Avevo previsto la vittoria del centrosinistra, posso dire di aver avuto ragione, anche se in tutta sincerità mi aspettavo 3-4 punti di scarto perché non credevo possibile che più dell’80% della popolazione andasse a votare. Ma questo è un bene, perché l’astensione, checchè ne pensino certi strateghi da referendum, non è mai un buon segno. Non è un buon segno neanche che la maggioranza al senato del centrosinistra sia praticamente nulla: 3 senatori di scarto significa che basta un’influenza non bipartizan per mettere il governo sotto. Difficile durare 5 anni con questi numeri.
Un aspetto positivo tuttavia c’è: l’assenteismo dei senatori diventerà pesantissimo, in queste condizioni, per cui certi politicanti abituati a passare più tempo in televisione che nelle aule di Palazzo Madama dovranno necessariamente cambiare abitudine.
Certo, con ogni probabilità nel giro di pochi mesi si formerà prima il gruppo misto e poi qualche travaso di centristi che salteranno da destra a sinistra, come da abitudine nel nostro paese. Ma come insegnava Beccaria, i pentiti sono comunque dei traditori, per cui meglio non fidarsi troppo. Altro che pianisti: se il centrosinistra vuole reggere, bisognerà che di tanto in tanto riesca a far votare a favore anche i senatori assenti tra gli avversari, e sperare che Ciampi non venga rieletto.
Un senatore a vita in più nelle proprie fila, con questi numeri, può tornare utile…