1 febbraio
Quelli che guarderanno Sanremo da una parte, quelli che legittimamente non lo guarderanno dall’altra, lì in fondo che c’è parecchio spazio, si accomodino quelli che non vedranno il festival, ma ci tengono a far sapere al mondo che trascorreranno la settimana ascoltando rumba congolese, assistendo a performance di teatro sperimentale scandinavo e riscoprendo il troppo trascurato folklore kazako. No, mi dispiace, non c’è una pedana o un palco rialzato per voi, non c’è.
Non faccio in tempo ad avviare la lavastoviglie che mi ritrovo Achille Lauro in mutande che si battezza da solo circondato da coriste di colore. Ma che ci metteranno in questo brillantante da provocare certi effetti collaterali dico io…
La società Pantone© ha comunicato che due squadre di tecnici sono al lavoro per individuare con esattezza il colore dei capelli di Noemi. Si attendono i primi risultati già nella giornata di domani.
“Stai andando forte
Apri tutte le porte
Brucia tutte le scorte”.
Niente da fare, il risparmio energetico non è proprio nelle corde delle generazioni che ci hanno preceduto.
I Manowar arrivavano in teatro sulle Harley Davidson, i Maneskin sul trenino elettrico del portantino che carica i bagagli. Sono scelte.
Votantonio, votantonio, anzi no. La rappresentante di lista che evoca la fine del mondo con una canzone fatta con i piedi, con le mani ma soprattutto col c**o è lo specchio della crisi parlamentare dei nostri giorni.
Ma se vince Ranieri apre lui il prossimo concerto dei Rolling Stones?
La coraggiosa decisione di Blanco di tatuarsi sul collo la marca del suo frigorifero preferito.
2 febbraio
Papo, ti sei perso San Giovanni! Ah, ma io sono già battezzato, era ad Achille Lauro che serviva.
Stavo per fare una battuta sulla canottiera di Truppi, ma poi ho deciso di non scriverla perché era nera. No al suprematismo delle canottiere bianche!
Laura Pausini: le mie figlie non vogliono che faccia body shaming.
Giusto.
Vabbè.
In Emilia Romagna si mangia bene.
L’ho detto.
Da Sangiovanni decollato a Santa Emma décolleté è un attimo
Iva Zanicchi conduceva “Ok il prezzo è giusto” negli anni in cui per comprare un giornale servivano 800 lire, Bertolucci vinceva gli oscar con l’Ultimo imperatore e io ancora credevo che il Taranto prima o poi sarebbe andato in serie A.
Anch’io appena svegliato ho quell’aria li, poi mi lavo, mi rado, mi pettino e un po’ le cose migliorano #fabriziomoro.
Se non sapete cosa regalarmi, compratemi la t-shirt dell’artista che stasera mi ha colpito di più: RAGADI.
3 febbraio: riepilogo
Riepilogo prime due serate sanremesi (considerando che sono troppo vecchio per vedermi i cantanti dopo le 23 e troppo snob per rivedermeli su Raiplay):?
Sugli scudi
Iva Zanicchi: la canzone è brutta e fuori moda (semmai le canzoni brutte siano mai di moda), ma cavolo, ci voleva una signora che a 82 anni parlasse di sesso in terza età. Magari non lo faremo automobile o sulla lavatrice, ma fra trent’anni saremo tutti vegliardi – si spera – arzilli: in qualche modo dovremo pure passare il tempo, no?
Sui ceci
Achille Lauro ha questa straordinaria capacità di proporre soluzioni visive di impatto con appena trenta, quarant’anni di ritardo rispetto a musicisti di ben altro calibro che le hanno messe in scena prima e meglio. A questo punto ci aspettiamo il concerto non autorizzato sul tetto della casa discografica, la chitarra sfasciata in diretta e lo spuntino dark con il pipistrello (era pollo, ndr).
