Archivi categoria: Media

Sul concerto del primo maggio

Terrorista, per il dizionario De Mauro, è chi fa parte di un gruppo o di un movimento politico che si avvale di metodi illegali ed efferati per sovvertire il regime politico esistente

Stupido è chi è tardo nel comprendere, ottuso di mente, poco intelligente.

Secondo me, fare delle battute di cattivo gusto, superficiali, grezze, offensive, fuori

luogo,inappropriate e che soprattutto non fanno ridere è stupido. Soprattutto in un’occasione

importante come quella del Primo Maggio. E’ stupido, ma non terrorista. Non confondiamo le due

categorie: se dovessero coalizzarsi sarebbe davvero un bel guaio.

Mai pi? dvd Universal

Oggi ce l’ho con la Universal. La casa di produzione di cui sconsiglio di comprare vivamente i cofanetti di dvd. Io ho comprato quelli di Will e Grace, ma quelli di Dottor House fanno schifo ugualmente. Perché?
Ci sono tanti motivi per cui i dvd hanno rivoluzionato il mondo dell’homevideo, o, per dirla in italiano, il modo in cui siamo abituati a vedere film e telefilm a casa. Intanto per la qualità video, neanche lontanamente paragonabile a quella delle mediocri vhs tremolanti e sbiadite; poi per la qualità audio, e pazienza se i cinque canali si sentono davvero solo nelle esplosioni di Schwarzenegger e negli stacchetti del Dolby.
Ma il motivo per cui io adoro i dvd è la possibilità di vedere programmi in lingua originale, con l’ausilio dei sottotitoli. Questi ultimi poi sono preziosi anche per i non udenti, per esempio.
Ebbene, quei cialtroni dei produttori della Universal hanno deciso di commercializzare i loro dvd senza sottotitoli. C’è la lingua originale, ma se – come il sottoscritto – non hai un inglese così perfezionato da afferrarre tutte le battute, ti arrangi.
Niente sottotitoli.Figurarsi per il Dottor House, con tutte quelle malattie, se ci capisco qualcosa. C’è sempre la versione in italiano, peccato che gli autori stravolgano i testi e cambino le battute in sede di doppiaggio.
Cari signori della Universal, ridatemi i sottotitoli. Oppure tenetevi sugli scaffali i vostri prodotti, non comprerò la terza serie di Will e Grace, giammai.

Curiosit? sul traffico

Di nuovo sull’Onda Verde.
Non lo so, sarà il periodo, sarà che lo ascolto più attentamente alla ricerca di altre perle linguistiche.
Avete mai fatto caso al modo in cui si attribuisce sempre ai curiosi a colpa di un rallentamento su un corsia opposta a quello di un incidente? Traffico rallentanto sulla corsia opposta a causa dei curiosi… Io me li immagino, questi scellerati omini odiati dall’Onda Verde, che rallentano e si sporgono da finestrino commentando il possibile numero dei morti e indicando con l’indice le tracce di frenata sull’asfalto.
Ma di che state parlando, ondosi verdi? Io se vedo un rogo sulla corsia opposta, un fumo che si alza, un movimento inatteso, rallento non perché sono curioso, che non mi interessa affatto vedere a chi è toccato stavolta, ma perché ho un minimo di buon senso, e rallento per essere sicuro che non sia accadauto niente sulla mia, di corsia.
E come me immagino tanti altri! Smettetela di dare la colpa del traffico a chi ogni tanto rallenta.
Se ci fossero più curiosi che vanno piano per guardarsi intorno e meno imbecilli che sfrecciano guardandosi la punta del naso, forse ci sarebbere anche meno incidenti.
E il vostro programma durerebbe meno.

