Archivi categoria: Personal Edition

Vigilate sulle vigilesse!

Non so se le barzellette sui carabinieri siano vere, di certo ci sono certe gustose vicende sui vigili urbani di Bologna che meritano di essere raccontate. Domenica sera, porta San Donato, svolto a sinistra per via Malaguti. Di fronte a me, una coppia di simpatiche e brillanti vigilesse uscite da un master in furbizia ad Harvard in mette la freccia per svoltare a sinistra in direzione opposta. Piccolo dettaglio: svoltare in via Irnerio per chi viene da viale Filopanti come le due talentuose giovani fanno è vietato. Lo fanno tutti perchè fare il giro è noioso, e lo fanno anche le due luminari universitarie in astuzia.
Mi innervosisco, perché dovrebbero dare il buon esempio, ma tollero. Ma le due future premi nobel a questo punto danno il colpo di grazia: cominciano a sfanalarmi, mi costringono ad abbassare il finestrino indicando che non potrei svoltare a sinistra perché sarebbe corsia preferenziale. Spiego alle due scienziate che via Malaguti è preferenziale – e solo per una corsia – in senso opposto, e purtroppo non faccio in tempo a mostrare che sono loro che stanno compiendo un’infrazione. Che fare di fronte ad un vigile che imbocca una svolta proibita e riprende un automobilista corretto? Niente, raccontarlo sorridendo.
O magari fare un appello a chi, al comune, le ha assunte. Non metto in dubbio i titoli per cui queste due principesse della scaltrezza hanno vinto il concorso. Solo, come cittadino, domando che facciano un corso di scuola guida dopo l’assunzione. Così, tanto per stare certi che i titoli fossero ben documentati.

Essere una donna

Quale modo migliore di festeggiare le donne che citare il testo di quello che è considerato uno dei migliori autori italiani e che ha vinto a Sanremo nella categoria donne?

Essere una donna
non vuol dire riempire solo una minigonna
non vuol dire credere a chiunque se ti inganna.
Essere una donna è di più, di più, di più, di più
è sentirsi viva
è la gioia di amare e di sentirsi consolare
stringere un bambino forte, forte sopra il seno
con un vero uomo accanto a sé
Essere guardata
e a volte anche seguita
mi pesa.
Certi complimenti se son rozzi poi ti senti offesa.

Non ci sono parole per commentare la poesia…

Lo zio d’America

Oggi mi è arrivata una e-mail dal Brasile, potenza della rete. Trattavasi di un tale Daniel che è alla ricerca delle sue radici italiane, e voleva risalire ad un suo avo, Antonio Caputo da Salerno. Ha pensato bene di cercare in rete tutti gli Antonio Caputo disponibili (mio padre si chiama così, avrà visto uno dei suoi quadri) e di chiedere loro informazioni. Purtroppo non ho relazioni di parentela con Daniel (gli avrei fatto visita volentieri) però l’idea mi ha colpito. In fondo la rete è uno strumento formidabile per cercare informazioni, perché non provare a tracciare il nostro albero genealogico in questo modo? Io per esempio so di uno zio di mio nonno che in America c’è andato veramente, anche se quella del Nord. Magari dovrei mettermi a cercare i suoi discendenti. Già. E per dirgli che? Per chiedergli se gli piacciono gli spaghetti, il mare e le donne italiane? Per farmi raccomandare e trovare lavoro negli States? Per raccontargli il baratro in cui questo paese sta sprofondando da qualche anno a questa parte? Uhm. Evidentemente non sono preparato. Aspetterò. Che mi trovino loro, nel frattempo mi preparo un discorso intelligente…

Mercatone zero

© Moreno Soppelsa/Photomicrostock

Uno poi si domanda come mai l’economia italiana sia in crisi e i nostri mercati siano colonizzati dagli stranieri. Mi è capitato l’altro giorno di entrare in un negozio Mercatone Uno alle 12,30. So che al contrario di altri grandi magazzini non fanno orario continuato, ma ho pensato che in mezz’ora avrei avuto modo di fare gli acquisti di cui avevo bisogno. Sono un consumatore funzionalista: non amo gironzolare, punto dritto al prodotto.

