Archivi categoria: Personal Edition

Oroscopo Maya per il 2013

medaglione con lo zodiacoAllora, il 2013 c’è, e questa è la buona notizia, non era scontato per il nostro calendario. La cattiva notizia è che non sarà questo granché, ma insomma, non fate gli schizzinosi adesso.

Ariete: il segno è cornuto già di suo, voi però con quei chili decisamente di troppo non fate molto per migliorare la situazione. Sostituite la nutella con la crema di carciofi prima che qualcuno sostituisca voi.

Toro: in borsa il vostro segno è indice di ripresa e floridità. Sarà per questo che l’economia è in crisi da anni. Se trovate dei cocci per strada, raccoglieteli. Chissà che un giorno non ne ricaviate un vaso.

Gemelli: i segni doppi hanno solitamente il doppio delle sfighe e la metà delle fortune. Ma il 2013 farà eccezione, il rapporto infatti è 5 a 1.

Cancro: Il 2013 sarà ricordato come l’anno della lotta al cancro, ma non la malattia, purtroppo. Ce l’hanno proprio con voi. Fate finta di niente e se vi chiedono di che segno siete citate l’oroscopo cinese.

Leone: vi sentite il re della foresta e lo siete, ma la foresta è passata ad un regime repubblicano antimonarchico da tempo. Occhio alle ghigliottine e abbassate i toni, un ruggito sommesso sarà più che sufficiente.

Vergine: per chi di voi pensa che questo sia l’anno buono, tranquilli, l’anno buono è stato il 1994, se il vostro fiore non è stato colto allora, non lo strapperanno via neanche quest’anno. Extra vergine come l’olio e la foresta, riproponetevi sul mercato: c’è un ritorno al vintage.

Bilancia: mettete su un piatto le vostre aspettative per il 2013, e sull’altro le vostre effettive capacità di successo.Squilibrato? Allora riducete le vostre aspettative. Ancora? Ridurre, ridurre. Ancora non ci siamo? Eliminate del tutto ogni speranza. Bene! Siete in equilibrio ora. Buon 2013.

Scorpione: non è vero che gli altri vi evitano perché temono che siate velenosi. Vi evitano per altre decine di ragioni tutte validissime. Potreste sempre mettere su un gruppo rock, ma hanno già avuto l’idea, per cui non vi resta che muovervi con cautela evitando di farvi schiacciare.

Sagittario: il sagittario era un soldato specializzato nel tiro con l’arco. Ebbene sì, il vostro segno è stato surclassato dalla tecnologia, e questo dovrebbe farvi riflettere. A proposito, siamo nel 2013, non nel 1013. So che è dura accettarlo, ma qualcuno doveva pur dirvelo.

Capricorno: siete il primo segno dell’anno. Visto che c’è qualcosa in cui riuscite a essere primi persino voi? Vale anche per il 2013, siete in pole position, se in altri campi gli altri vi sovrastano, tiratevi su. Siete pur sempre il primo segno dell’anno.

Acquario: l’era dell’acquario dovrebbe essere cominciata da un pezzo, e voi nemmeno ve ne siete accorti. Presto finirà però e allora saranno dolori. Nel frattempo il meglio che si ricordi di voi è uno sfondo animato del desktop e la presenza in pizzerie anni settanta.

Pesci: il peggio sembrava passato, e invece, quando si dice dalla padella nella brace. Non preoccupatevi, solo alcuni di voi si sentiranno fritti quest’anno. Gli altri marciranno lentamente dalla testa in giù.

