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Riapre il museo di Taranto

Voglio cominciare il nuovo anno con un post di speranza, rivolto alla mia terra d’origine. ? stato infatti riaperto dopo un periodo incredibilmente lungo (anni e anni, 7, 8, non ricordo più, comunque troppi) il Museo Nazionale Archeologico, che adesso, seguendo la moda degli acronimi, si chiama Marta (Museo ARcheologico di TAranto).
A dire la verità ne è stata aperta solo una sezione, una piccola parte corrispondente ad un quarto o forse meno dei tesori della collezione tarantina. Chiudere il museo a Taranto è stato spegnere la fiaccola della cultura dal territorio jonico. Un delitto, che non per niente ha più o meno corrisposto agli anni bui del collasso economico. Non so perché ci hanno messo tanto, lo immagino, ma non è quuesto il tema. Adesso spero solo che facciano in fretta a riaprire il resto di quello che secondo me – non sono uno specialista, ma di musei ne ho visitati parecchi – è uno dei musei sull’antichità più importanti d’Italia.
Se passate in Puglia, va bene la visita folcloristica ai trulli, va bene la pizzica e i tamburelli salentini, va bene il mare, il sole e il barocco leccese, ma un giro da Marta dovete proprio farlo.
Forse vi stupirà scoprire di quale accecante splendore si rivestì questa terra che ora Report menziona solo per gli scandali.

Tenete pulita casa

I notiziari degli ultimi giorni ci stanno sempre più convincendo del fatto che l’igiene della casa è quanto mai fondamentale. Certo, nessuno mai si augura una disgrazia o, peggio ancora, un crimine o un assassinio, e tanto meno immagina che potrebbe accadere ad un vicino di casa. Ma, mettiamo, se quell’inquilino nuovo del pianerottolo di fronte affetta col machete la sua ragazza, e i RIS vengono a fare un giro a casa vostra, siete pronti a riceverli? E se invece la nonnetta del piano di sopra muore nel sonno e lascia tutto alla setta Pisendlov, voi siete pronti ad una perquisizione richiesta dai figli diseredati, anche se non avete mai sentito parlare della setta?
Ve li immaginate i titoli dei giornali che affermano che sono state trovate macchie di sugo di cozze nel vostro cesto della biancheria? E dopo l’ultima partita di calcetto, siete sicuri che non sia rimasto appiccicata alla vostra casacca un po’ di dna del difensore centrale della squadra degli scapoli? E il computer, avete distrutto ogni traccia di quell’email cretina che vi ha inviato il collega dell’area commerciale con una cicciona nelll’ultima diapositiva allegata? Sapete che quella può essere considerata sicuramente una prova delle vostre turbe sessuali.
Per non parlare poi delle macchie di sangue sull’asciugamano del bagno. Quelle vi portano dritto in gattabuia, se vi va male. D’accordo, quel sangue è il vostro, e avete riciclato un po’ troppe volte il rasoio usa e getta ultimamente. E con questo? Andate a spiegarlo a Porta a Porta, quando vi ritroverete coinvolti in una storia losca a giustificare davanti a milioni di telespettatori perché quel giorno lì non vi siete cambiati i calzini in filo di scozia.
Tente pulita casa, non si sa mai.

Ma chi ci induce in tentazione

“Le parole sono importanti” gridava Nanni Moretti in Palombella Rossa, e aveva ragione da vendere. Specie poi se sono parole ripetute quotidianamente in maniera più o meno consapevole come accade nelle preghiere.
C’ha messo una cinquantina d’anni – la tempestività non è mai stata una sua prerogativa – ma la comunità episcopale italiana si è resa conto che no, non può essere Dio a indurci in tentazione, come ripetiamo nel Padre Nostro da quando abbiamo imparato a recitarlo in italiano. “E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”. La frase – o meglio, la traduzione dal greco evangelico – è un macigno, perché sottintende che sia Dio a indurci in tentazione. Ma quando mai? Lo sanno anche i bambini che conoscono la favola di Adamo ed Eva (non fate finta di essere creazionisti, lo sappiamo tutti che è una favola) che è il serpente a tentare Eva, e Dio semmai aveva solo chiesto di non mangiare del frutto proibito, che è una cosa diversa. Non è che se la legge dice non uccidere, così facendo ti induce a uccidere. A meno che tu non abbia un profondo istinto da fuori legge e ti senti tentato a fare sempre il contrario di quello che ti chiedono, ma allora è un problema tuo.
E lo stesso Gesù nel deserto viene tentato da Satana, mica da Dio. A meno che non ricolleghiamo tutto ad una serie di divinità e ad un concetto di bene e male sfumato, ma allora diventiamo gnostici.
Per quello che ci hanno insegnato, Dio è buono e non tenta, il diavolo è cattivo e lo fa. Al limite, il Padre Eterno ogni tanto si distrae, questo sì, ogni tanto lo fa.
Per cui, sia ben venuta la nuova dizione, che invoca “e non abbandonarci in tentazione”. Un po’ alla volta, la chiesa di arriva a capire i suoi errori.
Chissà che di questo passo spedito fra un paio di secoli i vescovi non cambino idea sulla fecondazione assistita e la contraccezione…

