Il giovane papà un po’ di ricordi sulle comunicazioni di massa ce li ha dai tempi dell’Università, e poi ha davanti agli occhi le immagini di bambini di pochi mesi imbambolati di fronte ai colori psichedelici di certe trasmissioni per l’infanzia.
Per cui si è procurato libri colorati, giocattoli, pupazzetti. Niente tivù. Poi però capita che siano passate le ventitre, la giovane mamma sia svenuta da qualche parte tra il bagno e la camera da letto e il giovane papà barcolli mentre i più piccoli scalpitino allegramente sul divano giocando a lanciarsi per terra. Allora ci prova,il giovane papà. Al diavolo la teoria ipodermica, al diavolo la scuola di Francoforte, al diavolo Popper. Chiede aiuto ai Teletubbies, i più hard-core tra gli stordisci bambini, o alla versione soft di Flimbles o dell’Albero Azzuro.
Macchè.
La giovane prole regge al massimo per un minuto, poi decide che era molto più divertente fare le capriole contro gli spigoli del tavolino o ingoiare pezzi di cartoncino. Forse i nostri figli non vedranno mai il Grande Fratello, sono una generazione oltre. Preferiranno fur paracadutismo senza paracadute o esplorare l’Amazzonia in skate.
Non so se per i giovani papà sarà tanto meglio.