 

Top-ten di buoni motivi per votare Renzi (alle primarie del centro-destra)

Immagine tratta da “Marxisti per Tabacci”

10) Perché a furia di rottamare, si producono rifiuti, e servono inceneritori. E Renzi sa che bene che non fanno male e ti fanno ciao ciao, altro che quei terroristi degli oncologi Guarda 
9) Perché i deputati non ne possono più di avere solo tre pulsanti sugli scranni di Montecitorio, e Renzi gli farà avere finalmente anche il Joystick.
8) Perché con tutti i giovani che lavorano tanto facendosi pagare poco, bisogna premiare uno che si fa pagare tanto lavorando poco (Renzi da quando è sindaco di Firenze è stato assente alla metà dei consigli, più di 70 assenze su 150, prendendo più di 4000 euro mensili di stipendio Approfondisci )
7) Perché dopo anni di presidenti del consiglio con problemi giudiziari, lo shock di passare ad uno mai condannato sarebbe troppo forte (Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti, si aspetta l’appello) Leggi la condanna 
6) Perché chisse ne frega se l’acqua è pubblica o no, i ggggiovani bevono cola Approfondisci
5) Perché è l’unico che è riuscito a scucire dei soldi a Berlusconi (Renzi ha vinto nel 1994 alla ruota della fortuna, guarda)
4) Perché i cattivoni sono i terremoti, mica l’amico nucleare Guarda
3) Perché non se ne può più di politici guidati dai suggerimenti su carta dei loro portaborse. Oggi c’è twitter. Approfondisci 
2) Perché gli amici fiorentini meritano un sindaco migliore
1) Perché votate chi volete, questo è il sale della democrazia. Anche Renzi, se vi va. Alle primarie PDL, però, che mi sembra il suo programma più adatto ad una destra moderata…

Benvenuti a Pugliawood

Foto tratta da http://www.tuttosporttaranto.com/

La definizione azzeccata l’ha data il mensile Ciak, parlando appunto di Pugliawood in riferimento al fatto che la regione da alcuni anni è cornice di numerosi film italiani e stranieri che hanno riscoperto un territorio colpevolmente trascurato dal mondo dello spettacolo. E attenzione, non si parla soltanto di film intrinsecamente “pugliesi”, come per esempio quelli di Sergio Rubini o Eduardo WInspeare, o di commedie che ricalcano alcuni cliché resi popolari negli anni settanta da Lino Banfi (si pensi a Checco Zalone o al recente e sottovalutato “Non me lo dire” di Uccio De Santis). La Puglia diventa set cinematografico anche per pellicole la cui storia con la Puglia non c’entra niente, come nel caso de “La vita facile” con Favino, Accorsi e Vittoria Puccini. L’ambientazione è africana, ma se guardandolo avete subito il fascino del continente nero, sappiate che è girato in Salento.
Come si spiega tutto ciò, negli stessi anni in cui si parla di smantellare Cinecittà? Semplice. La politica ogni tanto fa qualcosa di giusto. E la politica in Puglia ha dapprima istituito, per legge (6/2004) una Film Commission, cioè una struttura che si occupa di promuovere il territorio agevolando chi voglia girarci dei film. Attenzione, la legge fu approvata sotto la presidenza Fitto, anche se poi è stato Vendola a credere in questo progetto e attuarlo. A dimostrazione che le buone idee non sono necessariamente di una parte politica. La film commission costa, per carità, perché oltre a fornire supporto logistico e consulenza, la legge garantisce degli sconti fiscali e altre agevolazioni: si parla di più di un milione di finanziamenti dal 2007, ma se fosse possibile calcolare esattamente il ritorno economico per il turismo, il lavoro (perché le troupe hanno bisogno di sostegno di operatori locali) si scoprirebbe senz’altro che sono soldi ben spesi. Anche perché per ricevere i finanziamenti bisogna dimostrare di aver speso sul territorio dal 150 al 300% di quanto ricevuto.
Ebbene, anche la mia amata e sfortunata Taranto è finalmente coinvolta da questo progetto (va bene lu sole lu mare e lu viento, ma vi assicuro che la Puglia è bella non solo a Lecce). E si tratta sul serio di Hollywood. Il film si chiama “Third person” , è una produzione internazionale diretta dal premio Oscar Paul Haggis e alcune scene sono girate nella città vecchia di Taranto e addirittura – pare – nella mia Statte. Tra i protagonisti, Liam Neeson e Adrien Brody.

