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Auguri alle credenti (e non)

Se il nostro premier fosse stato donna, non avrebbe avuto voglia di bunga bunga – qualunque cosa esso sia – tutte le sere, perché dopo una giornata di duro lavoro in ufficio si sarebbe dedicato al duro lavoro a casa.

Se il nostro premier fosse stato donna non avrebbe avuto bisogno del trapianto dei capelli e si sarebbe fatto una tinta molto meno appariscente.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe parlato molte lingue straniere, perché una donna non può tollerare che sia un interprete a tradurre i suoi commenti rivolti alla ministra tedesca sulla nuova capigliatura dell’ambasciatrice.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe avuto un’idea più chiara di come funziona la scuola, pubblica o privata, perché sarebbe andato a parlare con gli insegnanti dei propri figli almeno una volta a quadrimestre.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe indossato con molta più nonchalance i tacchi e i rialzi che gli regalano 7-8 cm.

Se il nostro premier fosse stato donna non si sarebbe dato da fare per recuperare onorevoli finiani promettendogli chissà che, perché una donna prima di riaccogliere un traditore lo fa crogiolare il tempo necessario.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe apprezzato di più le donne.

Auguri alle credenti (nella festa della donna) e non.

Ma cosa c’è da festeggiare?

C’è un aspetto della vicenda del cosiddetto Ruby Gate che mi fa riflettere. Siccome sono un garantista e per me sono tutti innocenti fino a che non si dimostra in aula il contrario, partiamo del presupposto che il premier sia innocente.
Fa delle feste private, invita gente. Non succede niente di sconveniente.

A parte il fatto che come presidente del Milan potrebbe discutere, che so, di calcio con calciatori campioni del mondo, come presidente di Medusa potrebbe avere premi oscar a cena, come proprietario di Mondadori potrebbe chiacchierare con premi Nobel e promesse della letteratura. E invece si circonda da ballerine, soubrette e protagoniste di reality (per non dire altro).
Ma la domanda è:  cosa avrà da festeggiare?

Qui di seguito una serie di date per le quali è certo che il primo ministro fu coinvolto in feste e festini, dai dati emersi dalle varie indagini. Dando per assodato che ci si limitò a cantare, ballare e bere un bicchiere, il mistero dei motivi di tanta gioia rimane

8 ottobre 2008
La cirsi mondiale ci costerà 1400 miliardi, secondo l’FMI, gli statali minacciano lo sciopero, Napolitano rimprovera a Berlusconi l’eccessivo ricorso al decreto d’urgenza. E la sera un bicchiere e passa la malinconia

10 dicembre 2008
Lo sciopero generale mette in ginocchio la Grecia, per la FAO ci sono un miliardo di uomini che soffre la fame Berlusconi accellera sulla riforma della giustizia e per non pensarci su la sera organizza un rendez-vous

6 febbraio 2010
I mercati europei bruciano oltre 200 miliardi, i pm annunciano che una sentenza della Cassazione potrebbe cancellare centinaia di processi per mafia, alcuni scienziati annunciano 24 mila miliardi di danni per lo scioglimento dell’Artico. Il premier parla di incentivi all’auto – che non ci saranno – e la sera festeggia.1

27 febbraio 2010
Il premier afferma che la magistratura politicizzata è la più grave patologia della democrazia, i pm peggio dei talebani,il popolo viola scende in piazza contro il legittimo impedimento, a Kabul viene ucciso un agente dei servizi segreti italiano, Fini ricorda che la vera piaga in Italia è il lavoro nero. Il premier la sera festeggia

5 aprile 2010
Iin Pakistan un kamikaze uccide 36 persone, l’Aquila ricorda le vittime del terremoto, a Bagdad ci sono tre attentati, un ecodisastro minaccia l’Australia. E la sera si balla e si canta

17 aprile 2010
Tre operatori Emergency sono prigionieri in Afganistan dopo essere stati tratti in arresto, si svolgono i funerali di Raimondo Vianello, Berlusconi si scaglia contro libri come Gomorra che fanno una cattiva pubblicità all’Italia e chiede le dimissioni di Fini da presidente della Camera. E la sera festeggia

15 ottobre 2008
La Caritas dichiara che in Italia ci sono 15 milioni di poveri,la Lega propone l’istituzione di classi per stranieri, Saviano, minacciato, annuncia che forse lascerà l’Italia. E la sera bunga bunga (qualcunque cosa sia)

Un altro giro di Walzer

In tutte le migliori famiglie c’è sempre una vecchia zia o un cugino pronto sempre e immancabilmente a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. A fare gli auguri per la gravidanza ad un’amica che magari è solo sovrappeso, a far notare all’amico che l’ultima volta che si sono visti aveva molti più capelli, a fare i complimenti per un vaso antico in casa d’altri affermando di averne visto uno uguale al mercato per dieci euro.

