Archivi categoria: Personal Edition

Balliamo su un mondo… di monnezza

Un altro Heineken Festival si avvicina: il solito Vasco Rossi, ma anche i Police, i Linkni Park. Niente male per gli appassionati di musica rock.
Unico dettaglio: l’happening è di nuovo proposto al Parco San Giuliano di Venezia, su quell’enorme discarica a cielo aperto che la genialità di qualche amministratore ha trasformato nell’isola del divertimento. In fondo basta qualche palata di terra a ricoprire i rifiuti, e pazienza se le strutture cedono e, come è accaduto l’anno scorso, finiscono addosso ai ragazzi ferendone qualcuno.
Non ci andrò. Se devo ballare sulla monnezza, preferisco andarmene a Napoli, dove almeno non mi chiedono il biglietto d’ingresso…

Dalle 6 alle 8

Alcuni amici mi hanno chiesto quando trovo il tempo per scrivere, considerando il tempo passato in ufficio, un minimo di ore da dedicare al sonno e le funzioni vitali.
La risposta è semplice: la domenica, dalle sei alle otto. In pratica la scrittura ha riempito nella mia quotidianità il vuoto lasciato da Novantesimo Minuto. Sì perché quel clone indegno trasmesso dalle televisioni commerciali, con un gol e venti minuti di dibattito tra la velina e l’ospite fisso che commentano il prezzo del cartellino della nuova promessa uzbeka, proprio non si regge. E così, dalle sei alle otto, prendo il mio storico portatile del 97, e comincio a scrivere. Ovvio che non posso reggere il passo di Grisham e o King, con le loro 400 pagine all’anno. Io scrivo una pagina alla settimana, e mi ci vogliono tre o quattro anni per pubblicare qualcosa di decente.
Però non mi lamento, almeno fino a quando riuscirò a difendere le mie due ore la domenica pomeriggio, la mia carriera proseguirà nel suo lentissimo inesorabile corso di soddisfacente insuccesso.

Fotocopiatrici e futuro

Sui passi da gigante fatti dalla tecnologia scrivono e dibattono già troppi blog. Telecomunicazioni, elettronica di consumo, intrattenimento. Più divertente, e quindi in linea con questo blog, è osservare quando la tecnologia arranca, si affanna, barcolla. Pensiamo per esempio alla fotocopiatrici. Si, è vero, adesso hanno uno schermetto lcd al posto delle spie. Qualche volta è addirittura a colori. Qualche volta ancora, se si inceppa la carta, ti fa vedere un mini cartone animato spiegandoti che la carta si è inceppata.
Ma il problema è un altro, il problema è la carta che si inceppa. Il resto sono palliativi. Se volete, aggiungere questi gadget tecnologico è stato come mettere l’autoradio sul dirigibile: si magari è più comodo, ma la gente continuerà a prendere l’areo perché il dirigibile di tanto in tanto prende fuoco. Però evidentemente gli ingegneri e i ricercatori non hanno fatto molti progressi in questo settore: quando fotocopiavo i libri all’università (ops… si può dire?) le fotocopiatrici no-frills avevano due spie soltanto, è lampeggiavano quando la carta si inceppava.
Adesso c’è il siparietto in 3d, ma ad aprire il cassetto, bruciacchiarmi le dita, strappare i residui di carta e ricominciare da capo tocca sempre a me. Almeno fino a quando qualche anima buona non chiamerà l’assistenza tecnica, un settore che dopo quindici anni non sembra affatto avvertire la crisi…

Una buona notizia per i consumatori

Chissà come mai ultimamente sono più ottimista del solito, e di nuovo osservo un comportamento positivo: è quello di alcuni supermercati (nella fattispecie il Plenty, ma spero siano in tanti) di applicare uno sconto del 50% alla merce in scadenza. Se ci fate caso è una situazione, direbbero gli americani, win-win, dove cioè tutti hanno da guadagnarci: il consumatore, che risparmia e compra qualcosa nella consapevelozza di doverla consumare entro breve; il venditore, che non porta al marcero quintali di merce invenduta.
Io per esempio quando mangio uno yogurt guardo l’anno di scadenza, mica il giorno, anche se mi rendo conto che certe volte dovrei mangiarlo prima che cominci a muoversi da solo. Per cui, sono contento di pagarlo meno.
Ma come me penso farebbero in tanti. Certo, magari il supermercato quella merce vorrebbe venderla a prezzo intero fino alla data di scadenza (e in alcuni casi anche dopo, tanto non se ne accorge nessuno); ma un po’ di sconto volto al risparmio, anziché allo spreco (fermate il 3×2! Già l’1 è più che sufficiente!) farà bene a noi e agli altri

La voglia e l’agenda

Sabato mattina mi sentivo in vena di tagliarmi i capelli. Sì perché io per tagliarmi i capelli non ho bisogno di un appuntamento importante, di un’esigenza estetica o di una ecessità biologica: bisogna che ne abbia voglia. E sabato ne avevo voglia, ero dell’umore giusto. Purtroppo però quando mi sono recato al solito barbiere ho ricevuto uno sguardo di dissappunto: niente appuntamento? Torni fra tre ore.
Siccome in questa città c’è un parrucchiere ogni dieci metri, ne ho provati altri, con lo stesso risultato: agendina, sospiro, non c’è posto. I bolognesi tendono ad ottimizzare il tempo, lo spazio, le attività: senza le ossessioni milanesi, ma con un agenda molto più fitta di quella che potrebbe avere un pugliese. Ovviamente io faccio non poca fatica ad adattarmi a questo modo di vita: però ce l’ho fatta. Alla fine uno libero l’ho trovato.
Un’ora dopo, certo, ma con la serenità di chi si prende il lusso di poter ancora fare qualcosa perché ne ha voglia.

Il lesso davanti

Il lesso davanti te lo ritrovi sempre quando hai fretta, quando piove, quando c’è traffico, insomma quando
tra te e il piacere della guida c’è un abisso più profondo del Gran Canyon. Il lesso invece non ha
fretta, barcolla tra un bordo e l’altro della carreggiata, se c’è una striscia a dividere le corsie
spesso la cavalca orgoglioso con il suo inconfondibile moto ondulatorio.
Non cerca parcheggio, il lesso,
è semmai alla ricerca di una sua più esistenziale collocazione nel mondo. Andare va, ma è come se ci
fosse solo lui e la strada, e pazienza se gli altri automobilisti per evitarlo, scansarlo o superarlo
devono compiere le fatidiche fatiche d’Ercole. Il lesso è contento così, lui il piacere di guidare lo
prova sempre, ondeggiando a venti allora, e lasciando che a cuocere a fuoco lento sia chi gli sta dietro.

Tanto lui è già lesso da un pezzo.