C’è voglia di trasgressione

Sarà l’imperversare di trasmissioni oscene come Lucifero che riescono ad abbassare sempre di un po’ la linea di demarcazione della tivù deficiente, sarà per il linguaggio dei pubblicitari che non sanno più che inventarsi per conquistare nuove nicchie di mercato tra consumatori depressi e squattrinati, ma sempre di più sento parlare a sproposito di "trasgressione". Trasgredire vol dire violare, non rispettare, oltrepassare i limiti del lecito. L’indipendenza e la capacità di andare contro corrente è tutta un’altra cosa.
Certo un paese che evade sistematicamente le tasse e supera perennemente i limiti di velocità avvinazzato non può essere un buon esempio per i giovani, ma se tutti per divertirsi devono "trasgredire", impasticcandosi, sballandosi, violentando se stessi (e, purtroppo, a volte anche gli altri), ha ancora senso parlare di trasgressione?
Se tutti i tuoi amici vanno in discoteca all’una di notte, ascoltano musica orribile, bevono troppo e si drograno e lo fai anche tu, caro mio, altro che trasgressione: sei vittima delle più terribili delle forme di omologazione.
E, per piacere, cercati altri amici…