Il dibattito sulle unioni civili di questi giorni mi ha fatto tornare a riflettere sul fatto che in fin dei conti ho l’impressione che il vero problema della nostra cultura non sia tanto quello della paura della diversità, o di un’ermenutica rigida dei testi religiosi che si attiva solo quando fa comodo. Il disvalore più profondo che soggiace ad una certa visione del mondo (e non chiamatela cattolica, vi prego, perché di universale non ha proprio niente) è quella del maschilismo fallocratico più becero, per cui il vero uomo è quello che va le con le donne, e magari più di una. Fateci caso, quando i “difensori” della famiglia tradizionale attaccano le coppie gay, quasi sempre si rivolgono a coppie di uomini. Addirittura si arriva alla confusione tra la natura della parola “omosessuale” (omo=uguale, dello stesso tipo, simile) con quella di uomo (e se Benigni fa il verso ai mafiosi parlando di uomini sessuali ne “Johnny Stecchino” ci fa ridere, se lo dice un senatore della Repubblica vengono i brividi).
Quanti insulti vi vengono in mente rivolti agli uomini gay, e quanti alle donne gay? Non c’è bisogno di elencarli, ma a me risulta che i primi siano molto più numerosi. Ma se allora per certi senatori e per certi italiani che li votano gli uomini devono essere dei “macho”, allora non mi sento di contraddirli, ma di suggerire tanti altri settori, che non riguardano le scelte sessuali, in cui gli uomini potrebbe mostrare la loro virilità. Per esempio, visto che oltre alla fedeltà il matrimonio parla anche di coabitazione, certi veri uomini potrebbero evitare di dichiarare di vivere in città con i figli, mentre la moglie vive da sola nella casa al mare o in montagna, per non pagare le tasse sulla seconda casa. Il loro matrimonio prevede la coabitazione, ricordate? E poi il vero uomo non mente, vero?
Inoltre, certi veri uomini, potrebbero accettare che le loro compagne ad un certo punto decidano di intraprendere strade diverse. Non dico che non sia doloroso, sicuramente, ma un vero uomo di certo non si mette a picchiare una donna perché lei vuole lasciarlo. Figurarsi usare forma di violenza peggiore. Stiamo parlando di uomini con gli attributi, no? Saranno ben capaci di guardare oltre.
Aggiungo poi che il vero uomo è coerente con i suoi valori, e così come probabilmente non cambia squadra di calcio, così non cambia appartenenza politica per seguire convenienze e opportunità del momento. Stiamo parlando di uomini tutti di un pezzo, insomma! Mica di femminucce che si vendono per una poltrona da sottosegretario. Dico bene?
E ancora, i veri uomini potrebbero mostrare la loro virilità imparando a stirare (qui c’è un conflitto di interesse, lo so: se la virilità si misurasse in tecnica di stiro, John Holmes mi farebbe un baffo) per evidenziare la propria superiore forza biologica, e magari dare una ripassata al bagno e cucinare due spaghetti ogni tanto, se credono. Giusto per ricordare al mondo di che pasta sono fatti e di cosa è capace un vero uomo. E senza dover chiedere il permesso, perché si sa, l’uomo non deve chiedere mai.
Il mio è solo una modesto consiglio. Se davvero l’Italia è piena di superuomini, è arrivato il momento che mostrino il loro valore. Fuori dalla camera da letto, che quello che succede dentro, con tutto il rispetto, ci interessa poco.