Osservazioni di questo tipo, insomma. Una vecchia zia così ce l’ha anche il partito democratico, e si chiama Walzer Veltroni. L’uomo che nell’autunno 2007, con l’allenza tra Fini e Berlusconi già in procinto di crollare, l’ha miracolosamente ricompattata cominciando a blaterare di Partito Democratico. L’uomo che ha fatto cadere il gioverno Prodi proclamando che non ci sarebbero state mai più alleanze con piccoli partiti. L’uomo che ha portato il centrosinistra al peggior risultato nel dopoguerra, prendendo a calci da una parte la sinistra e portandola fuori dal parlamento, dall’altra spiazziando i cattolici con l’incorporazione dei radicali. Un genio. Sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato, avendo poi il coraggio di vantarsi del 32% raggiunto dal PD (come se uno che perde 6-2 gongola per la doppietta realizzata). Però poi si è dimesso, e come la zia che arrosisce e si allontana col capo chino, ha finito per intenerire tutti.

Ma eccolo, di nuovo al rischio che il governo cada, pronto a sostenerlo con la solita mozione per la quale bisogna andare da ma anche con l’UDC ma anche con la sinistra ma anche da soli l’importante è sognare. Si è giustificato dicendo che era un anno e mezzo che non parlava, che non ci stordiva con uno dei suoi giri di Walzer. Un anno e mezzo di silenzio.
Ma perché interrompere questa bella abitudine?

Le mani in tasca

In questi giorni si sente continuamente dire dai politici che "non metteranno le mani in tasca agli italiani".
A parte il fatto che, come dicevano i latini, excusatio non petita accusatio manifesta.
Ma la verità è che davvero i governanti non ci metteranno le mani in tasca:perché lì cosa vuoi trovarci? Le chiavi di casa, gli spiccioli per il parcheggio, i fazzoletti?
C’è bisogno di ben altro. Le mani ce le metteranno in banca, per chi ha il conto corrente, o in posta, o in busta (paga). Insomma, è arrivato il momento di aggiornare il linguaggio figurato, di rassegnarci: fra un po’ non potranno piùmetterci le mani in tasca semplicemente perché le mutande non hanno le tasche.

Gnocca day

Vi immaginate come sarebbe divertente la campagna elettorale (e in generale la vita politica) se i nostri governanti abbandonassero il motto “Fate quel che dite e non fate quel faccio” cominciassero a predicare proprio come razzolano? Avrei già un paio di idee su cosa potrebbe accadere.

Gnocca Day

Cancellato il Family Day con quelle polverose e noiose favole sulla famiglia, i valori, la tradizioni. La nuova festa, già dal nome, indica qual è l’unico vero valore che guida i governanti. Della famiglia quindi si salvano solo le mogli, se giovani, e le figlie femmine tra i 15 e i 35 anni. Già immagino l’affluenza record a questa manifestazione con discorso del premier e premiazione delle debuttanti

Fecondazione assistita

Il governo si dichiara favorevole alla fecondazione assistita. Ma non quella porcheria della sinistra con medici, analisi, ospedali. Ad assistire alla fecondazione sono direttamente gli italici governanti che prontamente si sacrificano con eroico impegno e si sostiuiscono all’omuncolo sterile o impotente (e quindi probabilmente comunista) per favorire la riproduzione della specie

Riforma del sistema radiotelevisivo

Il cda della Rai è nominato direttamente dal primo ministro durante le vacanze estive e dura un anno. Il casting comincia a maggio e si conclude prima dell’inizio della scuola per permettere alle aspiranti show-girl il rientro per le elezioni.

Scuola

Corsi di reality show a partire dalla scuola superiore e per le migliori stage presso la presidenza del consiglio previo invio di curriculum con foto fronte retro

Non so voi, ma io un paese così lo troverei senz’altro più coerente.

Scrupoli di coscienza

Oggi la CEI ha detto che non si sogna di criticare il governo di centrodestra (giammai), solo che le sembra giusto far notare la situazione disperata di molti lavoratori che hanno perso il posto, di molte famiglie che non arrivano a fine mese, dei giovani condannati al precariato.
Senza spirito critico verso un governo amico (giammai!) ma solo, così, per ricordare che tutti abbiamo una coscienza e che dovremmo esercitarla ogni tanto.
Che lo scrupolo di coscienza stia venendo a loro che han fatto la campagna elettorale per chi siu ricorda dei giovani solo se di sesso femminile e di bella presenza?