Errore imperdonabile: in meno di 30 minuti gli altoparlanti hanno annunciato 7 volte la chiusura del negozio, con voci sempre più ansiose e animose. Ad un certo punto ho temuto che stessero per attivare Hal8000 pronto ad annunciare l’autodistruzione del negozio entro pochi secondi. Addirittura una commessa ad un certo punto ha bloccato la porta per evitare la scellerata evenienza che qualche cliente entrasse fuori orario. In un ambiente così sereno ho deciso di non acquistare niente. E lo stesso devono aver pensato gli altri tre (Tre! Di sabato!Questo si chiama successo).

Non è colpa certo dei commessi che hanno diritto alla pausa e probabilmente sono pagati poco, ma certo se la prossima volta andrò nella solita catena di provenienza nordeuropea, avranno ancora meno clienti da cacciare per fare pausa…

Nuovo romanzo in cantiere (anzi, in arsenale, che mi piace di più)

A chi mi chiede se “Bello dentro, fuori meno” avrà un seguito finora ho risposto nicchiando. Ci sto lavorando, dicevo. Adesso penso di poter cominciare a scoprirmi. Nel secondo semestre dell’anno infatti dovrebbe andare in stampa, incrociando le dita, il mio secondo romanzo. Non è un seguito di Bello dentro: pur mantenendo uno stile fortemente orientato all’ironia e all’umorismo, il prossimo romanzo infatti ha la pretesa di uscire dal genere “comico”, un po’ troppo rigido per i miei gusti, per esplorare nuovi terreni. Ci sarà molto sud e molta adolescenza: sembra che io l’abbia fatto per sfruttare una moda, ma a dire il vero la struttura di base risale a quasi dieci anni fa. Di recente l’ho solo rimaneggiata per eliminare alcune ingenuità e alcuni autobiografismi fuori luogo. La parola a questo punto passa all’editore, ma sono fiducioso. In autunno dovremmo avere il libro (che stavolta, anche come spessore, sarà più “sostanzioso”). Mentre voi aspettate comincio a pensare al terzo…
PS Il titolo per scaramanzia non lo svelo. Per ora.

Esce “Buia è la notte” volume secondo

C’è aria di novità e le prospettive per l’anno nuovo sono buone. Intanto ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione di venerdì 28 novembre presso il Similaun di Bologna. Sarà stato il clima conviviale, sarà stata l’aria di festa, sarà stato il vino, ma mi pare che ci siamo proprio divertiti. Venendo alle novità, Nonsoloparole Edizioni ha pubblicato “Buia è la notte”, volume secondo, una raccolta di racconti in cui un gruppo di autori hanno provato a narrare la notte. Racconti scuri, a volta cupi, a volte durissimi, a volte emozionanti. Io ho contibuito con il mio racconto “Il richiamo”

Buon 2006!

Si può concludere un anno in una casa presa in prestito dotata soltanto dei confort, come dire, essenziali, immersa nell’umidità della campagna martinese, giocando a birilli, ciclotappo e discutendo sulle modalità di funzionamento di un caminetto (considerando il clima tarantino, gli esperti o presunti tali sono veramente pochi), e divertirsi un sacco ?
Si può (giudicate dalla foto) se lo si conclude con lo stesso branco di amici con cui si è cresciuti e si sono trascorsi i primi capodanno fuori di casa a diciott’anni, quando si cercava di restare svegli solo per infrangere un record, quando presi dall’euforia si lanciava un razzo direttamente nel balcone del vicino di casa, gli stessi amici con cui si è provata l’ebrezza del veglione (ormai siamo grandi) con conseguente intossicazione alimentare. Certo c’è qualche capello bianco (laddove i capelli ci sono ancora), la tradizionale partita a calcetto di fine d’anno è sempre più fatta di gomitate e mestiere, abbiamo tutti la macchina e il cellulare, c’è qualche new entry, ma insomma, la capacità di divertirsi insieme è rimasta la stessa.
Prima che questo articolo assuma una deriva malinconica che non mi piace ricordo che per la cronaca i giochi sono stati vinti dai Preamboli che hanno superato i Paperi Gialli e Alessio, che l’organizzazione è stata impeccabile e che l’anno prossimo se qualcuno calpesta i miei pannelli lo caccio via a calci nel sedere.

Buon 2006