Io non odio Ikea

Immagine tratta dal sito Ikea

Io non odio Ikea per i suoi mobili montabili. In fondo montarli può essere divertente se si supera l’angoscia della vite che avanza – e non dovrebbe – e la si nasconde in fretta in un cassetto.

Io non odio Ikea per le sue librerie, che si adattano agli ambienti e permettono di sfruttare bene gli spazi.

Io non odio Ikea neppure per i suoi menù al salmone o le bevande gassate ai mirtilli (sebbene un italiano che mangia in un ristorante svedese è uno dei segni ineludibili dell’avvicinarsi dell’apocalisse come le automobili di lusso indiane e gli svizzeri campioni di vela).

Io non odio Ikea perché ritira dal mercato seggiolini che si sganciano o tende che rischiano di decapitare gli ospiti: certo sarebbe meglio non sbagliare, ma ammettere i propri sbagli è segno di maturità.

Io odio Ikea per le posatine colorate, i bicchierini fosforescenti, le scatoline, le lampadine, le ciotoline e  tutto ciò di piccolino che scivola lascivamente nelle borse delle mogli che partono con l’idea di farsi un giro (con la tranquillità dei mariti che sanno che FRAMSTA o KLINGSBO non ci stanno agevolmente nel carrello) e tornano “senza aver comprato quasi niente”.

E’ in quell’avverbio “quasi” che si concentra il mio odio per Ikea.