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Il nucleare ? il futuro??????????

A Sellafield, in Inghilterra, sono state demolite due torri alte 88 metri dell’impianto nucleare inaugurato nel 1956, il primo al mondo. Lo smantellamento durerà almeno vent’anni, costera’ oltre 72 miliardi di sterline, e ci vorrà forse qualche migliaio di anni perché l’ambiente naturale circostante sia completamente bonificato. Dedicato a chi, al governo e all’opposizioni, propone “il nucleare pulito” come scelta industriale innovativa. Lo era: cinquant’anni fa.

L’imprenditor che prende

Per anni, ai tempi della lira debole, piagnucolavano perché le materie prima erano troppo costose, perché operare all’estero costava dei capitali enormi, perché la nostra monetina era imbarazzante.
E allora chiedevano allo stato di intervenire. Adesso c’è l’euro forte, l’energia ci costa di meno, altri paesi spendono capitali pur di cambiare la loro valuta nella nostra, ed eccoli lì, i nostri capitani d’impresa, che piagnucolano perché non si riesce più ad esportare, e chiedono aiuto allo stato.
Avete voluto il libero mercato, la globalizzazione, il liberismo? Adesso datevi da fare, inventatevi nuovi prodotti, investite, date spazio ai giovani intraprendenti anziché ai figli degli amici, ma senza stato, miei cari.
La bici è vostra, non possiamo pedalare sempre noi.

Quelle travi nell’occhio

Qualche tempo fa uno dei tanti pseudo artisti che cerca di compensare la mancanza di talento con la volgarità e l’offesa ha intitolato una mostra in una maniera oscena che non voglio neanche ripetere ("La Madonna piange…"), mostra che poi è stata soppressa.
La reazione della chiesa di Bologna come succede spesso è stata quella di chi reagisce con il Napalm per combattere una zanzara. Invettive, proteste, proclami, messe di riparazione.
Quella che era una mediocre porcheria è così diventata una forma di espressione culturale minacciata e soppressa dall’inquisizione.
Allo stesso modo, la chiesa bolognese adesso si sta battendo contro il progetto di costruzione della moschea, quasi avessimo ricevuto da Dio l’esclusività per pregarlo in un certo modo. E allora io, cattolico ignorante, mi dico: ma non sarebbe meglio se la chiesa bolognese pensasse alle sue pecorelle che si sfondano di ecstasy il sabato sera e poi si schiantano contro i pali, che fanno dell’evasione fiscale un vanto e un’orgoglio, che saltano l’ora di religione per andare a bestemmiare nei giardini e a fare gara a chi imbratta più case con lo spray?
Quand’è che cominceremo a pensare alla trave nel nostro occhio invece di essere ossesionati dalla pagliuzza in quello del vicino?

Cofferator


Visto che a fare chiacchiere son buoni tutti, d’ora in poi penso che prima di decidere se votare o meno un politico mi informerò sui suoi gusti musicali: si colgono in questo modo sfumature sorprendenti.
Tutto ciò mi è venuto in mente leggendo la top ten di Cofferati, resa pubblica per una manifestazione tenuta a Villa Ghigi, a Bologna.

http://bologna.repubblica.it/dettaglio/Le-dieci-canzoni-della-vita-di-Cofferati/1345965

Mamma mia, quest’uomo non ha sessant’anni, ne ha seicento! Non c’è traccia di rock, blues, pop, e questo era prevedibile, considerando che in questi anni Bologna più che la New Orleans d’Italia sta diventando la Chianciano d’Emilia. Ma non ci sono neanche cant’autori italiani, che so, un Guccini, i Nomadi, una Gianna Nannini, tanto per dare un tocco di bizzaria.
Giunto in fondo alla lista ho sperato addirittura in Cocciante, ma niente, neanche lui. La voce più "moderna" è Enzo Avitabile…
Nella sua top ten non solo non c’è rock, ma non c’è traccia di chitarre o batterie! Solo musica "seria", lirica, classica, etnica. Se poi considerate che la sua canzone preferita è papaveri e papere, il quadro è completo.
Altro che sceriffo, il sindaco è un centurione.
De gustibus, per carità, e poi non ho le competenze per giudicare la materia: però, a saperlo prima…

Siccità a Taranto

Da anni fanalino di coda di quasi tutte le classifiche stilate dai giornali (su economia, ambiente, benessere degli abitanti) la mia povera Taranto si conquista ancora una volta la scena dei telegiornali per un episodio che sembra appartenere ad altri tempi, altri spazi: manca l’acqua.
Io però ancora mi ricordo, da bambino, quando mia madre riempiva la vasca da bagno per le emergenze, perché sapeva che l’acqua sarebbe stata raziocinata. Facevano così tutti, e accumulavano sempre più acqua di quanto non servisse, con il risultato che anziché risparmiare si sprecava. Me lo ricordo quel rispetto quasi sacrale nei confronti dell’acqua (e ancora si beveva acqua del rubinetto, la follia dell’acqua in plastica non era ancora dilagata), mi ricordo i rimproveri quando lasciavo gocciolare il rubinetto o addirittura l’invito ad usare lo scarico solo quando necessario. Altri tempi? Temo di no. Quello non era il passato. Quello è il futuro. Dobbiamo ricominciare a rispettare la fonte della vita. Non dico di non farci la doccia, che mi sembra eccessivo. Ma almeno non facciamola scorrere quando ci facciamo la barba o ci laviamo i denti. E soprattutto consumiamo un po’ meno bibite gassate: servono quantità enormi di acqua per produrle.
E manco tolgono la sete…

Lo stile Ambrosini

Leggendo oggi un articolo di Mura sulla Repubblica, mi è venuto in mente che lo "stile Ambrosini" potrebbe effettivamente dilagare nelle pubbliche relazioni italiane.
 Ambrosini, per intenderci, è il lord del Milan che ha esposto lo striscione "Mettetivi nel … lo scudetto". Poi ha chiesto scusa, ovvio. Però intanto ha raggiunto il suo scopo. Pensiamo a Casini, che so, che manifesta ad Arcore con la sciarpa "Levati dai cxxxxxni, vecchio", oppure a Mussi con la bandiera "Partito Democratico di mxxxa".
Oppure a Zucchero che canta "Renato Zero mi fa cagare, oh yeah, baby, cagarissimo".
Ci trasformiamo insomma da politici, artisti, cittadini insomma, a tifosi. Con tutto quello che ne consegue. Lo trovate divertente?
Allora preparate le molotov per la prossima riunione di condominio…