Ecco un articolo che non dovrebbe leggere mai chi usa Internet per lavoro. Oppure chi ha una connessione a pagamento. Non andrebbe letto perché il sito di cui sto parlando è uno di quelli in cui ci si rischia di passare pomeriggi interi: si chiama GiochiPop, e l’obiettivo dell’autrice è stato quello di classificare e catalogare migliaia di giochi presenti in rete (circa 3000), con un occhio di riguardo a quelli più adatti ai minori (piccoli puzzle, giochi per colorare, eccetera). Si tratta di semplici giochi che funzionano con tecnologie quasi sempre integrate nel browser (flash o java): in altre parole non occorre scaricare e installare nulla, se non al massimo una volta, basta connettersi e giocare. Si possono scegliere i preferiti, adattare le dimensioni della finestra, votare i giochi, guardare i più amati dalla comunità, condividerli su Facebook. Io ne ho provati un paio e li ho trovati molto divertenti, con l’unica controindicazione che sono un po’ come patatine fritte, ne assaggi una, poi un’altra, poi un’altra ancora e alla fine la tua revisione del romanzo rimane lì in attesa nella cartellina delle cose da fare.
http://www.giochipop.it/
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Se questo è un uomo
Tanto per cominciare, fai veramente fatica a distinguere la pubblicità dai redazionali. Poi, ogni cinque pagine c’è un fusto nudo che reclamizza un profumo. Gli unici riferimenti allo sport riguardano l’ “african style” di Etò e la passione per l’abbigliamento classico di Schumacher, e se si parla di viaggi non è per citare bellezze naturali o musei ma per parlare di caffè e vie dello shopping.
Forse l’avrete capito: ho avuto fra le mani una copia di “Vogue Uomo”. In tutta sincerità mi sento più a mio agio quando leggo “Donna Moderna” o “Il ristoratore”, più vicino al loro lettore tipo, e persino su “Autocamper” tempo fa trovai pagine più vicine ai miei interessi.
Niente sport, dicevo, niente politica, uomini nudi ovunque, si parla di tecnologia solo per citare lo stile vintage di una macchina fotografica senza minimamente far riferimento ad obiettivo o risoluzione. Sparsi ovunque termini quali “lifestyle” “leisure” “glamour” .
Evidentemente il target è quello che gli americani chiamano “shemale” (non necessariamente omosessuali, ma uomini con forti tendenze femminili, ecco) e paradossalmente leggerlo a rianimato i miei istinti maschili più bassi. Non me ne frega niente di un paio di scarpe di cuoio trendy, non spenderò mai più di sette euro per un paio di mutande, va bene il deodorante ma il profumo griffato mai e poi mai, in vacanza voglio vedere e vivere bei posti e non sorseggiare tutto il tempo whisky nei locali in, non mi farò mai la ceretta e non so che farmene di una casa bella, se non è anche comoda.
Alla fine della lettura ero talmente irritato che mi è venuta voglia di ruttare e grattarmi il culo. Ero nella sala d’attesa di uno studio medico, e ho dovuto rimandare, ma ho capito che non mi abbonerò alla rivista.
I migliori film del 2009 secondo il Pika’s Ranking
Classifica dei migliori film visti nel 2009 dall’amico cinefilo (se non condividete non prendetevela con me: anche io ho qualche dubbio, per esempio secondo me Into thw wild è il film più noioso degli ultimi dieci anni!)
Il voto è espresso secondo la scala Pika’s FIlm Ranking:
sufficienza: > 80
capolavorino: 87 – 89
capolavoro: 90 – 92
capolavorone: 92-100
01 Parnassus, l’uomo che voleva ingannare il diavolo 94-
02 Capuccetto rosso e gli insoliti sospetti 91+
03 La classe 91
04 Kung fu panda 91
05 Into the wild 91-
06 Onora il padre e la madre 91-
07 The millionaire 90+
08 Coraline 90+
09 Valzer con Bashir 90
10 Lezioni di cioccolato 90
11 Wanted 90
12 Il cacciatore di aquiloni 90-
13 Gran Torino 90-
14 La sconosciuta 89+
15 Il curioso caso di Benjamin Button 89-
16 Gone baby gone 89-
17 Yes man 88+
18 La guerra di Charlie Wilson 88+
19 Ortone ed il mondo dei chi 88
20 Ember – il mistero della città di luce 88
21 Lars e una ragazza tutta sua 88
22 Pocahontas 88
23 Ponyo sulla scogliera 87+
24 La città proibita 87+
25 Giù al nord 87
26 Nessuna verità 87
27 Ant bully – una vita da formica 87
28 V per vendetta 87-
29 Twilight 87-
Le delusioni dell’anno sono invece state:
Parlami d’amore 76
Babylon A.D. 77
Inkheart 75
Un giorno perfetto 76
The strangers 73
Viaggio al centro della terra (2008) 72
Ultimatum alla terra (2008) 77+
Come Dio comanda 76-
Il fuori onda
Vi rendete conto di cosa sarebbe la nostra vita se qualcuno registrasse i nostri “fuori onda” mentre parliamo alla macchina del caffé con i nostri colleghi, oppure se raccogliessero le trascrizioni delle nostre chiacchiere al bar parlando di quel vecchio compagno di classe?
