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Campagna elettorale

Siamo ormai in campagna elettorale, questo è evidente. Lo capiamo perché i politici cominciano a sfilare (alcuni attraversano le piazze colme di studenti con il medio alzato: a questo siamo arrivati). Perché declassano la comunicazione a insulto gratuito; perché si mostrano più preoccupati di mantenere la poltrona fra qualche mese che del destino di un paese che sta affogando (e non nell’acqua, magari: stiamo affondando in un mare di…melma). Perché questo bell’inizio nazional demagogico? Il presidente operaio, casalinga, anziano, giovane, ha caricato le batterie: quella che vedete è una foto che ho scattato stamane a Bologna.

Anche la guerriglia semiologica, come la chiamava Eco negli anni settanta, non si è fatta attendere: ecco la risposta. Ne vedremo delle belle

La nuova legge elettorale

Finalmente emergono alcuni dettagli a riguardo della nuova legge elettorale che sta preparando il centro destra.

  • Sarà un sistema proporzionale su base regionale, cioè i voti conteranno in proporzione all’importanza attibuita a ciascuna regione da un’apposita commissione di esperti. Pare che tra le regioni reputate più importanti ci siano la Lombardia per la struttura economica, il Veneto per le prospettive di crescita e la Sicilia perché è l’unica regione meridionale con due squadre in serie A, mentre Toscana ed Emilia dovrebbero eleggere un senatore a testa senza diritto di voto.
  • Ci sarà un premio di maggioranza che verrà attibuito alla coalizione il cui leader avrà realizzato la migliore campagna elettorale. È previsto un premio di maggioranza per la migliore regia, per la migliore sceneggiatura e un premio di maggioranza per il miglior inteprete. Condurranno la serata di premiazione Iva Zanicchi e il Gabibbo.
  • Per combattere il trasformismo tutti i seggi attribuiti a ex-esponenti del centrodestra passati al centrosinistra verranno assegnati automaticamente al centrodestra. La legge si applicherà solo per gli eletti negli ultimi cinque anni.
  • Il numero di senatori ed onorevoli verrà ridotto per tagli alla spesa, ma gradualmente. Gli spettatori di Telecamere potranno votare con il digitale terrestre il politico da eliminare ogni settimana
  • Le inchieste giudiziarie su politici ed ex-politici verranno immediatamente annullate. Si tratta di un emendamento dell’opposizione che lo presenterà in cambio di una fondamentale commissione bilaterale sul l’educazione alla vela in Italia.

Sommersi da un mare di ipocrisia

Presunte associazioni di teleutenti chiedono a gran voce che Miss Italia sia squalificata e punita per aver posato l’anno prima insossando solo capi di biancheria. Che vergogna, che scandalo. Già, perchè stare una settimana in bikini davanti ai teledementi che scommettono su chi vince invece è un modo dignitoso di fare carriera.
Mezza Italia dà dell’incompetente al ministro dell’economia, se poi quello stufo molla tutto e se va, apriti cielo, grande preoccupazione e sgomento. Nessuno che dica evviva, c’è evidentemente ancora qualcuno in Italia a non avere il sedere incollato a vita alla poltrona.
Mentre in Sicilia si continua a morire per interventi di routine, un’equipe italiana esegue per la prima volta un trapianto di cellule staminali per sconfiggere il diabete, sembra per ora con successo: piccola nota, i medici lavorano da anni a Miami. A nessuno viene il dubbio che i medici italiani sono bravi, ma chi destina i fondi alla sanità un po’ meno. Ma allora, sono io che sono impazzito, che tutto a un tratto ho un rigurgito di populismo, o stiamo affondando in un mare tempestoso di stucchevoli comportamenti ipocriti?