La pubblicit? autocompiaciuta

C’è il piccolo scatolotto giapponese che da anni continua ad autodefinirsi "geniale"; c’è l’utilitaria francese che in uno spot radiofonico simula un oscar in cui vince tutti i premi; ci sono gli stilisti che si compiacciono di stupire, scandalizzare, provocare, ma mostrare abiti, mai.
Una volta si pensava che la pubblicità servisse a vendere. Poi è cominciata l’era del customer care, della gestione del cliente, e la pubblicità, più che conquistare nuovi clienti, serviva a fidelizzare i vecchi e a far comprare loro nuovi prodotti consumando sempre di più. Adesso, le pubblicità più – non tutte, ma è una tendenza evidente – servono ad autocompiacersi.
Chi dirige le aziende vuole sentirsi dire quant’è bello, bravo e furbo, e se lo dice da solo. Forse è anche per rassicurare gli investitori, ma l’impressione è che lo spot sia un trofeo da esibire in consiglio d’amministrazione, al club con gli amici, in business class, mostrando la rivista patinata: questa è la mia azienda, sa. Siamo bravi, belli e furbi. Tanto più che non si investe, come la teoria economica insegna, quando le cose vanno male, ma quando i risultati sono buoni e si vuole celebrarli, buttando via il denaro inutilmente.
Più o meno quello che qualche anno ripetevano compiaciuti i giganti della Sony, finché non si sono resi conto che i consumatori compravano ormai solo Samsung. Perchè non saranno belli e bravi quanto certi direttori, ma i consumatori sono furbi eccome…

La naturale regolarit

Fa sorridere, se ci fate caso, che in un mondo dove la volgarità verbale è considerata efficacia comunicativa, dove bestemmiare fa molto trendy (tranne che nei reality show), dove più si è espliciti meglio è, ci sia ancora un universo che si oppone alle orde barbariche del cattivo gusto anche se non sappiamo per quanto reggerà.
Mi riferisco al mondo pubblicitario ed in particolare alla "bodycopy", cioè al testo che accompagna un’immagine; nel caso video, sarà la voce fuori campo che accompagnerà lo spot.
In natura non esistono liquidi organici blu (in caso contrario, fatevi visitare subito da un medico!) eppure i pannolini sono sempre macchiati di blu; le donne feconde circa una volta al mese sono soggette a mestruazioni, ma la parola è tabù per cui si parla sempre di "quei giorni"; di recente poi è apparsa la meravigliosa "naturale regolarità".
Mi riferisco ad uno yogurt che – se mantiene le promesse – fa cagare. Letteralmente. O, se vogliamo essere meno volgari, stimola la defecazione. Non mi piace la volgarità, ma ammetterete anche voi che un eccesso di perbenismo è stucchevole.
O, se preferite, "aiuta la naturale regolarità"

In coda su Internet

Da dicembre gli utenti Internet italiani, in particolare quelli che usufruiscono direttamente o indirettamente delle infrastrutture Telecom, stanno riscontrando da dicembre una serie di difficoltà nel navigare.
Durante le ferie natalizie ho potuto personalmente riscontrare questo problema, perché a casa dei miei l’adsl funziona solo quando non la usa nessuno. Dopo quattro giorni di telefonate e minacce al 187, finalmente ha ripreso a funzionare. Pensavo fosse un problema locale, e invece scopro dai quotidiani che il problema riguarda tutta l’Italia.
Gli espertoni spiegano che è colpa di virus, malware, e hanno risolto tutto chiedendo agli utenti di aggiornare l’antivirus, con la solita incredibile capacità di rovesciare le colpe che hanno certi espertoni. Come mai questi virus colpirebbero solo l’Italia? Sono autoctoni? Non parlano le lingue? Difficile da credersi.
E come mai si attivano soprattutto nel weekend, la sera e durante le vacanze come dimostrano i report? La verità è che da mesi i gestori vendono fumo: adsl a 20 mega a pioggia, costi fissi, tariffe scontate. Ma la rete è sempre quella, e di più non va. Altro che iptv, la televisione su Internet. Neanche le e-mail è possibile leggere, in certi momenti.
Se vi chiedessero di pagare una tariffa aggiuntiva in autostrada che vi promette di viaggiare sempre e comunque a 130 all’ora la comprereste? Certo che no, chi ha un minimo di esperienza sa che è impossibile viaggiare a quella veleocità quando c’è una coda, e poi ci sono i caselli, il maltempo.
Però l’adsl a 20 mega l’abbiamo comprata quasi tutti.
E adesso stiamo in coda.