Tutte le volte che vedo pubblicate sui giornali o mandate in onda in televisione le immagini degli Ufo penso: ma questi qui non si evolvono?
Avevano i loro dischetti volanti un secolo fa, quando noi giravamo in carrozza o al limite su cassettoni a due tempi. Noi adesso andiamo a gpl o metano con macchine dotate di ogni confort, abbiamo autoradio e aria condizionata, e questi qua ancora con i loro dischetti demodé?
Per carità non sono scettico in linea di massima rispetto alla presenza di vita aliena ma occorre che l’immaginario si aggiorni altrimenti continueremo ad avvistare sempre dischi volanti dei primi anni cinquanta
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Buon Natale – 2004
Mina era triste e scoraggiata, quella sera. Aveva fatto un migliaio di chilometri, quel giorno, aveva le ruote le che le fischiavano e un paio di finestrini bloccati, e la ruggine, con quella umidità, non le dava pace. Mina (abbreviazione di Ultimina) era da sempre in coda all’Intercity 565. Sempre in coda, sempre ultima carrozza, spesso non riusciva neanche a entrare in stazione, e i suoi viaggiatori inveivano e sbattevano i pugni contro i suoi vetri perché erano costretti a scendere sulla ghiaia. Sognava di guidare il convoglio e sfrecciare sulle rotaie come Tore, ma il destino con lei non era stato generoso.
Non ce la faceva proprio più. Anche Dino era sempre in fondo, non riusciva mai a scorgere cosa ci fosse oltre la finestra, lui che era il primo gradino della scala si prendeva sempre una sacco di pedate senza mai l’ebbrezza dell’altezza, scorazzato di qua e di là con i suoi compagni di scala dagli operai. Anche per lui era una solita, noiosa serata di lavoro: ormai sperava solo di venire buttato via e diventare legna da ardere. E lavorava anche Gina, l’ultima pagina dell’orario ferroviario, quella più stropicciata, più sgualcita, in coda alle tabelle vere e proprie, la pagina meno consultata, visto che conteneva pubblicità, anche lei, dimenticata sul sedile della sala d’aspetto, non aveva una gran voglia di andare avanti. Ma quella notte accade qualcosa di magico. Mina riuscì a scorgere un gran movimento in stazione, la gente si accalcava per vedere, c’erano delle luci… Un presepe! Anche Dino riuscì a vederlo, nella sua posizione bassa, poteva vedere quelle statuine e quella grotta che gli operai avevano costruito anche con il contributo suo e degli altri gradini della scala. E Gina, lo vide anche lei, fu una fortuna che avessero dimenticato l’orario aperto, così, su quel sedile…Videro la grotta, il bambino, Maria e Giuseppe, i pastori…E quella stella luminosa e meravigliosa che svettava in cielo, con quella bellissima coda di luci. Una voce disse loro: ci sono milioni, miliardi di stelle. Se questa è più importante delle altre, se questa si distingue, se questa è stata un segnale per i Re Magi, è perché aveva dietro una coda, aveva qualcuno che la accompagnava.
A tutti quelli che hanno l’impressione di stare sempre dietro, di essere sempre in coda: Buon Natale.
Le stelle che vi precedono sarebbero puntini anonimi nel firmamento, senza di voi. Auguri.