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Il primo indirizzo e-mail

Il primo vecchio e-mail non si scorda mai. Quello che ci ha avvicinati ad Internet, che ci ha dato accesso alla rete, che ci ha aperti il mondo dei contatti via web. Il mio primo indirizzo e-mail era legato all’Università, quindi l’ho perso automaticamente dopo la laurea. Il secondo, dopo alcuni infasti post su directory o forum, è diventato il bersaglio preferito di spammer di ogni lingua, religione e misura. Cosicché l’ho abbandonato.
Eppure, ieri, è tornato a rivivere, e lo ha fatto alla grande: desideravo contattare una persona ma non  ci riuscivo con i nuovi indirizzi. Ci ho provato con quello vecchio, e lui ce l’ha fatta! Nessun mistero, forse l’indirizzo vecchio era i qualche "lista bianca", veniva riconosciuto buono dal sistema del destinatario, e lasciato passare. Il nuovo invece si infrangeva sul sistema antispam.
Questo mi costringerà a tenere in vita anche il mio secondo indirizzo, a parte il terzo che avrebbe dovuto sostiuirlo, quello aziendale, quello legato a questo sito, quello fornito dal mio provider. Non c’è che dire, poi riempire una mailing list solo con le mie identità virtuali…

Chi l’ha Vista

Due microprocessori da quasi 2ghz l’uno, una memoria sconfinata di 2Gb, hard disk di ultima generazione… Con il mio nuovo computer pensavo di far faville, sfrecciare su Internet o aprire 10 programmi alla volta.
E invece eccomi qui, con il computer che grazie a quella meraviglia di Windows Vista arranca sui driver, scalpita, crea memoria virtuale, raggiunge il 98% di uso della cpu, fa girare a manetta l’harddisk, accende decine di spie, va probabilmente in overclocking, si agita, si concentra… e dopo un paio di minuti riesce ad aprirmi la posta elettronica. Aspettanto il service-pack, che probabilmente richiederà due nuovi banchi di memoria ram per giocare a campo minato…

Il bello di poter cambiare

Alcuni mi hanno chiesto come mai sono passato dalla comicità diretta di "Bello dentro, fuori meno" ai toni un po’ noir un po’ gialli di "Bologna l’oscura". E come mai ho lasciato l’ambientazione di Statte per quella di Bologna. La risposta è che essendo uno scrittore della domenica (nel senso che ho il tempo per scrivere solo nel weekend) posso permettermi il lusso di scrivere con estrema libertà più o meno senza pensare se quello che farò apparterà a questo o quell’altro genere. E poi questo è il mestiere dei critici, non degli scrittori… Quanto a voi, non vi stupite se il mio prossimo lavoro sarà fantasy. Oppure horror. Oppure un romanzo di iniziazione. Oppure niente, se non riesco a convincere di nuovo l’editore…

Di ritorno dalla fiera di Roma

Eccomi di ritorno da Roma dove ho presentato "Bologna l’oscura".
Brevi considerazioni:

  1. i lettori ci sono, purtroppo mancano i distributori.
  2. L’editoria "piccina" è molto più fresca e vitale di quella grande
  3. I miei libri sono indiscutibilmente apprezzati dal pubblico femminile non più giovanissimo
  4. La prossima cosa che scrivo sarà dedicata al pubblico femminile non più giovanissimo…