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Oggi risparmio, domani no

In Italia c’è una crisi del settore avicolo come in nessun altro paese d’Europa. La ragione, secondo molti analisti, è che nel nostro paese più che altrove c’è scarsa fiducia nelle autorità. A parte il presidente della Repubblica, praticamente non ci fidiamo di nessuno, e più Storace dice di mangiare pollo, più la gente compra suino, bovino o si dà alla cucina vegetariana. Siamo noi infidi e malpensanti?
Un momento: il 16 febbraio c’è stata la giornata del risparmio energetico. Tutti a sollecitare di spegnere le luci non indispensabili, abbassare il riscaldamento, ricorrere ai mezzi pubblici: in primis sono stati proprio gli amministratori pubblici a invitare al risparmio. Due giorni dopo Torino celebra la notte bianca, una delle più grandi sciocchezze di tutti i tempi: tutti i negozi aperti, riscaldamenti a manetta, la gente fa shopping in negozi illuminati a giorno tutta la notte. E i soliti amministratori che ne parlano bene, e addirittura annunciano il bis per la settimana successiva, come le Olimpiadi in sè non siano già un bello spreco di risorse. Allora, signori, decidetevi, o si risparmia o si sperpera, o si mangia pollo o si digiuna.
Siate di destra, siate di sinistra, ma vi supplichiamo, mantenete la stessa posizione coerente per qualche settimana almeno…

Precariato o tasse?

Come si fa a discernere qualcosa nella campagna elettorale fatta di insulti, comparsate nei programmi sportivi e di cucina e amenità varie? Semplice. Si guardano i cartelloni pubblicitari. Che novità, starete pensando. E invece una novità c’è: i due poli hanno cominciato a fare pubblicità comparativa, e per cui si può capire quello che farà tizio vedendo cosa di lui dice caio. La sinistra dice: oggi precariato domani lavoro. Oggi leggi su misura, domani riforma. Segno che nel programma del centro destra c’è un aumento delle forme di lavoro “flessibili”, per usare un eufemismo, più le solite leggine per ad personam. La destra afferma: “Tassare i tuoi risparmi? NO grazie”. “Fermiamo le grandi opere? no, grazie”. Segno che evidentemente ci sono buone ragioni per pensare che il centrosinistra aumenterà le tasse e fermerà le grandi opere. Certo non è una bella prospettiva, ma temo sia il modo più realistico per capire che cosa ci tocca aspettare. A meno che non decidano una volta per tutte di trasmettere direttamente le intercettazioni anziché questi inutili dibattiti televisivi, così forse finalmente ne capiremo di più…

Equivalenze

Foto © Moreno Soppelsa/Photomicrostock

Iniettarsi eroina è come fumare uno spinello.

Attaccare uno stato che potrebbe attaccarti è come difendere la pace.

Ammazzare un ladro che cerca di rubare l’argenteria è come sparare per difendere la propria vita.

Non pagare il canone o evadere il fisco (eludere, dicono adesso) è come opporsi pacificamente ad uno stato oppressore.

Ho sempre di più l’impressione che questo governo non abbia sbagliato i calcoli:  semmai le equivalenze.

Però un metro è ancora composto da 100 centimetri…

La politica nel pallone

Mentre Di Canio continua a far parlare di sè per il suo saluto fascista alla curva (d’altronde di lui si ricordano soprattutto spintoni agli arbitri, risse e gesti plateali, vittorie sportive pochine) e i tifosi del Livorno cantano Bandiera Rossa, si afferma in coro sdegnati che politica e sport devono rimanere separati. Questo nel paese in cui la principale forza politica ha il nome di uno slogan da ultras ed è guidata da un presidente di una squadra di calcio. Nel paese dove per intraprendere un’attività “si scende in campo”, dove le autorità diventano arbitri e il governo fa pressing sul parlamento. Il miscuglio semmai è destinato a peggiorare, altroché. Ci aspettiamo calciatori di centro che anziché salutare le curve faranno una genuflessione verso la tribuna vip, gli antiproibizionisti che daranno una nuova interpretazione al concetto di tirare in porta e calciatori leghisti che festeggiano solo verso la curva nord perché la curva sud gli fa schifo. E la sinistra, dopo Fed, Gad e Unioni, finalmente troverà il suo nome condiviso e sentito:
Partito “Chi non salta Berlusconi è” Italiano.

Forza Rita!

Sarà che il cognome che porta è un cognome importante che ricorda virtù eroiche, coraggio, sacrificio. Sarà che una donna governatrice in Sicilia ci starebbe proprio bene (anche altrove, per carità). Sarà che la sua scelta viene dal basso, da quel popolo delle primarie che più di una volta ha dimostrato di essere più lungimirante delle direzioni di partito. Sarà che è l’ennesima sberla in faccia a chi pretende di dettare le candidature dai salotti di Roma. Ma la vittoria di Rita Borsellino alle primarie in Sicilia mi ha ridato entusiasmo: sul piano nazionale i poli faticano a proporre novità e personalità di spicco, ma in compenso le regioni ci stanno dando parecchie soddisfazioni (anche a destra, per carità: se certi ministri di questo governo avessero un terzo della cultura e delle capacità di Formigoni non saremmo ridotti così). Forza Rita, il bello comincia adesso. Fai vedere tu che un altro sud non solo è possibile, ma sta già nascendo.

PS Per il presidente della Margherita Rutelli che – stando a quanto dicono i giornali – ha ostacolato in tutti i modi la candidatura della Borsellino, una pacca sulla spalla. Se questa tecnica di ostacolare i candidati della sinistra serve a dar loro slancio (successe anche con Ventola) continui così, che andiamo bene.

Città vendesi

Leggo su Repubblica che secondo l’opposizione il comune di Taranto avrebbe 860 milioni di euro di debito. Ottocentosessanta milioni di euro. Moltiplicato per 1936,27 fa 1665192200000 lire. Cioè 1 665 miliardi di lire, 192 milioni e pochi altri spiccioli. Il comune nega e dice che sono molti meno, 148 milioni. Che comunque sono sempre 300 miliardi di lire circa. E per risolvere cartolarizza. La cartolarizzazione è una operazione complicata, in sostanza vuol dire cedere cedono i propri crediti, presenti e futuri, con lo scopo di trasformarli in titoli negoziabili sul mercato finanziario. Praticamente si impegna ciò che ancora non si è incassato. Ma cosa vuole incassare, il comune di Taranto? I soldi della vendita di palazzetti, scuole, strutture che in alcuni casi non ha neanche costruito ma che già vuole vendere.
Voi prestereste dei soldi ad un tizio che vi dice "Guarda prestami trecento euro, tanto adesso mi costruisco una casa, la vendo, ci guadagno e ti ripago di tutto"?
E con quali soldi te la costruisci, la casa, con i trecento euro?
Speriamo che sia tutta una frottola della Repubblica. In ogni caso la prossima volta che torno a casa per le feste arriverò a Statte passando da Massafra, non si sa mai che il Comune di Taranto non si sia venduto la statale nel frattempo…