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Calcio sempre e comunque?

In questi giorni ho letto della protesta degli operatori dello spettacolo contro lo spostamento delle partite di calcio di serie B al sabato. La lega, infatti, sempre più avida di denaro, ha deciso di spostare le partite al sabato per “spalmare il prodotto” e vendere più cari i diritti. Di questo passo, tutte le partite verranno giocate una dietro l’altra, in modo che il pollastro con pay-tv abbia modo di pagare da lunedì a domenica, orario continuato. Gli operatori di cinema e teatri temono che la serie B al sabato possa diminuire i loro introiti, che tradizionalmente si concentravano nel sabato sera. Può darsi, come può darsi che il calcio il venerdì sera danneggi le discoteche, quello alla domenica riduca i ricavi delle pizzerie e quello del lunedì stia sulle scatole ai vigili urbani che almeno quel giorno non avevano problemi. Oppure può darsi che a furia di spalmare, il prodotto perda sapore: e allora gli ex-tifosi come il sottoscritto torneranno in pizzeria, al cinema e al teatro perché di calcio non ne possono più.

Statte campione d’Italia

La pagina di oggi è molto “personal”, nel senso che questa notizia non apparità sulle pagine dei quotidiani nazionali nè ne sentiremo parlare in televisione, ma per la comunità dalla quale provengo e alla quale sono ancora affettivamente legato è un momento particolare: il Real Statte, squadra di calcio femminile, ha vinto 4-1 la finale scudetto contro il Palermo e si è laureato campione d’Italia. Per una volta quindi Statte non sale alla ribalta della cronaca per un episodio di cronaca nera, e il merito è di queste ragazze e del loro allenatore Marzella. Congratulazioni, siete la dimostrazione che quando c’è l’impegno e la determinazione i risultati arrivano anche senza grande risorse economiche o grandi strutture (a proposito, dove vi allenate? Vabbè che manco da tempo da Statte ma non ricordo sia sorto niente che somiglia ad un palazzetto dello sport…Se pensate che una quindicina d’anni fa giocavo a basket outdoor, e per tirare da tre dovevo calcolare la direzione del vento…) Una bella notizia, ci voleva.
Qualche detrattore dirà che in fondo il calcio femminile a 5 è una disciplina minuscola, che è praticata da poche persone e seguita da meno, che è facile essere primi quando c’è poca competizione.


Lasciateglielo dire: è tutta invidia.

Il calcio è morto, viva il calcio

C’è una squadra di calcio, una signora squadra, che è stata condannata dalla magistratura in primo grado perché i suoi giocatori facevano uso di sostanze proibite dai regolamenti. Questa squadra non ha nessuna voglia di restituire i trofei perché aspetta l’appello, e intanto alcuni parlamentari si mobilitano per difenderla. Se questa squadra è stata inquisita è stato in seguito alle dichiarazioni di un allenatore boemo che alcuni anni fa scoperchiò il pentolone e fu praticamente esiliato dalle serie maggiori. Ora quell’ allenatore è tornato in serie A, continua a muovere le sue accuse: la sua squadra ha ricevuto dieci rigori contro, un record. La signora squadra neanche uno, un altro record.
C?è una squadra di calcio, una squadra vincente, che appartiene al primo ministro, è amministrata dal presidente della Lega Calcio che da mesi combatte perché non vogliono rieleggerlo, ha venduto i diritti televisivi ad una società che appartiene sempre al primo ministro infischiandosene degli sventurati che giocano contro e che servono solo da contorno. La squadra è vincente, ha ricevuto due rigori contro, ma in compenso le sue partite durano più del normale, almeno fino a che non segna.
La signora squadra e la squadra vincente hanno molti tifosi felici, perché vincono sempre loro; tutti gli altri cominciano ad annoiarsi. È la morte del calcio, basta con questo sport? Niente affatto. La domenica mattina giocano i dilettanti, la partita è gratis, in diretta, senza parabole e senza schede, un paio di telecamere al massimo. E senza signore squadre vincenti. Viva il calcio.