Volete provare l’ebbrezza di scrivere la sceneggiatura di una fiction poliziesca? Vedrete che è molto più facile di quanto non appaia in un primo momento.
Dell’ambientazione non dovrete occuparvi. Quella dipenderà dalla film commission – nome figo per dire finanziamento pubblico regionale – che offrirà di più per ospitare le vostre storie per promuovere turistacamente la regione. Per cui evitate storie che richiedano necessariamente la presenza di mare, montagne, fiumi, o tutto ciò che un cambio di location potrebbe complicare. Mantenetevi sul generico, parlate di città, piazze del duomo, viali della repubblica e parrocchie di periferia e andate sul sicuro.
Sappiate subito che le storie devono avere un lieto fine. Se nei romanzi questo talvolta non accade e nel cinema ci sono raree eccezioni, per la fiction non si discute, il cattivo alla fine va in prigione e i buoni vincono.
Nonostante l’ignoranza delle più elementari procedure investigative debordi dalle nostre storie televisive, documentatevi un minimo: i commissari e gli ispettori stanno nella polizia, i marescialli e i capitani nei carabinieri e nelle altre forze armate. A seconda del protagonista che scegliete, sarà lui l’anello più importante delle indagini: se è un giudice, guiderà l’inchiesta, coordinerà gli uomini a sua disposizione e commissari ed ispettori saranno solo pedine che eseguono gli ordini. Se è un commissario, avrà un giudice ottuso e con probabili intrallazzi politici che vuole archiviare tutto, e un ispettore impacciato e buono a nulla a dargli una mano. Se è un ispettore, ormai avete capito come funziona, i suoi superiori sono dei burocrati, l’unico che si sporca le mani davvero è lui.
Qualunque sia la vostra scelta, sappiate che il questore nelle fiction è un patetico imbecille spaventato dall’idea di creare problemi ai potenti e attento solo alle conferenze stampa. Nella fiction poliziesca ci sono poche certezze, e la mediocrità umana e professionale del questore è una di queste. Nella prossima puntata ci occuperemo del protagonista.