La morte è un tema ricorrente nella letteratura e non potrebbe essere altrimenti. Può essere un espediente da cui partire per svelare un delitto, come nel caso della letteratura poliziesca, può essere un’occasione per raccontare i sentimenti di chi sopravvive ad un lutto, può essere anche un modo di immaginare a cosa ci sia dopo, se un qualcosa c’è.
Parlare della morte serve in fondo a esorcizzarla, a parlare della vita, di cui la morte è solo una fase. Ebbene, “L’armonia dei sogni spezzati” è una raccolta di racconti di Fabrizio Carollo che mi ha colpito particolarmente proprio per la capacità di raccontare con uno sguardo originale delle storie in cui il tema della morte è preponderante. Non vi aspettate elucubrazioni filosofiche o melense pagine strappalacrime: qui siamo nell’ambito della letteratura fantastica dove il confine tra reale e sogno, fantasia e allucinazione, presente e futuro è labile.
E l’abilità dello scrittore sta proprio nel prenderci per mano con una lingua asciutta e accurata e accompagnarci in cinque storie che più che di paura sono intrise di malinconia. A proposito delle storie, non accennerò alle trame perché il gusto dell’autore è proprio quello di sorprendere con finali che capovolgono le nostre previsioni e i nostri pregiudizi. Ci sono personaggi sperduti in deserti sconosciuti e pugili sfiniti dalla vita, ci sono studenti che ripercorrono i corridoi della propria scuola e innamorati delusi che cercano una soluzione definitiva al loro dolore. I racconti, in definitiva, mi sono sembrati soprattutto un inno alla vita nelle sue innumerevoli forme. Perché, sembra dirci l’autore, se arriva il momento in cui, come un ladro nella notte, la morte interromperà il nostro percorso, allora questo è il motivo migliore per godercelo appieno, questo viaggio senza aspettare o rimandare a chissà quando.