Non so se vi siete domandati quanto costa una campagna pubblicitaria televisiva nazionale. Di sicuro, tra creatività, produzione e acquisto degli spazi, parliamo di cifre a sei zeri. Chiaramente c’è lo spot di dieci secondi con inquadratura fissa sulla bottiglia e voce fuori campo e c’è quello scritto da Baricco e diretto da Wenders; ma insomma, ci siamo capiti, sono giocattoli costosi. Un dettaglio non da poco che va considerato nel pianificare un budget per lo spot è quello della colonna sonora. I costi, nel caso di canzoni di successo, sono spropositati. Centinaia di migliaia di euro per qualche secondo: a meno che lo spot non diventi uno strumento per lanciare un disco (penste a Bennato con la TIM, Liguabue con Vodafone e il caso eclatante di qualche anno fa di “Breathe” di Swatch), e allora si può trattare. Cosa fa il pubblicitario allora per non venire strozzato dalle case discografiche? Ritocca. Proprio così. Fa scrivere un brano da un musicista che ricorda tanto da vicino il successo, ma non è proprio quello, per cui non si pagano i diritti.
Fateci caso, proprio in questi giorni è in onda uno spot di una nota marca automobilistica italiana che ricorda tanto un tormentone estivo…