Sembra passata una vita, ma meno di quindici anni fa (1993) il dibattito politico italiano si concentrò a lungo sulla sfida per la carica di sindaco di Roma. Da una parte c’era il terribile Fini, del Movimento Sociale, il pupillo di Almirante, uno che se non fosse stato per Tangentopoli probabilmente sarebbe rimasto confinato ad un 4% di nostalgici; dall’altra il promettente Rutelli, radicale, ambientalista, difensore dei diritti civili, un democratico all’americana insomma. Proprio in quell’occasione il Padrone si sbilanciò dichiarando le sue preferenze conservatrici (ufficialmente allora era ancora socialista) affermando che se avesse votato a Roma avrebbe scelto Fini. Vinse il promettente Rutelli, governò fino al 2001 quando non decise addirittura di candidarsi come premier prendendo una sonora legnata che avrebbe dovuto sopire le sue ambizioni. Oggi, in occasione del referendum sulla procreazione assistita, il destrorso Fini dichiara che invitare all’astensione è diseducativo, difende la laicità dello stato e annuncia che voterà 3 sì; il sinistrorso Rutelli afferma che non andrà a votare perché ci tiene al voto clericale (non ha detto così ma la sostanza è quella). Capite allora che un trentenne che a 18 anni era sicuro e deciso (con Rutelli) oggi si sente in crisi: condivido in tutto e per tutto le affermazioni di Fini. SOno io che sto diventando di destra o lui che si sta spostando al centro? E soprattutto,la troviamo un’altra occupazione per Rutelli o continuamo a permettergli di far danni?