?E cosa penserebbe di noi il nostro vicino se sapesse quello che abbiamo detto di lui in sua assenza alla riunione di condominio? Penso che regrediremmo alla stadio della pietra picchiandoci selvaggiamente con le custodie delle nostre autoradio e accecandoci reciprocamente con i flash dei nostri telefonini.
Invece, siccome siamo evoluti, possiamo continuare a parlar male degli altri perché tanto non siamo in onda. Uhm…
Quasi quasi preferirei una bella zuffa brandendo crick come clave.
Dopo dormiremmo meglio
Quando anche i Teletubbies falliscono
Il giovane papà un po’ di ricordi sulle comunicazioni di massa ce li ha dai tempi dell’Università, e poi ha davanti agli occhi le immagini di bambini di pochi mesi imbambolati di fronte ai colori psichedelici di certe trasmissioni per l’infanzia.
Per cui si è procurato libri colorati, giocattoli, pupazzetti. Niente tivù. Poi però capita che siano passate le ventitre, la giovane mamma sia svenuta da qualche parte tra il bagno e la camera da letto e il giovane papà barcolli mentre i più piccoli scalpitino allegramente sul divano giocando a lanciarsi per terra. Allora ci prova,il giovane papà. Al diavolo la teoria ipodermica, al diavolo la scuola di Francoforte, al diavolo Popper. Chiede aiuto ai Teletubbies, i più hard-core tra gli stordisci bambini, o alla versione soft di Flimbles o dell’Albero Azzuro.
Macchè.
La giovane prole regge al massimo per un minuto, poi decide che era molto più divertente fare le capriole contro gli spigoli del tavolino o ingoiare pezzi di cartoncino. Forse i nostri figli non vedranno mai il Grande Fratello, sono una generazione oltre. Preferiranno fur paracadutismo senza paracadute o esplorare l’Amazzonia in skate.
Non so se per i giovani papà sarà tanto meglio.
L’era del senza
Per anni ci hanno riempito la testa con messaggi che reclamizzavano la presenza di ingredienti magici nei prodotti che acquistavamo. Dalle pro-vitamine all’omega 3, l’elenco fatto di strani nomi che vagamente ricordavano termini scientifici o medici, è sterminato.
Poi evidentemente qualcosa nel meccanismo si è rotto. Noi non ce ne siamo accorti, ma siamo entrati nell’era del senza. Ai primordi di questo passaggio c’è la madre di tutte le privazioni, il senza zucchero: improvvisamente caramelle, gomme da masticare, bevande e dolci perdevano il loro elemento caratterizzante di sempre (e acquistavano l’aspartame sui cui effetti collaterali c’è più di qualche dubbio, ma questa è un’altra storia).
Gli americani, più politically correct, usavano espressioni più ambigue, come "light", leggero: noi no, dritti al cuore del problema, senza zucchero. E anche la benzina che qualcuno ha provato a battezzare verde (uno degli ossimori più divertenti dello scorso decennio) da noi è sempre stata "senza piombo". Adesso, in piena era del senza, ecco i succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, gli yogurt senza conservanti, le brioche senza aromi, le vernici senza additivi, i formaggi senza grassi. Quasi sempre è roba buona, per cui ti chiedi perché diavolo ce li mettevano, quegli additivi.
Poi capisci che non è il caso di polemizzare: siamo nell’era del senza.
Il prossimo passo sarà pane senza companatico.
Passo che in tanti purtroppo hanno già fatto e non certo per sentirsi light.