Bisognerebbe insegnare a scuola che l’avverbio va usato con molta parsimonia e attenzione, è un ingrediente della scrittura prezioso per insaporire dei verbi un po’ insipidi, per colorare di sfumature luminose dei concetti pallidi, per riempire con qualche battuta un pezzo che non si riesce a chiudere. Gli avverbi sono come spezie, profumati e piacevoli ma non insispensabili: e soprattutto,se si esagera diventano velenosi. Quando si fa un lavoro di sintesi, i primi a essere sacrificati sono proprio gli avverbi, seguiti dagli aggettivi che spesso tronfiamente arrichiscono i comunicati stampa. Perché questa digressione sulla scirttura? Perché da qualche tempo, ormai, in televisione non si risponde più si o no, ma “assolutamente sì” o “assolutamente no”. Può capitare la necessità di ribadire un concetto, sottolinearlo, evidenziarlo: ma senza esagerare, se è no è no, si capisce, non è che esiste un no relativo e uno assoluto. Una delle bandiere dell'”assolutamente sì” è Simona Ventura (fateci caso) e in fatti l’avverbio si sta diffondendo rapidamente proprio tra gli appassionati di reality show. Chissà, forse un giorno non troppo lontano il sacerdote chiederà a Pippo: vuoi tu prendere Gina in sposa? E Pippo risponderà: assolutamente sì. E a quel punto il sacerdote darà il via al televoto per stabilire quale testimone lascerà la chiesa…