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Non sprechiamo le parole

Io non ho un vitalizio garantito dall’istituzione che rappresento, per campare devo lavorare tutti i giorni. Non ho appartamenti regali e non posso permettermi di viaggiare tutto spesato sempre dalla stessa istituzione. E soprattutto, non pretendo di comandare senza essere stato eletto, di dettare l’agenda politica senza mai consultare gli altri, di imporre agli altri quel che è giusto e sbagliato, sulla base delle mie idee su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Tra me e il cardinale Ruini (nomen omen!) c’è in comune una sola cosa: siamo tutti e due figli di Dio (la cosa lo irriterà, ma fino a prova a contraria è così, e lo siete anche voi che state leggendo).
Io sono un povero peccatore pieno di difetti, però il secondo comandamento lo rispetto, e non nomino continuamente il nome del Signore invano a talk-show, conferenze, interviste e dibattiti, dando l’impressione di cercare più spazio ad un ego esuberante che di evangelizzare.
La fede non è una televendita, cardinale: ha fatto cadere un governo e si gode la vittoria. Ma se vuole governare lei, si candidi e accetti le regole della democrazia. Senza nominarlo invano, che francamente noi altri piccoli, insignificanti fratelli non ne possiamo più…


Matteo 6, 5-7
"Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate."

Pablo esclupe

Non è la fine del governo a farmi imbestialire. Era sotto gli occhi di tutti l’impossibilità di andare avanti con una maggioranza di due senatori. Non è nemmeno vedere i senatori picchiarsi, insultarsi, ridurre in barella i colleghi. Non è nemmeno l’idea che ci tocchi un altro inciucio in cui i soliti noti troveranno – se non l’hanno già trovato – un modo per spartirsi la torta.
Non sono incavolato nemmeno perché chiacchiere o no, abbiamo ancora la stessa legge elettorale – la "porcata", e neanche perché in un momento di rischio recessione ci prendiamo il lusso di stare senza governo.
Quello che mifa veramente uscire di testa, mi mette la pelle d’oca e non mi fa dormire la notte è sentire le parole di Neruda profanate sulle labbra di Mastella…è troppo, è troppo, Pablo abbi pietà…

Contro l’assenteismo questa legge funziona

Non so quanto durerà ancora questo governo e sicuramente la condizione di maggioranza risicata al senato dà troppo potere ai singoli senatori che possono conquistarsi le pagine dei giornali semplicemente parlando di mani libere (come se ammanettarli fosse facile!). Per un aspetto positivo questa legge elettorale pasticciata ce l’ha: chi l’aveva mai visto un senato pieno per giorni interi, fino a sera addirittura?
Negli anni scorso era comune che alcuni onorevoli o senatori si presentassero in aula quattro o cinque volte durante tutto il mandato, magari per eleggere il presidente o se c’era la fiducia. Adesso son tutti lì, e appena uno fa un po’ tardi cambiano le sorti del paese.
Non è bello e non è giusto, lo so, ma visto che li paghiamo profumatamente, mi sta bene che siano costretti a timbrare il cartellino e a rimandare i loro impegni proprio come noi comuni lavoratori.

Grillo, non grilletto

I politici hanno da sempre un grande obiettivo: quello di separare l’opinione pubblica, frazionarla (il caro vecchio divide et impera) e fare in modo che gli uni guardino gli altri in cagnesco gli altri senza mai cedere al rischio dell’autocritica.
E così tutta la sinistra che inveisce contro Berlusconi e tutta la destra che insulta Prodi. Ma che succede se è la sinistra che inveisce contro Prodi e la destra ad insultare Berlusconi? Che succede cioè se improvvisamente ci si rende conto che la classe politica prima che politica è soprattutto classe, e gode di privilegi inauditi? Succede che i politici tornano a premere sulla divisione, a dividere e sparpagliare un esercito d’opionione che potrebbe travolgerli.
? quello che sta succedendo con il caso Grillo: prima che di sinistra o di destra, le sue sono richieste ovvie: via i delinquenti dalla politica (delinquente: chi delinque, ho ha delitto), per esempio. Non assegniamo appalti per la costruzione di opere pubbliche a chi è stato condannato per truffa costruendo opere che sono crollate e hanno ucciso. Non mischiamo controllori e controllati. Non permettiamo a certe banche di scaricare sui consumatori le perdite di investimenti sbagliati. Non buttiamo via i soldi pensando ad un impossibile nucleare pulito quando non li abbiamo per mettere in piedi due pannelli isolari che funzionano.
E allora giù, da una parte i giornalisti lecchini prospettano foschi scenari di terrorismo, populismo, fascismo e fine della democrazia, dall’altra i giornalisti più lecchini che cercano di distrarre con il gossip, le miss e il pallone.
Che continuino a leccare, noi preferiamo restare in piedi. Pacificamente, ma da cittadini, non sudditi