Ci sono tanti modi per investire in comunicazione. Si possono finanziare gli artisti che hanno qualcosa da raccontare. Oppure si può organizzare un’agenzia che riprende giorno e notte il presidente della Provincia di Firenze, che racconta quello che pensa il presidente della Provincia di Firenze, che fa vedere quanto è figo il presidente della Provincia di Firenze. Nessun riferimento a fatti, persone o primarie, per carità, anche perché nel frattempo quel presidente è diventato sindaco di Firenze e pare che il suo prossimo obiettivo sia trasformare l’agenzia in un ministero che riprende giorno e notte il presidente del consiglio, che racconta quello che pensa il presidente del consiglio, che fa vedere quanto è figo il presidente del consiglio.

Aspirapolvere o scopa e paletta?

Talvolta mi capita di discutere sull’utilizzo alternativo dell’aspirapolvere (o della scopa elettrica) e della scopa. Nel senso che c’è chi preferisce l’aspirapolvere mentre io mi trovo a mio agio con scopa e palettino.

Il motivo secondo me è culturale: l’aspirapolvere è borghese e teutonica, la scopa è operaia e mediterranea. Con l’aspirapolvere non entri a contatto con la polvere: dirigi i lavori che deleghi ad un altro strumento. Con la scopa è la tua abilità artigianale di muoverti tra i gatti di polvere, con attenti colpi di polso sotto i mobili e mirabolanti girandole negli angoli a fare la differenza.

Se usi l’aspirapolvere lo sa tutto il condominio (i vari silenziatori riducono il rumore dai valori di un elicottero a quelli di un trattore, ma si sente, eccome se si sente). La scopa è silenziosa, prudente e riservata.

L’aspirapolvere dà un delirio di onnipotenza, ma rimanda ad un secondo momento il lavoro sporco di pulizia dei filtri. La scopa è leggera e snella e le basta una scrollatina sul balcone per ritornare in forma.

L’aspirapolvere ha regole rigide (il cavo elettrico ha dei limiti, non puoi andare dove vuoi), la scopa è anarchica e con un po’ di fantasia puoi usarla anche per ammazzare gli insetti o rimuovere le ragnatele sul soffitto.
Ovviamente l’aspirapolvere ha dei vantaggi di efficienza e velocità.

Per spiegare quello che sta succedendo in Europa, io direi che la Merkel sta cercando di ripulire Grecia, Italia e Spagna con ilsuo folletto da 5 mila watt.
Ma valle a spiegare che la nostra polvere se ne sta nascosta per bene negli angoli, e per rimuoverla bisogna inginocchiarsi e
operare con olio di gomito e paletta, altro che.

18 anni e non sentirli

Era il 15 settembre 1994, in una bella mattinata bolognese aspettavo insieme ad altri 4000 freschi maturati di affrontare la prova del test di selezione al corso di Scienze della Comunicazione, che avrebbe accolto 140 di noi.

Certo non ero l’emigrante con la scatola di cartone, ma il modo in cui guardavo stupito il mondo intorno a me doveva comunque tradire un certo atteggiamento del provinciale che si guarda intorno e pensa uao, sono a Bologna, mica Cisternino.

Qualcosa nella mia fiducia della perfetta teutonica macchina organizzativa settentrionale scricchiolò quando vidi farsi largo tra la folla di studenti il professor Umberto Eco che si avvicinò e domandò: avete mica idea di dove si tenga il test di ammissione?

La verità era che eravamo talmente tanti che i test si tenevano in diversi punti della città (io per la cronaca lo feci in viale Berti Pichat nelle aule di fisica: niente di strano, se si pensa che poi le lezioni le avrei seguite nelle aule di una clinica odontoiatrica, altro che organizzazione teutonica). Le lezioni sarebbero cominciate il mese dopo, alcune sarebbero state indimenticabili, altre meno, e circa sei anni dopo mi avrebbero portato alla laurea (prima sessione fuoricorso, però ci ho fatto dentro il servizio civile, eh?).

