Archivi categoria: Personal Edition

Simpatiche tangentuzze

Perché in Italia si spendono 30 euro per un certificato medico necessario – obbligatorio – per fare sport, scritto svogliatamente da un medico che a volte ti visita e a volte ti chiede solo se stai bene, e quando invece doni il sangue ti misurano la pressione, ti controllano il cuore, per non parlare di analisi del sangue e dell’urina, MA NON POSSONO
SCRIVERE SU UN PEZZO DI CARTA CHE STAI BENE? Ovvio che userei quel pezzo di carta per iscrivermi in palestra, ma uno o sta bene o no. Questi 30 euro mi sembrano una di quelle tante, piccole, invisibili, legali tangentuzze (e non si offendano i medici, è lo stesso per certe firme di professionisti quali notai o geometri) che impediscono al nostro paese di essere finalmente, definitivamente e senza ombra di dubbio un paese normale.
PS Oggi ho donato il sangue: fatelo anche voi, se potete. So di non essere un granché come testimonial, ma neanche la Ruta mi pare abbia poi tutto questo potere persuasivo (l’ho vista su un manifesto dell’Avis, la cosa migliore che abbia fatto dopo l’Isola dei Morti di
Fama 1). Fatelo e basta. Poi vi offrono la colazione gratis…

Buon viaggio ragazzi

Non amo particolarmente i blog molto intimi, che raccontano sin nei dettagli la sfera privata dell’autore.

Credo che la sua intimità appartenga a lui soltanto e come tale mi sento quasi in imbarazzo quando leggo nei blog le vicende sentimentali di Pippo che ha scoperto che Mary85 lo tradisce con Lallissimo da ormai 5 mesi con reciproca soddisfazione. Mi verrebbe da dire a Pippo: hai visto cosa succede a passare troppo tempo con il tuo blog trascurando le relazioni umane?

Ma oggi voglio fare un’eccezione. Oggi è una data importante, una di quelle che chiudono un capitolo della tua storia e ne aprono un altro. Come il 15 settembre del 94, quando vinsi il test di Comunicazione a Bologna, o il 14 luglio 2000, in cui mi laureai, o il 9 maggio 1998, che per me è importante ma non vi dico perché (leggi sopra).

Oggi è partito il mio compagno di stanza con cui ho diviso la camera per quattro anni, e a ruota partiranno anche gli altri compagni di appartamento. Non mi piace la retorica e poi sono già abbastanza malinconico di mio (la mia vita in questo momento sembra un film di Kurosawa con la colonna sonora di Reveal dei Rem, yuppie!).

A loro dico: buon viaggio ragazzi, è stato bello percorrere un pezzo importante di strada insieme. Spero che la mia futura moglie abbia la stessa vostra sconfinata tolleranza nei confronti dei calzini in soggiorno, del casino la mattina (perché la borsa non è mai dove credi di averla lasciata?) del dentifricio sul rubinetto del bagno e dello sciacquone non tirato per sbadataggine.

Lo spero proprio. Buon viaggio, e grazie.

Fever Nights, fever nights, fiva’…

Cos’è che cambia, qual è la molecola che entra in circolo in un determinato istante della vita e che ci impedisce di smaltire facilmente una nottata di baldoria (ieri ho fatto le 4 ballando sulle panche della Buca delle Campane, un locale mitico per gli universitari bolognesi e non solo)? Perché dieci anni fa potevo fare le 4 tutti i weekend e adesso mi sento come se al posto della testa avessi uno di quei bottiglioni aziendali capovolti da sala riunione? Potrei dirmi che è colpa dell’età, sto invecchiando, sto perdendo forza, magari sto pagando le conseguenze degli eccessi di dieci anni fa. Potrei dirmelo, ma sarebbe una balla. La verità è che dieci anni fa per vivere dovevo leggere libri quasi sempre interessanti, ascoltare conferenze quasi sempre interessanti e poi una volta ogni tre o quattro mesi chicchierarne amabilmente con un professore. Al limite potevano chiedermi di scrivere qualche pagina. Oggi per vivere devo seguire spesso progetti
sconclusionati che infatti non avranno conclusione, risolvere problemi creati da altri e trovare giustificazioni convincenti per idee che mi hanno imposto e che trovo balorde.
Per forza arrivo cotto al venerdì sera…

