Ci sono talvolta delle innovazioni tecnologiche che hanno talmente tanto successo da costringere i produttori – in alcuni casi a condannarli – a riproporli sempre, a costo di rallentare le possibilità di miglioramento. Perché la gente si abitua e accetta il cambiamento solo se davvero comporta dei vantaggi tangibili. Alcuni produttori di automobili hanno provato a sostituire le chiavi con una card, tanto per fare un esempio, ma non sembra che questo sistema si stia diffondendo: se sono abituato a sentire le chiavi in tasca, o a ravvisarne il tintinnio in borsa, perché dovrei sostiuirle con un scheda tra il bancomat e la carta fedeltà del supermercato? La Sony provò per più di dieci anni a sostituire i cd con i minidisc, poi anche i giapponesi hanno dovuto arrendersi, il cd era entrato nel cuore della gente e sopravvive in varie forme persino oggi, negli anni della “musica liquida”.
Però certe volte i produttori si intestardiscono, e non ne vogliono sapere di rinunciare. Un caso emblematico è quello del desktop per pc, che ci accompagna ormai dai tempi di Windows 3.1, e per gli utenti mac da ancor prima. Il desktop – se state leggendo un blog online lo sapete già – è quello spazio di lavoro in cui posso creare collegamenti o “appoggiare” file che mi ritrovo continuamente sott’occhio quando riavvio il computer. Da sempre, il desktop ammalia anche i più ostici, che sentono nel riappropriarsi di quegli spazi una specie di supremazia sul sistema operativo. Nonostante varie leggende metropolitante, come quelle per cui un desktop troppo pieno rallenterebbe il pc, sono pochissimi quelli ch resistono alla tentazione di riempirlo di file e cartelle. Ho visto desktop talmente fitti che l’incona del mouse era una specie di striscia intermittente tra un’icona e l’altra. Ebbene, i produttori si sono messi in testa che il desktop non dobbiamo usarlo così. Che rovina il loro progetto grafico, che ci ingabbia in una serie di azioni ripetitive, che non ci fa sfruttare a pieno le funzionalità del sistema. Non lo so, ma fatto sta che già Windows XP provava a proporsi con una collina soleggiata con una sola icona. L’utente cfi metteva pochi minuti a disattivare la funzione. riposizionare lo sfondo con le vacanze a Gabicce e tornare a lavorare come prima. Sopportando però di tanto in tanto le proposte del sistema di cancellare le icone che – secondo lui – erano inutilizzate.
Windows 7 è ancora più autoritario, e nasconde le icone senza nemmeno chiederci il permesso. Come sempre in Windws è facile taroccare il sistema per fargli fare quello che vogliamo noi – forse è uno dei motivi del suo successo – per non parlare dell’ambiente Linux dove da tempo alcune distribuzioni impediscono di salvare icone sul desktop ( Unity sembra il non plus ultra di questa follia).
Ma cari produttori, quando vi arrenderete? Quando la smetterete di pretemdere di pensare per noi? A noi il desktop piace, e fino a quando non ci imporrete di guidare con una cloche al posto del volante, sceglieremo sistemi che ci permettono di convivere con il nostro amato disordine.