Ieri sera ho festeggiato i 18 anni da quell’ottobre 1994 insieme ad alcuni protagonisti di quella stagione, che se non è stata la più bella, per me, sicuramente si candida ai primi posti. Persone che hanno preso un treno, un’areo in alcuni casi, fatto chilometri di autostrada per celebrare quei giorni. E ho potuto rendermi conto di come devo essere cambiato io, osservando come sono cambiati loro.

Neanche troppo, a dire il vero; quella più carina di tutte continua a essere la più carina, quelli simpatici continuano a fare battute esilaranti, quella più intelligente lo è ancora di più, chi aveva grandi sogni continua giustamente a crederci, chi aveva la puzza sotto il naso allora ad avercela (per forza, chi ha la puzza sotto il naso dice cose maleodoranti) e ha rifiutato l’invito…

Sicuramente con il tempo abbiamo imparato molte cose sui pannolini e sulla gestione dell’insonnia e dimenticato la semiotica, ma insomma, siamo sempre quelli del laboratorio in Via Toffano a scoprire questa novità chiamata Internet con il Netescape 2.0…

Non so se ci rivedremo tra 18 anni, so però che domattina, quando rientrerò nel mio ufficietto in cima alla montagna, sognando di fare il direttore del Corriere della Sera quando devo cercare i soldi per stampare un semestrale da 3000 copie, mi guarderò riflesso nel monitor e penserò che cavolo, se sono cresciuto con gente tanto in gamba, non devo essere tanto malaccio neanch’io.

PS Ad aumentare l’aura di mistero degna di ogni scrittore scalcinato, non sono presente in NESSUNA foto, però c’ero, lo giuro.

PPS Cisternino, col senno di poi, non è davvero niente male.

Campioni del mondo? No, un mondo di campioni

Ho appreso la notizia leggendo un allegato femminile di un quotidiano, quale non ha importanza (ebbene sì, li leggo anch’io, di solito seduto sul mio trono, cercando gli articoli in mezzo a centinaia di foto di donne esangui vestite in modo orribile).

Inutile nascondere che leggevo l’articolo con la stessa preoccupazione con cui scopri che apriranno una centrale nucleare (o uno stabilimento siderurgico, che è anche peggio) nel tuo quartiere, o che il tuo nuovo vicino di casa suona la batteria. Non voglio tenervi troppo sulle spine, ma cavolo, ad una botta così bisogna che siate preparati. Pare che una società di cui non voglio fare il nome perché immagino potrebbe essere soggetta delle vostre comprensibili e giustificate ritorsioni abbia attivato un servizio per cui, a pagamento, invia ogni mese un set di campioni di creme, profumi e detergenti a domicilio. Per ora non è intervenuta la magistratura a bloccare questo scempio anche se non tarderanno, immagino, le proteste delle associazioni che si battono per la tutela dei diritti dell’uomo.

Campioni a domicilio? Cioè bustine sgocciolanti e lasciate semiaperte in ogni camera della casa, in ogni cassetto di ogni camera, in ogni angolo di ogni cassetto, che si perpetuano senza fine? Ma dico, dove andremo a finire? Ma questa gente pensa alle conseguenze delle sue scellerate azioni? A casa mia i campioni si riproducono già autonomamente (non credo si accoppino perché sono sparsi spesso in solitaria, credo che il loro numero aumenti per un fenomeno di partogenesi), se poi potessero inserirsi anche tramite posta o corriere, la situazione mi scivolerebbe di mano in pochi giorni!

E non venite a dirmi di buttarli via, mia moglie si ricorda ancora di campioni che le ho buttato nel 2007 e che conservava da alcuni lustri, come bottiglie di Barolo! Vogliamo risolvere una volta per tutti questa maledetta crisi? Tassiamo i campioni, prima che la nostra civiltà ne finisca sommersa