Una volta si diceva che non c’era più la mezza stagione, e finiva lì. Dall’inverno all’estate, tutto d’un tratto.
Adesso la faccenda si è complicata.
Adesso le stagioni hanno i flashback, come gli episodi più ingarbugliati di Lost.
E improvvisamente non sai più se sei a Bologna nel maggio 2010 o nella tundra ucraina del 1800, non sai più se è primavera o sta per finire l’autunno, hai l’impressione di aver sentito quel freddo ma non era maggio, era il gennaio del 2003. Non so se il clima è impazzito, ma sicuramente si è rotto i capasisi di noi e delle nostre fabbriche puzzone e ìn un modo o nell’altro ce la sta facendo pagare.
Io intanto torno a recuperare i maglioni invernali messi frettolosamente da parte e li accosto al costume da bagno, così sono pronto sia ad un flashback nella neve che ad un flashforward sotto l’ombrellone.
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Primavera
Godiamocela, perché non durerà molto. Silenziosa, impercettibile, suadente, è arrivata la bella stagione.
La settimana scorsa avevamo gli scarponi da neve e la maglia interna di lana, ecco che improvvisamente ci sentiamo a nostro agio in camicia e mocassini. Nessuno può prevederne la durata, ma si sa, non è vero che non ci sono più le mezze stagioni, ma è vero che durano pochissimo, un mese, una settimana, un giorno. Come tutto ciò che è bello, ma vissuto e colto al volo finché c’è. Spegniamo il riscaldamento e non accendiamo ancora il condizionatore, in questo breve idillio in cui la natura è benevola nei confronti del nostro organismo. Verranno le sudate e l’umidità al 98%, verranno le insolazioni e i cali di pressione, non temete: ma almeno ci sarà stata questa primavera di cui avere nostalgia.
Spreconi
Periodicamente ci capita di fare acquisti più o meno ecologici, piùo meno intelligenti che servano a farci sentire a posto con la coscienza.
La carta riciclata, il sacchetto biodegradabile. Però sono scuse, perchéla verità è che continuiamo a essere immersi in un mondo basato su uno spreco. Un utilitaria di dieci anni, non importa se ancora perfettamente funzionante, non è assicurabile per un valore superiore ai 1000 euro.
E se si ammacca il paraurti, il carrozziere per cambiartelo ti chiede 800 euro. Per un auto che nominalmente ne vale 1000. Dove sia il trucco non lo so, il risultato è che quell’automobile, che a Cuba o nell’Africa equatoriale sarebbe un lusso, finisce ad ingrossare il mucchio di rottami di qualche discarica. E che dire delle batterie dei cellulari? Si scarica la batteria, si butta il cellulare.
E le cassette di birra, per le quali si rendevano i vuoti?
E i televisori? Io me lo ricordo ancora il tizio con la sua borsa nera da tecnico e i suoi schemi stampati fittissimi, che si nascondeva dietro il televisore, osservava,smontava, cambiava un pezzo e per magia tornava a farla funzionare. Pensate che oggi qualcosa del genere sarebbe possibile?
Siamo degli spreconi e anche se ci sforziamo di risultare solidali, equi non lo siamo per niente.
Il riscaldamento globale
Per carità, io ci credo al riscaldamento globale del pianeta. Ci credo al buco nell’ozono e all’effetto serra che rischia di soffocarci.
Ci credo allo scioglimento dei ghiacciai e al conseguente innalzamento del livello del mare che rischia di far scomparire isole e coste. Non sono mica uno di quei balordi sedicenti scienziati negazionisti che si affrettano a tranquillizzare dicendo che va tutto bene, per permettere a chi li paga di continuare a inquinare.
Ci credo.
Ma ieri, mentre aspettavo il treno con oltre dieci gradi sottozero passeggiando tra il ghiaccio per evitare che i piedi mi diventassero blu, ho pensato che se questo è il riscaldamento globale, e lo è, allora non voglio nemmeno pensare cosa fossero le ere glaciali…
La calcolatrice
I nuovi sistemi operativi si arricchiscono continuamente di nuovi programmio integrati, alcuni utili altri meno, nuove funzionalità, soprattutto nuove veste grafiche.
Per cui le finestre diventano tridimensionali, trasparenti, le guide diventano dei cartoni animati che parlano (non so voi ma io quel cagnolino di Office lo odio), tutto luccica. In questo tripudio di luci e colori, c’è però qualcosa che rimane ancorato, chissà perché, agli anni ottanta.
Ed è tanto più strano perché in fondo prima di essere stati pc i computer erano soprattutto "calcolatori". L’avrete capito, mi riferisco all’applicazione "calcolatrice", che sembra davvero una Trabant in una concessionaria di Ferrari e Maserati. Grigia, bidimensionale, addirittura con un asterisco al posto del "per".
Senza possibiltàdi salvare, copiare, incollare, niente.
Un angolo di storia che sopravvive nei nostri computer, a ricordarci come siamo stati, e magari a procurarci un po’ di nostalgia
Ballata in sud minore
Ultimamente sto scrivendo meno sul blog Un po’ perché ho avuto poco tempo, un po’ perché l’ho dedicato a chiudere il mio terzo libro (quarto se si considera anche la parentesi de "La concorrenza sleale dell’ombelico).
Si tratta di un romanzo, il titolo è "Ballata in sud minore". La storia di un gruppo di adolescenti che vivono la provincia meridionale tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta. Un libro indiscutibilmente intriso di toni autobiografici, com’è ovvio visto che la prima stesura risale a quasi quindici anni fa.
Insomma, non è ancora disponibile ma qui potete saperne qualcosa di più. Oltre alla simpatia nei confronti dell’autore di questo blog (eh eh eh) c’è anche un altro motivo per cui vi invito spudoratamente a comprare e regalare questo libro.
Il ricavato dalle vendite infatti sarà devoluto all’ASSOCIAZIONE DYNAMO CAMP ONLUS che si occupa di terapia ricreativa per bambini con patologie gravi e croniche. Per una volta il giovane papà ha motivi per essere orgoglioso del giovane scrittore.
http://www.ilclubdeilettori.com/prodotto-143551/Ballata-in-Sud-Minore-di-Carmine-Caputo.aspx