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L’upgrade del degrado

Qualche sera fa sono passato davanti a Porta Galliera, di fronte alla stazione, e sono stato piacevolmente sorpreso osservando un leggero miglioramento rispetto al passato, in cui l’area era zona franca di spacciatori, tossicodipendenti, prostitute.
Sto attento a cantare vittoria, però: altre zone, come l’ex ghetto ebraico, sono latrine a cielo aperto, alcune aree della zona universitaria dopo il tramonto sono fortemente sconsigliate, per non parlare poi dell’ultimo tratto di Massarenti, che ricorda certi film anni settanta ambientati negli slums di New York.
 Allora? Allora mi sento di dire che le politiche a Bologna (ma credo che la situazione sia analoga altrove) il degrado non lo combattono, lo spostano: si lamentano i comitati di quartiere, spostiamo i tossici di là. Ci sono troppe prostitute in quella strada, facciamo in modo che vadano in un’altra.
Ma è mai possibile che il degrado, anziché spostarsi, si elevi di grado?

Povero Fantozzi

Ultimamente mi capita di guardare molto poco la tivù (più per ragioni tecniche che per snobismo) e quelle poche volte che mi capita resto a dir poco perplesso. L’altra sera facendo zapping mio sono trovato di fronte ad una scena di questo tipo: fotografia forzatamente luminosa stile Mulino Bianco, muischetta insulsa di sottofondo, dialoghi di una profondità tale che in confronto Beautiful sembra Beckett.
A recitare…insomma sulla scena c’era un ex del Grande Fratello, un ex Velina ed il povero Villaggio. Ma insomma, non si può far nulla per impedire questo scempio? Come può un attore che negli anni settanta e ottanta – piaccia o no – ha rappresentato con il suo sarcasmo certe realtà italiane, ridursi così? Magari sono stato sfortunato io e ho preso proprio la scena peggiore. Il lavoro quando è onesto è sempre dignitoso.
Ma tra una velina e grande fratello quel Fantozzi stanco e opaco mi ha messo tristezza…