Si parla frequentemente di crisi del mercato dei lavoratori, e ciò pensato l’altra mattina in un bar.
Non so se vi capita mai di osservare con attenzione dietro i banconi di un bar – succede anche con le farmacie e con i negozi di scarpe, ma i miei preferiti sono i bar – e rendervi conto di quanti strani strumenti non avete mai visto in funzione. A che servirà mai quella cassetta di plastica con il caffé in chicchi, se da anni avete da sempre visto preparare l’espresso direttamente dalla moka già macinata? E quelle sostanze fosforescenti che d’estate ballonzano in frullatori anni sessanta, saranno davvero frullati oppure servono a scacciare le zanzare? E sotto il bancone? Cosa c’è lì sotto? Cosa ci nascondono? Forse un macinacaffé arrugginito? Forse una cassa di cedrata marrone? Forse un pacco di giornali che serve a bilanciare la gamba del tavolo?
Vi starete chiedendo cosa c’entra tutto ciò con la crisi. Ebbene, l’altra mattina pensavo che precari, stagisti, collaboratori a progetto, sono come quei giornali sotto il bancone.
Non si vedono e a volte facciamo finta che non ci siano, ma senza di loro la baracca non starebbe più in piedi, e il barista dovrebbe ricordarsene, ogni tanto.
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Sia maledetta Rai Sat
Possano le tue antenne arrugginirsi, attorcigliarsi su se stesse e diventare polvere in pochi minuti.
Possa tu scomparire da tutta la programmazione televisiva per i prossimi cinque secoli.
Possa essere colta da orticaria la mano di tutti coloro che cercheranno di selezionare i tuio programmi con il telecomando.
Possano i tuoi dirigenti essere coinvolti da una job-rotation che li ricollochino come paarcheggiatori abusive nelle periferie di Calcutta.
Possa il tuo responsabile del palinsesto essere sostituito da un software che manda registrazioni di varietà anni sessanta a casaccio e finire come allenatore dei raccattapalle in terza divisione.
Rai Sat, non ti voglio sul satellite, non ti voglio sul digitale terrestre, non ti voglio nemmeno sulla quinta pagina dei giornalini dei programmi televisivi.
Voglio che tu scompaia per sempre nell’oblio delle emittenti televisive gestite da incompetenti.
PS Per chi non cogliesse lo sfogo: da un paio di settimane i playoff di C-1 di calcio non vengono più trasmessi in diretta sulle emittenti locali per "il diritto di prelazione" esercitato da quei carciofi andati a male dei dirigenti di Rai Sat. I quali trasmettono il giro d’Italia in diretta sia su Rai Tre che su Rai Sat, per mandare poi i play-off in differita all’una di notte.. Sdoppiano quindi un programma che fa il 2% di share (con tutto il rispetto per il Giro d’Italia ormai sono più interessanti gli spot dimagranti) per il gusto di fare dispetto alle emittenti locali.
Come direbbe Cetto La Qualunque, non vi sputo sennò vi profumo.