previsioni per par condicio.
Lo ha stabilito il Tribunale del Lavoro di Roma, senza dubbio un coacervo di comunisti assetati di terrore. E a proposito di comunisti: il 27 gennaio ai aprirono le porte di Aushwitz e il mondo ebbe sotto gli occhi a quali livelli di depravazione e abbruttimento possa portare la malvagità umana.
Giusto ricordarlo.
Giusto ricordare, come fa l’attore Ascanio Celestini, anche che ad aprire quelle porte fu l’esercito russo, ciò che sopravvisse all’immane tragedia di Stalingrado. Ancora loro, mannaggia alla miseria. I comunisti…
Gli ufo a Segrate
Sono tornati gli ufo: pare siano stati avvistati a Segrate. La notizia porta a due rassicuranti conclusioni. La prima è che questi ufo devono essere davvero dei balordi, se anziché fermarsi a guardare, che so, Firenze o Roma (ma anche Parigi o New York, tanto per non essere dei provinciali) si fermano a guardare Segrate. Magari spiavano i segreti delle multinazionali, magari si sono fatti beccare imbambolati proprio perché rimasti agghiacciati (non me ne vogliano gli abitanti di Segrate, ma oltre certi limiti la bruttezza è oggettiva). O forse, dopo aver visto Segrate, hanno deciso di conquistare un altro pianeta, o di tornare quando ci saremo evoluti. La seconda conclusione è ancora più rassicurante. Gli ufo avvistati viaggiavano su dischi sferici, metallici, sembravano galleggiare in aria, sono scomparsi dopo poco. Esattamente la stessa scena che veniva descritta cinquanta, sessanta anni fa. Niente panico, dunque: gli extraterrestri esistono, ma se non riescono ad aggiornare i loro modelli di trasporto, evidentemente sono più in crisi di noi.
Dura lex sed lex
Il diritto di esprimere il proprio pensiero, e quindi di scioperare, manifestare, dimostrare in piazza è uno dei capisaldi delle moderne democrazie. In Arabia Saudita una quindicina di persone sono state condannate a pene da uno a sei mesi di reclusione oltre che ad un numero di frustrate “rieducative” variabili da 100 a 250 per aver manifestato contro la monarchia.
Qualcuno dirà: poche chiacchiere, succede anche in Italia, non pubblicamente ma nelle caserme, non con le frustrate ma con il manganello. Sarà, però alcuni esportatori della democrazia, che hanno fatto il tifo per la guerra in Iraq giustificandola come un’esportazione di democrazia, dovrebbero spiegarmi perché contro l’Arabia quasi nessuno alza mai la voce. 38 attentatori delle torri gemelle erano arabi, due iracheni. Hanno attaccato l’Iraq. Gli iracheni erano i due più brutti.
Collaudatore cercasi
Ci sono mestieri obiettivamente più faticosi di altri. Possiamo lamentarci quanto vogliamo della monotonia del lavoro d’ufficio, dei danni del computer (senza videogiochi installati), della sedentarietà, ma non scherziamo, lavorare nei campi o guidare tir è ben più stressante, anche se forse – ve lo concedo – si guadagna di più. E poi ci sono quei lavori oggettivamente pericolosi, e non pensate subito ai trapezisti, agli stuntman o ai piloti di formula uno. Pensate agli operai del settore siderurgico o chimico, per esempio. Infine ci sono mestieri difficili, ingrati, pericolosi, e che per giunta fanno sorridere solo a pensarci: pensate a quei disgraziati (è una professione, giuro) che devono porre i segnali provvisori in autostrada (segnalazioni luminose, triangoli, eccetera) quando ci sono incidenti; a quelli che per quattro lire testano il pillolo; oppure ai collaudatori. Pensate al signor Angelo Picotto, che ieri è salito sul suo camion carico di ghiaia per collaudare il ponte di Tramonti di Sopra (già ribatezzato Tremonti di Sopra, visto il fallimento e il buco causato), lavoro facile facile, quando, ops, bum sbarabum, il ponte è crollato docilmente ed si è sbriciolato nel nulla. Bel mestiere, quello del signor Picotto, che per fortuna se l’è cavata senza gravi danni.
Ragazzi, cercate lavoro? Fatevi sotto. Sono già aperte le selezioni per il collaudo del ponte sullo stretto: buona paga, lavoro facile, assicurazione esclusa.
Sim nata v?t iultm
Taranto, Messina, Enna. Ecco le ultime tre città nella classifica stilata da Italia Oggi per valutare la qualità della vita nelle province italiane. In testa svettano Treviso, Mantova e Trento. La mia città d’origine, dunque, è 101esima e terz’ultima, mentre Bologna, mia città adottiva, sconta cinque anni di macelleria amministrativa e perde 9 posizioni, piazzandosi 14esima.
Che dire? I numeri delle statistiche di solito sono freddi, poco chiari, poco significanti: stavolta però il messaggio è chiaro. Se tanti, tantissimi tarantini (e pugliesi, e siciliani, e calabresi) vivono a Bologna, un motivo ci sarà. E non venite a dirci adesso che è per colpa nostra se ha perso 9 posti! La colpa è degli immigrati, no? Nella scala degli obiettivi xenofobi, se permettete, noi terroni stiamo un gradino più in alto