Vecchi obsoleti principi

Controllo, controllo, controllo! Solo qualche giorno fa da quasi tutti gli esponenti del governo e da una parte dell’opposizione si alzava un coro unanime che chiedevano maggiori poteri all’autorità giudiziaria e alle forze dell’ordine per combattere il terrorismo. Le giustificazioni sono state ampie e diversificate, occorre conservare i tabulati telefonici, registrare tutto, leggere le email, piazzare videocamere e microfoni ovunque, perchè solo così è possibile snidare chi pianifica possibili nuovi attentati. Di fronte alla tragedia di Londra e alla concreta minaccia, pochi hanno osato contraddire queste voci, ed in parlamento è stata approvata una legge che, per sintetizzarla brutalmente, sacrifica la privacy per aumentare la sicurezza, o almeno se lo propone.
Privacy! Privacy! Privacy! Passano pochi giorni e dagli stessi schieramenti politici si alza un coro che si oppone contro lo strapotere della magistratura che ascolta, registra, sbircia, come un grande fratello opprimente e pericoloso. Il riferimento, è evidente, è alle intercettazioni telefoniche relative alle operazioni per l’acquisizione della Banca Antonveneta. Insomma, decidiamoci. O controllo o privacy, o meglio ancora un ragionevole compromesso di entrambi. L’importante è rispettare quel principio obsoleto e retrogrado a cui qualche nostalgico come me tiene ancora: la legge è uguale per tutti. Per un cittadino di origine mediorientale come per un alto dirigente bancario. O no?

Grazie Azeglio

Una canzone di Cremonini (la solita lagna, bello però il video e il testo) in cui mio malgrado devo identificarmi recita “Ah…da quando Senna non corre più…Ah…da quando Baggio non gioca più”. A trentanni per la prima volta ti affacci a quel paesaggio grigio e affascinante della nostalgia che ti fa dire “non ci sono più le cose di una volta”; per la prima volta ti manca qualcosa che non c’è più, e c’è qualcuno più giovane di te che non condivide i tuoi interessi. In questo quadro traballante vengono meno i punti di riferimento: da ragazzino leggevo gli articoli che Platini scriveva sul Giornalino, i calciatori di oggi fanno fatica a scrivere l’autografo senza errori; trovavo noiosi quei palloni gonfiati del wrestiling (c’erano, eccome, anche vent’anni fa) e restavo a bocca aperta di fronte agli assist di Magic Johnson e i tiri da 3 di Larry Bird; Lemonissimo e Magic Cola costavano poco e non sostituivano due pasti come un Magnum di oggi. Da quando anche Giovanni Paolo se n’è andato (sì lo so, mi hanno detto che l’hanno sostituito ma preferisco sorvolare) ci sono davvero pochi “miti”, poche persone da prendere come esempio. Ma uno svetta ancora imperioso: il grande Azeglio Ciampi, che stufo dell’insensato ostracismo di Castelli, invoca la corte costituzionale e chiede che sia fatta chiarezza sul suo potere di grazia (Castelli infatti si oppone alla grazia a Bompressi). Lo fa senza proclami, manifestazioni forcaiole e slogan, lo fa con la statura di chi interpreta con pienezza il concetto di uomo per bene e rispettoso della costituzione. Grazie Azeglio. E grazie anche a Castelli: sono le persone come lui che risvegliano il mio orgoglio di essere meridionale.

Poi dice che i trentenni vanno in crisi

Sembra passata una vita, ma meno di quindici anni fa (1993) il dibattito politico italiano si concentrò a lungo sulla sfida per la carica di sindaco di Roma. Da una parte c’era il terribile Fini, del Movimento Sociale, il pupillo di Almirante, uno che se non fosse stato per Tangentopoli probabilmente sarebbe rimasto confinato ad un 4% di nostalgici; dall’altra il promettente Rutelli, radicale, ambientalista, difensore dei diritti civili, un democratico all’americana insomma. Proprio in quell’occasione il Padrone si sbilanciò dichiarando le sue preferenze conservatrici (ufficialmente allora era ancora socialista) affermando che se avesse votato a Roma avrebbe scelto Fini. Vinse il promettente Rutelli, governò fino al 2001 quando non decise addirittura di candidarsi come premier prendendo una sonora legnata che avrebbe dovuto sopire le sue ambizioni. Oggi, in occasione del referendum sulla procreazione assistita, il destrorso Fini dichiara che invitare all’astensione è diseducativo, difende la laicità dello stato e annuncia che voterà 3 sì; il sinistrorso Rutelli afferma che non andrà a votare perché ci tiene al voto clericale (non ha detto così ma la sostanza è quella). Capite allora che un trentenne che a 18 anni era sicuro e deciso (con Rutelli) oggi si sente in crisi: condivido in tutto e per tutto le affermazioni di Fini. SOno io che sto diventando di destra o lui che si sta spostando al centro? E soprattutto,la troviamo un’altra occupazione per Rutelli o continuamo a permettergli di far danni?


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