Sicuramente sono più eleganti; sicuramente più luminosi; occupano meno spazio. Però, diciamolo una volta per tutte, con questi schermi LCD si vede peggio che con il vecchio tubo catodico.
Il marketing dell’elettronica di consumo ci ha spiegato con straordinaria abilità che senza schermi piatti non si vive, e noi l’abbiamo bevuta, ma in termini di qualità, signori miei, non c’è gara.
Personalmente non ho voluto sbilanciarmi prima di possedere uno di questi fatidici schermi; ma da qualche giorno ce l’ho in ufficio, e soprattutto per l’ambito multimediale (video, animazioni ma anche foto) sono assolutamente insoddisfatto.
Andate in un centro commerciale, lasciate perdere le chiacchiere del venditore o del cugino esperto che vi ha rimbambito a colpi di HDMI, HDReady, 1024xchissàche, progressivo e interlacciato, risoluzione e ansilumen.
Fidatevi dei vosti occhi, solo di quelli, e osservate un vecchio televisore con il tubo catodico, e un nuovo lcd.
Non c’è gara, i colori sono più reali, il contrasto più naturale, il movimento non lascia tracce. Occupava spazio, non era HD, ma il tubo catodico era un’altra cosa.
Se continua così, in un futuro non troppo lontano avremo megaschermi sottilissimi con la risolizione di un microscopio elettronico nei quali, con qualche sforzo,individueremo delle forme e delle ombre colorate.
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L’anno promette bene
Se si deducono le caratteristiche di un anno dal modo in cui si è trascosta al vigilia, allora il 2007 sarà semplice, forse un po’ spoglio, spontaneo, ed estremamente divertente!!!
Riscopriamo le compilation
A dieci anni avevo un registratore altamente tecnologico dotato di microfono, che posizionavo accanto al televisore. A quel punto redarguivo chiunque respirasse troppo rumorosamente o rovinasse in qualche modo la mia registrazione, che in ogni caso era mozzata, rovinata, interrotta, con la voce del presentatore all’inizio della canzone e gli applausi alla fine.
Poi ci fu un avanzamento notevole, cioè il radioregistratore che permetteva di registrare direttamente dalla radio, senza la voce di mia madre che parlava al telefono o il rumore dei piatti in cucina: la connessione era interna. Meraviglia, anche se quasi tutte le mie canzoni avevano la voce dello speaker all’interno della canzone, di solito sull’assolo della chitarra.
E poi il terzo definitivo passaggio, il duplicatore di cassette, con il quale nacque l’era delle compilation, le cassette fatte con le canzoni preferite che si passavano alle amiche per fare colpo.
E adesso?
Adesso, siano esse acquistate onestamente, siano il frutto di peer to peer o pirateria casereccia (tra l’altro molto più efficace del vecchio duplicatore di cassette), i ragazzi hanno praticamente tutto nei loro archivi. La tecnologia è avanzata, certo, ma la nostra giornata è ancora di 24 ore: occorre riscoprire le compilation. Lo so che hai tutte le canzoni di tutti i gruppi rock della storia, sul tuo pc. Ma se vuoi fare colpo sulla tua compagna di banco, falle ascoltare solo quelle scelte da te…
Scrocconi multimediali
Da qualche tempo ho notato la presenza, sotto casa, di ragazzi dotati di pc portatile.
Non pensate a spie od osservatori celati, tutt’altro: sono presissimi dalla loro attività e non si curano di ciò che accade intorno. Fa un certo effetto in una tarda e fredda serata invernale osservare una ragazza, rannicchiata nel cappotto, seduta sul marciapiede di un palazzo buio, smanettare con un pc. Siccome sono curioso ho cercato di capirne di più, e sono arrivato ad una conclusione bizzarra ma plausibile: nel mio palazzo qualcuno ha una rete wireless ed un abbonamento Internet non particolarmente protetto.
Ho infatti notato nel pc di uno degli avventori del marciapiedi la classica chiavetta blutooth che permette di accedere alle reti: con quello che costa Internet, qualcuno deve aver scoperto che qui si naviga gratis, e anche se fa freddo, viene a controllarsi la posta elettronica alle dieci di sera. Di gente che naviga a sbafo del vicino di casa ne avevo già sentito parlare, ma questa è la prima volta che scopro un marciapiede multimediale.
Chissà se dovremo abituarci a neo-rabdomanti multimediali muniti di pc e chiavetta alla ricerca per strada non di oro o acqua ma di collegamenti a Internet.
Intanto speriamo che non si sparga la voce, non vorrei ritrovarmi un raduno di scrocconi sotto casa, già è difficile trovare parcheggio, ci mancano solo loro…
Liberate Babbo Natale
La fine delle feste (ho sempre considerato il rientro post-natalizio il più doloroso in assoluto) porta malumore, sconforto, irritabilità, nervosismo. E allora cerco una buona notizia.
E la trovo, scavando con accortezza: finalmente verranno infatti i rimossi a questo punto gli orrendi babbi natali appesi un po’ ovunque e mortificati a pancia giù contro case, balconi, terrazze. Non so chi abbia cominciato, la prima volta che ne vidi uno (credo fu in Irlanda 6 anni fa) pensavo fosse buffo:era grande, stava su un tetto e sembrava puntare al comignolo). Poi, come sempre succede, la moda ha travolto tutto, e questi poveri simulacri sono stati costretti a quindici giorni di umiliazione, sballottati dal vento, ridicolizzati dalla pioggia, scherniti da piccioni e passanti. Oltre tutto molti di loro erano sagome solo retro, e perciò se si voltavano sembravano spaventosi uomini senza volto.
Non si fa così.
Sarà anche un simbolo consumista, un pupazzo creato dalla Coca-cola stravolgendo l’icona di un santo popolare, però un po’ di rispetto Babbo Natale se lo merita. Se proprio volete appenderlo, l’hanno prossimo, abbiate il buon gusto di rimuoverlo dil 26 dicembre, a missione compiuta.
Anche lui ha diritto a tornare a casa.
Buon qualcosa
Quest’anno, mi raccomando, non augurate “Buon Natale” per non turbare i vicini ebrei che potrebbero essere sconvolti da tale augurio e accusarvi di antisemitismo; evitate di mangiare bistecche bovine che come sapete potrebbero turbare il sonno del compagno di classe indù di vostro figlio.
Non azzardatevi a comprare spumante perché i musulmani non bevono alcol e potrebbero accusarvi di razzismo. Se fate il presepe, assicuratevi di inserire almeno una coppia di pupazzetti gay, per evitare di discriminarli con la vostra fissazione retrograda per la famiglia.
E assicuratevi che accanto a Babbo Natale ci sia Mamma Natale (no no no la Befana non è un simbolo di donna evoluta, maschilisti che non siete altro, e poi quella scopa tra le cosce è sessista). Non augurate buon anno a nessuno, perché il nostro calendario non è riconosciuto in tutto il mondo, e limitatevi a fischettare la canzone natalizia di John Lennon, tutte le altre sono clericoreazionarie. Fischiettare, non cantare, perché le parole sono scritte nella lingua della potenza imperialista ed è meglio evitare.
Se mettete una coroncina di fiori alla porta, assicuratevi che gli steli siano immersi nella terra con tanto di radici, perché un ambientalista potrebbe trasalire passando davanti a casa vostra e se proprio volete mangiare tacchino, che sia di un animale morto di vecchiaia.
Detesto il politically correct.