Due microprocessori da quasi 2ghz l’uno, una memoria sconfinata di 2Gb, hard disk di ultima generazione… Con il mio nuovo computer pensavo di far faville, sfrecciare su Internet o aprire 10 programmi alla volta.
E invece eccomi qui, con il computer che grazie a quella meraviglia di Windows Vista arranca sui driver, scalpita, crea memoria virtuale, raggiunge il 98% di uso della cpu, fa girare a manetta l’harddisk, accende decine di spie, va probabilmente in overclocking, si agita, si concentra… e dopo un paio di minuti riesce ad aprirmi la posta elettronica. Aspettanto il service-pack, che probabilmente richiederà due nuovi banchi di memoria ram per giocare a campo minato…
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Il bello di poter cambiare
Alcuni mi hanno chiesto come mai sono passato dalla comicità diretta di "Bello dentro, fuori meno" ai toni un po’ noir un po’ gialli di "Bologna l’oscura". E come mai ho lasciato l’ambientazione di Statte per quella di Bologna. La risposta è che essendo uno scrittore della domenica (nel senso che ho il tempo per scrivere solo nel weekend) posso permettermi il lusso di scrivere con estrema libertà più o meno senza pensare se quello che farò apparterà a questo o quell’altro genere. E poi questo è il mestiere dei critici, non degli scrittori… Quanto a voi, non vi stupite se il mio prossimo lavoro sarà fantasy. Oppure horror. Oppure un romanzo di iniziazione. Oppure niente, se non riesco a convincere di nuovo l’editore…
Di ritorno dalla fiera di Roma
Eccomi di ritorno da Roma dove ho presentato "Bologna l’oscura".
Brevi considerazioni:
- i lettori ci sono, purtroppo mancano i distributori.
- L’editoria "piccina" è molto più fresca e vitale di quella grande
- I miei libri sono indiscutibilmente apprezzati dal pubblico femminile non più giovanissimo
- La prossima cosa che scrivo sarà dedicata al pubblico femminile non più giovanissimo…
Bologna l’oscura
Ebbene sì, sono arrivato al secondo libro: si chiama Bologna l’oscura, e per ora lo trovate su ibs e fiera libro. Spero prima o poi anche nelle librerie vicino a casa vostra, ma su questo vi terrò aggiornati…
Eppure mi sembrava
Se vi capitasse la mattina dopo le otto del mattino di imbattervi a Bologna in un trentaduenne sperduto che si guarda intorno un po’ assonnato, un po’ spaesato, innervosito, non preoccupatevi e non chiamate i soccorsi.
Sono io che di nuovo dimenticato dove ho parcheggiato la macchina la sera prima
I pacchi della posta
C’era una volta l’ufficio postale. Tu ci andavi con un pacco, e il postino lo portava da qualcuno. Oppure andavi a ritirare un pacco che ti avevano inviato e che non ti avevano potuto consegnare. Certo, in posta si ritiravano anche le pensioni e si pagavano vaglia e bollettini, ma come dire, si trattava di servizi accessori.
Adesso in posta si comprano televisori al plasma e cd, si richiedono mutui, si fanno investimenti, si fanno bonifici. Andrebbe anche bene, non sono convinto che uno che ha fatto il postino per trent’anni il giorno dopo diventi un bancario provetto, ma sono dettagli, via. Più che altro, il problema è un altro: i pacchi.
Cari signori delle poste, capisco che adesso dovete guardare la redditività, le revenues, la produttiva e i margini operativi, ma se continuaste anche a spedire e trasferire lettere e pacchi, saremmo tutti più contenti. Uno sportellino verde con il dipendente più stressato contro 15 sportellini gialli non mi sembra un rapporto equo…