Ispettori gadget

A cosa sarebbero servite le argute abduzioni di Sherlock Holmes, se Watson avesse disposto di schiere di omini in tuta ermetica a caccia di dna? Quali mirabili ragionamenti sarebbero stati concessi a Ellery Queen se avesse avuto la possibilità di sbirciare chilometri di tabulati di intercettazioni telefoniche?
E qualcuno oggi darebbe retta al povero Hercule Poirot, o non l’avrebbero forse mandato ad occuparsi di parole crociate mentre i tecnici scrutavano sulle mappe di Google alla caccia dell’assassino?
I giallisti hanno i loro problemi, e non è un caso se sempre di più si affidano alle competenze balistiche ad autopsie e ad analisi scientifiche del luogo del reato più che a brillanti invenzioni o a geniali analisi dei protagonosti. Eppure a me sembra che di delitti impuniti ce ne siano ancora parecchi, in giro. Giallisti a parte, non è che le care vecchie abduzioni servono ancora per capire chi è stato, prima di sapere dal Ris cosa ha mangiato negli ultimi sette giorni e di che colore avrebbero gli occhi i figli se mai ne avesse?

Ig Nobel

Immagino sappiate cosa sono gli Ig Nobel (si pronuncia ignobel). Premi che la comunità scientifica attribuisce ad Harvard a ricerche, come dire, insolite. Ecco i vincitori di quest’anno: personalmente sono affascinato dallo studio dell’Ignobel di chimica
* Alimentazione: Brian Wansink della Cornell University, Usa, per aver studiato l’appetito apparentemente illimitato degli esseri umani dando loro da mangiare una quantità illimitata di zuppa.
* Aviazione: Patricia V. Agostino, Santiago A. Plano e Diego A. Golombek (Argentina) per aver scoperto che il Viagra facilita il recupero del Jet lag nei criceti.
* Biologia: Johanna E. M. H. van Bronswijk dell’Università della Tecnologia di Eindhoven, Olanda, per un censimento di tutti gli organismi che vivono nel letto.
* Chimica: Mayu Yamamoto dell’International Medical Center del Giappone per la scoperta di un modo per estrarre vanillina, la fragranza e l’aroma della vaniglia, dallo sterco di mucca.
* Economia: Kuo Cheng Hsieh di Taichung (Taiwan) per aver brevettato nel 2001 un meccanismo che cattura i rapinatori di banche gettando su di loro una rete.
* Fisica: Lakshminarayanan Mahadevan della Harvard University (Usa) e Enrique Cerda Villablanca dell’Università di Santiago del Cile per aver studiato come le lenzuola si spiegazzano.
* Letteratura: Glenda Browne di Blaxland (Australia) per il suo studio sull’articolo inglese “the” e sui problemi che crea a chi deve fare elenchi in ordine alfabetico.
* Linguistica: Juan Manuel Toro, Josep B. Trobalon e N?ria Sebasti?n-Gallés dell’Università di Barcellona per aver dimostrato che i ratti a volte non riescono a distinguere tra una persona che parla giapponese al contrario e una che parla olandese al contrario.
* Medicina: Brian Witcombe di Gloucester (Regno Unito) e Dan Meyer (Usa) per uno studio sugli effetti collaterali di mangiare le spade.
* Pace: Air Force Wright Laboratory (Usa) per aver suggerito lo sviluppo di un’arma chimica, la cosiddetta “bomba gay”, capace di sviluppare un’irresistibile attrazione sessuale tra i soldati nemici.

Alla gogna gli universitari!

La notizia è di quella che farà gioire parte della popolazione bolognese più anziana: le iscrizioni all’università, quest’anno, sono calate di oltre il 10%. Questo vuol dire meno gente che riempie le osterie la sera disturbando le repliche delle fiction, meno bici in giro che attraversano i viali e infastidiscono la circolazione, meno gente in autobus che non vuole cedere il posto, meno fila al supermercato, meno concerti musicali in centro.
Che bello: Bologna diventa sempre più Chianciano e sempre meno Barcellona.
Con una piccola controindicazione, però: chi lo racconta a quegli anziani contenti che adesso uno su dieci di loro non riuscirà più a subaffitare in nero una stanza a 500 euro?