A proposito di oggetti e ambienti che i nostri figli non conosceranno mai, oggi voglio parlare della videoteca. La videoteca è l’ambiente più anni ottanta che mi venga in mente, raccontata anche in tanti film e telefilm (il primo che mi viene in mente è Clerks).
La prima volta che entrai in una videoteca avevo più o meno dodici anni. Era una stanza non troppo grande, vuota, con un bancone dietro al quale sedeva una persona con il lavoro più bello del mondo. E sulle pareti… Sulle pareti tutte quelle copertine di videocassette che riproducevano decine di film diversi, in larga parte film d’azione americani e commedie italiane. Da qualche parte in giro ce n’è ancora qualcuna, non so, di sicuro sembrano passati secoli, sono passati una trentina d’anni. I ragazzi di oggi sono abituati ad avere a disposizione decine di canali dedicati, film on demand, bauli pieni di dvd. L’abbondanza dell’offerta culturale a loro disposizione è forse paragonabile all’abbondanza alimentare di cui abbiamo goduto noi rispetto ai nostri genitori. Ma così come noi non abbiamo mai forse assaporato davvero il gusto della fetta di torta della domenica, abituati ad avere la dispensa piena di biscotti,allo stesso modo a loro mancherà quel girovagare tra copertine alla ricerca del film che convincesse tutti e tre. Sì perché un nostro compagno di classe fu il primo ad avere in casa un videoregistratore, allora in tre andavamo a scegliere un film da vedere a casa sua. Ovviamente quando avevamo trovato un accordo e chiedevamo il film quello era già fuori, ed era fuori anche la copia che la persona con il lavoro più bello del mondo aveva fatto. Quella piccola azione illegale non era niente in confronto al mercato di film pirata che sarebbe fiorito di lì a poco: film ripresi direttamente in sala, con colori inesistenti in natura (mi capitò poche volte, meglio un film di qualche anno prima che almeno si poteva vedere che non quell’osceno simulacro di film rubato). Ogni tanto però la persona con il lavoro più bello del mondo nemmeno ce lo diceva che era una copia (era bravo a dissimulare) e lo capivamo perché il protagonista aveva un colorito verde acqua e parlava con nonchalance ad una donna arancione. Orribili esperienze che per fortuna i dvd, i blueray e adesso i film online hanno risparmiato alle nuove generazioni. Generazioni che non proveranno mai la terribile onta di dover pagare la multa per non aver riavvolto il nastro (succedeva anche questo).
Una decina dopo arrivò il dvd, e con esso una definizione decente, e molti di quelle persone persero il loro bellissimo lavoro. Si perché il dvd ti veniva distribuito da una specie di bancomat dal quale sceglievi il film dopo aver inserito i soldi. Vedo già la faccia dei quarantenni al di là del monitor che annuiscono. Per carità in centro c’erano dei negozi di Block Buster con i film esposti, e le patatine, e i videogiochi, e tutta quella merce che ti fa impazzire a ventotto anni. Ma in periferia, quei posti meravigliosi non c’erano. C’erano gli sportelli automatici. La videoteca non aveva più quel fascino dell’osservazione delle pareti, alla ricerca dell’ultimo film in fondo alla fila. C’era quel monitor, la tua schedina con il codice… E la riconsegna in giornata. Cioè, in nottata, perché se riconsegnavi il dvd dopo averlo visto risparmiavi sul prezzo. E quante passeggiata nella notte bolognese ho fatto per riconsegnare i dvd dopo averli visti, con il freddo, la pioggia e qualche volta la neve. E meno male che non c’era la multa se non lo riavvolgevi.