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Un monumento alla scimmia

Critichiamo spesso i cinesi con ragioni anche valide perché tendono a confondere il lavoro dipendente con la schiavitù, copiano tutto e poi lo rifanno più scadente, friggono troppo gli involtini primavera. Però stavolta voglio fare loro un complimento, perché l’Accademia delle scienze cinese ha deciso di innalzare un momento alle cavie da laboratorio. Un monumento per le migliaia, milioni di vittime (topolini, porcellini d’india, conigli, scimmie, orsi, e chissa chi altro ancora) che spesso tra atroci sofferenze perdono la vita per i nostri esperimenti scientifici. Tollerabili a denti stretti se permettono di curare malattie gravi, assolutamente incomprensibili quanto si tratta di cosmetici, alimentari, detergenti. A parte il fatto che non riesco a immaginare la forma che avrà questo monumento (e spero sinceramente sia simbolica) devo dire che mi sembra un atto di civiltà che dovremmo imitare. Un bel monumento al topo, o all’orango. L’importante è che ci sia una scritta evidente e resistente, affinché fra qualche millennio d’anni qualche scienziato non lo intepreti come il monumento a qualcuno dei nostri governanti…

Gli esami non finiscono mai?

La notizia del giorno è che è ufficialmente stato abolito l’esame di scuola elementare. I giovani studenti, brillanti cervelli pronti alla fuga o somaroni recidivi e inconcludenti, passeranno tutti alla scuola media, o secondaria, o di mezzo, non so più come si chiama quella roba lì. Bello. Per i più incapaci, quelli che in quinta non sanno ancora leggere Tv Sorrisi e Canzoni e non riescono a fare un bel riassunto delle fiction di Canale 5, la Letizia sta progettando un condono scolastico: si dichiara la propria ignoranza, si paga una multarella e via andare. Nell’ottica dell’imprenditorialità sempre più spinta, la ministrona arriverà finalmente ad abolire del tutto gli insegnanti, patetici simboli dell’interventismo statalista, sostituendoli con delle gare d’appalto, in cui i piccoli imprenditori decidano cosa imparare in completa autonomia, con l’ausilio magari di qualche videocassetta.
E per i somari, niente paura: l’esame non c’è più.

Odio i luned

Uno studio internazionale condotto su 592 pazienti presentato convegno internazionale di aritmologia (non sapevo che esistesse la scienza che studia le aritmie, cioè i battiti del cuore irregolari) ha dimostrato che il giorno peggiore per il nostro cuore è il lunedì. Lo sospettavo (Manic Monday, uooohoho: ve la ricordate?


Six o’clock already
I was just in the middle of a dream
I was kissin’ Valentino
By a crystal blue Italian stream
But I can’t be late
‘Cause then I guess I just won’t get paid
These are the days
When you wish your bed was already made
It’s just another manic Monday
I wish it was Sunday
‘Cause that’s my funday
My I don’t have to runday
It’s just another manic Monday.
Il momento peggiore per il nostro cuore sembra essere l’intervallo tra le 8 e le 11 del mattino del primo lunedì del mese, soprattutto a dicembre. Le colpe? Le solite: alcool, vita sregolata, disordini alimentari, eccetera. Ma soprattutto stress: a dicembre si lavora di più, prima del periodo natalizio, e quindi si schiatta più facilmente; e il lunedì porta ancora con sè i ricordi del caffè pigro del sabato mattina e la morbidezza del divano della domenica pomeriggio.
Il prossimo lunedì non agitatevi, non datevi troppo da fare e prendetevala comoda. E se il capo rompre, ditegli di stare calmo che c’è un coccolone pronto che aspetta anche lui…

Camomilla tiepida

? di questi giorni la notizia di un parroco di Savona che ha organizzato un sistema ingegnoso per migliorare le relazioni con i fedeli: aperitivo per tutti dopo la messa. Così si fanno due chiacchiere, si conoscono le famiglie, si sta un po’ insieme. L’idea mi piace: sono un praticante ma non posso nascondere che certe volte, complici sacerdoti vispi come ghiri in letargo, la messa sia proprio noiosa, e comunque un po’ troppo fredda: si stringono le mani del vicino di posto senza neanche sapere chi è. Spero che la moda dell’aperitivo si diffonda, sostituibile a seconda delle esigenze: un gelatino per la messa dei bambini in estate, una tazza di te, un cocktail rigorosamente analcolico. Il problema semmai è scegliere la messa giusta: quella del sabato sera dalle mie parti offrirebbe sicuramente una camomilla non troppo calda ché si scioglie la dentiera…

Un oscurantismo illuminato

C’è l’inquinamento atmosferico che sta surriscaldando il clima (e nonostante Hollywood gli americani, che da soli inquinano per il 36%, non ne vogliono sapere di ridurre le emissioni aderendo al trattato di Kyoto), cè l’inquinamento acustico (quest’estate, ore 2 del mattino, stavo per gridare dalla finestra “Basta Giulia hai frantumato le scatole tu e le tue suppliche singhiozzanti lo vuoi capire che Marco non ne vuole sapere di te, e se anche vuoi continuare a provare a convincerlo, potete farlo altrove e non sotto la finestra di casa mia che ha la sventura di essere vicina ad una pizzeria ma guarda caso è abitata????). C’è l’inquinamento delle città legato al traffico (anche oggi a Bologna barzelletta delle targhe alterne: i dritti circolano indisturbati, gli onesti lasciano l’auto a casa).
E poi c’è l’inquinamento luminoso: quello delle tante, troppe luci che sempre di più illuminano le città, le periferie, le campagne, tutto insomma, e rendono sempre meno visibile il cielo. Il 16 ottobre si è tenuta la dodicesima giornata nazionale contro l’inquinamento luminoso, e gli astronomi hanno lanciato l’allarme: tra 25 anni la XII Giornata nazionale contro l’inquinamento luminoso ia Lattea potrebbe non essere più visibile dall’Italia.
Molti italiani avranno pensato con tranquillità: pazienza, c’abbiamo Sky e ci restano altri 300 canali…

La macchinetta del piacere

Si chiama serendipità, è quella causale fortuna che ci porta talvolta a fare delle enormi scoperte cercando qualcos’altro. Pensate a Cristoforo Colombo, alla mela di Newton, o alle sulfaniluree, sostanze usate per la cura del diabete che originariamente erano state studiate per debellare il tifo e che abbassavano la glicemia nel sangue come effetto collaterale.
Ebbene, una terapia antidolorifica americana, basata su elettrodi impiantati sulla base della spina dorsale, si è rivelata un successo straordinario perché sembra che provochi l’orgasmo femminile.
Ora, non voglio qui aprire un dibattito pruriginoso sulla scena di un marito, magari di una certa età, che entra in camera dove la signora sta curando il mal di schiena per trovare le pantofole e la scopre felice come non accadeva da decenni, semmai era accaduto che fosse così felice. Però questa macchinetta dovrebbe allarmare i maschietti di tutto il mondo, perché se davvero funziona potrebbe denunciare clamorosamente le nostre carenze ed esporci a confronti umilianti.
Tutto sommato non mi sembra si sia trattato poi di questa grand fortuna, in effetti…