La mucca Carolina era una delle più gioviali della fattoria. Aveva un sacco di amiche e anche i contadini le volevano molto bene. Era bella e molto formosa e tutti i tori le facevano l’occhiolino quando passavano. I buoi invece facevano l’occhiolino ai tori ma questo non c’entra.
Ogni anno la chiesa del paesino vicino alla fattoria organizzava un presepe vivente. Il parroco chiedeva al fattore di poter avere per qualche ora un po’ di animali: c’erano sempre l’asino Walter, le pecorone Pierferdinanda e Gianfranca , la giovane ma bellina Mara (la pecorina, appunto). Il ruolo del bue era di solito di Fausto, ma litigava sempre con tutti nella stalla per cui era stato mazziato in primavera e trasformato in polpette.
Si era perciò liberato un posto in prima fila per Carolina, che ci sperava da tanti anni. Si era offerta più volte in passato, ma era sempre stata scartata per un problemino.
Carolina infatti aveva un grande appettito. Mangiava tanto, e se non era grassa era perché aveva un ottimo metabolismo, masticava, masticava, masticava…
E scorreggiava. Il parroco non poteva correre il rischio che si lasciasse andare davanti ai fedeli: e poi non era tollerabile che un ruolo di primo piano fosse occupato da un animale di sesso femminile, andava contro la tradizione.
Anche quell’anno perciò Carolina non potè partecipare al presepe: al suo posto fu scelto il toro piuttosto vecchio e brutto che però faceva scena perché aveva le corna più grandi dell’allevamento: il toro Silvio.
Alla povera Carolina fu concesso di assistere da lontano, attaccata ad un palo. Ma proprio sul più bello, il nuovissimo generatore a metano che illuminava la stella cometa si inceppò. Il parroco imprecò subito contro i giovinastri ambientalisti della parrocchia che gli avevano proposto quel congegno ecologico. Che fare? In realtà, spiegò il giovinastro, il motore va, ma è finito il metano.
A quel punto Carolina si rese conto che un gruppo di ragazzotti le si era avvicinato. La portarono vicino al presepe. Avevano dell’erba – e pure di prima qualità – e gliela offrirono. In cambio però le fecero qualcosa di poco gentile per una signora. Carolina mangiava, mangiava, e mentre masticava come al solito scorreggiava: ma i suoi formidabili peti si incanalavano in un tubo che le avevano poggiato tra le chiappone e che riattivò il generatore, tra il tipudio dei presenti.
State su col morale. Se il culo di una vacca può illuminare una stella, quanto di meglio possiamo fare noi? Buon Natale