Gli oroscopi mi fanno sorridere

Non credo agli oroscopi. Quando li leggo mi viene da ridere. Mi diverte leggerli di tanto in tanto, cercare di scoprire i trucchi e il mestiere che c’è dietro agli autori, ma non ci credo. Magari danno un po’ di ottimismo (e sappiamo tutti ormai che l’ottimismo è il sale della vita, e fa alzare la pressione), in fondo sono quasi sempre pronostici positivi. E se anche non fosse, fa comunque piacere che sarà una brutta giornata non solo per te, ma anche per tutti gli altri Pesci del pianeta, e saremo milioni.
Di solito l’oroscopo è generico, vago, superificiale, non rischia. Ogni tanto però si sbilancia. Quello di oggi mi dice: fai attenzione alle distrazioni durante la guida, sono probabili delle multe. E a me viene da ridere: sono l’unico onesto (fesso?) che ha lasciato la macchina a casa per via delle targhe alterne e ha preso l’autubus. Magari l’autore dell’oroscopo ha confidato proprio nelle targhe alterne per pronosticare qualche multa. Ma ahimè, qui a Bologna se ne vedono proprio pochine, e le auto con targa pari oggi sono tante (e non venitemi a dire che sono tutte a metano!!!)

Donne molto pesanti

Ieri sera ho presentato il mio romanzo presso la sala consiliare del Quartiere Reno, a Bologna, grazie alla collaborazione dell’associazione Libri e Dintorni. Ma non è questa la notizia. In un clima molto informale e giocoso (le presentazioni sono così troppo spesso triiiiiiisti), ad un certo punto mi sono messo a raccontare della mia disapprovazione per le diete dimagranti. Servono, lo so, l’obesità è un problema, ma le ragazze a dieta mi mettono tristezza, specie quando non ne hanno bisogno. Si esce la sera, tu ordini birra antipasti pizza speck e grana e già pregusti il tartufo che ordinerai per dessert (non sono particolarmente goloso, ma la convivialità della tavola per me è sacra), e magari la persona che hai di fronte ordina un’insalata. E basta. Un’insalata, come se l’insalata fosse un piatto a ordinare per una persona civile. L’insalata è un contorno, un ornamento per la fiorentina o per il petto di pollo, un contenitore che permette alla salsiccia ai ferri di scivolar più tranquillamente giù per l’esofago. Non si può uscire a cena e ordinare un’ insalata scondita senza gettare nello sconforto cameriere, amici, commensali, e tutto il quartiere man mano che la voce si sparge.
E che dire delle ragazze che ordinano una pizza sottile con un filo di pomodoro senza mozzarella e con poco sale? Una specie di frisellona scondita. Giammai. Ebbene, una simpatica signora durante la presentazione di ieri ha aggiunto: io sono stata testimone di una signora che ha chiesto al cameriere di pesare la pizza, prima di mangiarla. Fossi stato il cameriere, le avrei risposto: niente può renderla più pesante di quanto già lei non sia, signora…

Mi piace il presepe

Sarà la mia formazione religiosa, sarà che sono meridionale, sarà che preferisco l’arte tradizionale a quella contemporanea, ma il presepe mi piace tantissimo. Simpatici gli ometti di neve con la sciarpa, per carità, anche se il proprietario della sciarpa probabilmente non è della stessa opinione. Simpatiche le renne sorridenti (sorriderebbero di meno se vedessero lo zampone e il cotechino che orna le nostre tavole per non parlare del cappotto nuovo scamosciato). Anche le candeline, così romantiche, le palline sparse, i nastrini fanno la loro bella figura, non dico di no. Però, però, sono oggettini carucci ma senz’anima, decorazioni senza personalità. Babbo Natale poi prima di riacquisire un briciolo di dignità dovrebbe togliersi il vestito imposto dallo sponsor e tornare a vestirsi di verde, come era il vero Santa Nicolaus.
Il presepe è carico di anima, quella del pastore con la pecora sulle spalle, quella del mugnaio condannato da sempre sulla montagna più lontana (per via del profilo del mulino, che dona molto romanticismo al panorama,il mugnaio è condannato a stare fuori dal borgo del presepe per editto), quella del mercante sul carretto e della lavandaia materna. E poi il fiume con i fogli d’alluminio, la neve fuori posto (Betlemme non è sulle Alpi, suvvia!) Per non parlare ovviamente della Sacra Famiglia, del bue e dell’asinello, e dei poveri Re Magi, poveri perché tenuti nascosti nella credenza fino all’Epifania e tirati fuori per poche ore di celebrità. Stanno vicino al Redentore, al centro della scena, ma il pomeriggio del 6 il presepe si smonta, e a loro tocca aspettare un altro anno.
Mi piace, il presepe.