La stagione dei terzetti comincia con le prime avvisaglie nella tarda primavera, tra maggio e giugno. Si tratta tuttavia di apparizioni sporadiche, di manifestazioni che rappresentano solo un’anticipazione, per quanto ricca di contenuti, della stagione vera e propria che va dalla seconda metà di agosto fino alla fine di ottobre.
In questo periodo i terzetti sono rinvenibili nelle città universitarie per la classica formazione triangolare: studente davanti con aria sognante e distratta, mamma un paio di passi più indietro che scuote il capo con aria diffidente, papà in linea con la mamma – o appena un po’ più dietro – perso nella consultazione contemporanea e quindi assolutamente insoddisfacente di una mappa turistica, un giornale di annunci e un blocco di appunti. Questa figura negli ultimi anni ha conosciuto una certa evoluzione per cui al materiale cartaceo può sostituirsi un cellulare di ultima generazione con GPS e connessione ad Internet: in risultati sono, se possibile, ancora più deludenti, perché almeno tuttocittà non perdeva la connesione con il satellite e dal giornale di annunci si poteva evitare la pubblicità più invadente.
Il terzetto è quello delle famiglie dei fuorisede che cercano l’alloggio per la giovane speranza: e se ne parlo con affetto è perché anch’io, troppi anni fa, ne ho fatto parte.