“Sono su una spiaggia dorata di fronte alle acque cristalline dell’oceano”, “Non pensavo che dalla cima dell’Himalaya ci fosse una vista così mozzafiato”, “Che bello passeggiare sui boulevard parigini”, “Il panorama delle Ande che si stagliano contro il cielo è semplicemente magnifico…”.
Probabilmente sarà capitato anche a voi di avere un amico, un amico di amico, un conoscente o uno che è finito nella vostra lista di amici di Facebook senza che ve ne siate resi conto che ad un certo punto decide di pubblicare il suo sentire durante le vacanze. Ebbene, se in fondo condividere le foto di un viaggio è una delle più antiche e odiose attività con cui appestare i conoscenti vantandosi ancora una volta di un viaggio a cui si è partecipato, farlo in diretta è davvero diabolico. Ma santa pazienza, con la crisi che c’è ti sei pagato un viaggio dall’altra parte del mondo, se di fronte ad un meraviglioso panorama e non trovi di meglio da fare che pistolare sul tuo cellulare?
Il minimo che ti possa accadere è che cominci a piovere, e poi vai a scoprire che dei tuoi amici ti ha mandato il malagurio azzeccato…
Un calendario così nefasto non l’avevo mai visto. Il 25 aprile che cade il giorno di Pasquetta (o Lunedì dell’Angelo come dice chi ne sa), e pochi giorni dopo la logica conseguenza di vedere volatizzare il primo maggio di domenica. E dire che hanno fatto storie per l’innocua festa del 17 marzo.
Purtroppo non c’è molto da fare, quest’anno va così, mettiamo l’animo in pace. I ponti di primavera di questa estate saranno un po’ come il ponte di Messina: un miraggio di cui parlare per ammazzare il tempo sapendo che non esiste nella realtà.
Visto che dobbiamo festeggiare due feste in una, facciamo che questa festa sia doppia. Auguri auguri
Ti tendi conto che il tempo passa perché i tuoi obiettivi principali non si pongono più di scalare vette impegnative (diventare più forte, diventare più intelligente, diventare più bello) ma di rallentare il più possibile la discesa (perdere meno diottrie possibile da vicino, perdere i capelli con dignità, dissimulare i primi acciacchi alla memoria, difendersi con dignità nelle partite di calcetto, diventare insomma meno forte, meno bello e meno intelligente ma con dignità).
Alla fine è arrivato anche lui. Il quinto cestino della spazzatur in casa mia. Dopo l’indifferenziato (e pensare che una volta c’era solo lui), l’organico, il vetro, sono arrivati anche plastica e carta (che prima erano uniti). A parte le pile e i medicinali scaduti, che per ora non hanno un cestino loro ma spingono per ottenenerlo…
Niente da dire sull’importanza della raccolta differenziata, se fatta bene è l’unica speranza per una società sprecona come la nostra. Però in cuor mio spero che il quinto cestino sia l’ultimo: persino il mio istinto ecologista va in crisi all’idea che un giorno potremo avere un cestino per la finta pelle, un cestino per il legno, uno per il legno Ikea, uno per l’organico vegetale, uno per l’organico animale, uno per le bottiglie di vetro, uno per i barattoli, uno per i pannolini con il ripieno, uno per quelli senza, uno per tutti i quotidiani, uno per il Giornale e Libero (vanno smaltiti con procedure apposite)…
Quand’ero piccolo mi piaceva la neve. Perché ero piccolo. E perché non c’è la neve, in Puglia.
Magari a Martina Franca, lassù, sulle vette ben oltre i 300 metri, un po’ di neve c’era. Ma dalle mie parti era giusto un’infarinatura buona per fare festa a scuola e giocare a palline di neve prima che si sciogliesse.
Quella dell’Appennino invece è neve.
È neve eccome perché ti entra nelle ossa e te le attraversa come raggi x, solo che anziché stampare una lastra stampa te su una lastra di ghiaccio.
È neve perché mentre ci affondi senti una voce dentro che si avvicina gridando “reumatismiiiiii”.
È neve perchè altro che infarinatura, quando supera un metro la frittata è fatta. Anzi, la ciambella, e inutile fare riferimenti al buco tanto si è capito di chi è la parte offesa.
È neve perché il tuo corpo nemmeno trema, tale è lo shock termico a cui si è sottoposto, e decide che è meglio congelare in fretta piuttosto che battersi e ghiacchiarsi tra inutili agonie.
È neve perché le tue gomme termiche scivolano come quelle normali, ma con più eleganza.
È neve e non è vero che sotto c’è il pane, sotto al massimo c’è la merda congelata del cane del tuo vicino che tornerà a fiorire fra qualche giorno come se appena sfornata.
Quando mia figlia ha visto la prima volta la neve, le ho detto che quella è la pupù degli angeli.
Ma mentre noi bravi genitori provvediamo subito alla rimozione, nostro Signore, con tutti gli impegni che ha, talvolta ci mette dei giorni prima di ripulire le strade.
I biscotti impacchettati uno per uno, conservati dentro la più ampia confezione di plastica. Il bagnoschiuma racchiuso nella bottiglia di plastica contenuta da una confezione di cartone, con allegato un fogliettino pubblicitario di carta. Il software su cd, venduto in una bustina di plastica trasparente contenuta da una scatola di cartone inutilmente grossa.
Persino il prosciutto del salumiere ha più carta intorno che sostanza, ormai. Prima di parlare di discariche, inceneritori e raccolta differenziata, vogliamo una volta per tutte proibire per legge il packaging ossessivo a cui ci hanno sottoposto i produttori negli ultimi anni?