3 febbraio
Smettetela di ridere di Giusy Ferreri. Anche a me una volta si è strappata una giacca e sono momenti imbarazzanti
Ma questi due scappati di casa con il nome di un farmaco per la prostatite non sono i due che ieri accompagnavano Checco Zalone con i Ragadi? “Abbi cura di te”. Soprattutto dopo i cinquant’anni, sennò goodbye.
Fabrizio Moro è il Mandaloriano che si toglie il casco dopo cinque anni. Questa battuta è di mia figlia Martina che sta venendo su molto bene.
“Dove si balla” è la prima canzone che mi fa alzare dal divano. Solo per questo merita un premio.
L’idea di Irama di incatenarsi i capelli può essere un’idea contro l’allopecia.
Sarà una precauzione sanitaria perché quel microfono se lo smanazzano tutti, ma non ricordo un Sanremo con tanti guanti come questo.
Se sei stonato come una campana e vai a Sanremo, scegliere un nome d’arte come Rkomi per non farti riconoscere non è una cattiva idea.
Ma poi perché non si è trovato l’accordo su Gianni Morandi presidente della Repubblica che ero distratto?
“È questione di chimica” gliel’ha detto il chirurgo plastico alla Rettore per sconsigliarle di avvicinare troppo le labbra al fuoco
Io comunque spero che l’Europa ci consenta di spendere una quota del PNRR per tornare ad avere dei superospiti. Da “Enjoy the Silence” a “50 Special” fa male.
4 febbraio – Miglior testo
In attesa nella serata in cui, seppure indirettamente, le mie figlie – e i vostri – ascolteranno finalmente, seppure indirettamente, un po’ di Battisti, De Andrè, Bertoli e tanti altri artisti, ho deciso di stilare la mia classifica.
Siccome di musica non ne capisco niente e siccome sono uno che ancora crede che chi non ne capisce niente fa meglio a state zitto, non valuterò le canzoni, ma solo una parte di esse: i testi.
In fondo, con le parole ci lavoro da vent’anni, qualcosa avrò imparato. Eccole quindi in ordine inverso dalla quarta alla prima posizione.
Lettera al di là del mare” di Massimo Ranieri
La notte non finisce mai
L?America… lontana
Di là dal mare
Dove piove fortuna, dov’è libertà
E l’acqua è più pura di un canto.
Ed è silenzio tra due sponde
La terra un sogno altrove…
Finalmente una canzone che ha il coraggio di raccontare una storia che non sia la solita vicenda “amore mio perché non mi vuoi?” intrisa di melensaggini e romanticismi d’accatto. Che poi è la storia di tanti di noi, un secolo fa o giù di lì.
“Abbi cura di te” di Highsnob e Hu
(…) i sogni come te qualcuno aveva detto
che la mattina sveglio neanche li ricordi
e vincere battaglie non mi serve mica
perché questa è una guerra in cui si perde sempre
e lo perdo la testa come Oloferne
ho trovato la calma però non è niente di che
non ha niente di me
Ammetto che la citazione di Oloferne mi ha dato un brivido vero (altro che i falsetti di quei due in cima alla classifica veri come una banconota da 3 euro), ma in generale il testo è scritto con competenza metrica e un paio di immagini indovinate.
“Apri tutte le porte” di Gianni Morandi
A forza di credere che il male passerà
sto passando io e lui resta
mi devo trascinare presto fuori di qua
dal miei pensieri pigri nella testa
fare qualcosa
oppormi all’inerzia e alla sua forza
che rammollisce il corpo mio da dentro
mantenendo rigida la scorza…
Jovanotti è uno dei migliori parolieri in circolazione, e anche stavolta non si smentisce. Parole semplici, concetti profondi soprattutto nella strofa, il ritornello così così. Bravo.
“Dove si balla” di Dargen D’Amico
(…) Dove si balla
Fottitene e balla
Tra i rottami
Balla per restare a galla
Negli incubi mediterranei
4 febbraio
Il darwinismo ha i giorni contati.