Leggendo oggi un articolo di Mura sulla Repubblica, mi è venuto in mente che lo "stile Ambrosini" potrebbe effettivamente dilagare nelle pubbliche relazioni italiane.
Ambrosini, per intenderci, è il lord del Milan che ha esposto lo striscione "Mettetivi nel … lo scudetto". Poi ha chiesto scusa, ovvio. Però intanto ha raggiunto il suo scopo. Pensiamo a Casini, che so, che manifesta ad Arcore con la sciarpa "Levati dai cxxxxxni, vecchio", oppure a Mussi con la bandiera "Partito Democratico di mxxxa".
Oppure a Zucchero che canta "Renato Zero mi fa cagare, oh yeah, baby, cagarissimo".
Ci trasformiamo insomma da politici, artisti, cittadini insomma, a tifosi. Con tutto quello che ne consegue. Lo trovate divertente?
Allora preparate le molotov per la prossima riunione di condominio…
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Se non dite chi siamo, vinciamo!
Mi fa sorridere il dibattito in corso in questi giorni nella Caserma delle Libertà. Riconosco che il centrodestra stimola maggiormente la mia fantasia rispetto al centrosinistra che al contrario mi deprime. Ebbene, il dibattito di questi giorni è sulle cosidette liste dei governatori, che pare saranno consentite in alcune regioni, in altre no. Lo stesso identico candidato, con lo stesso identico programma, con la stessa identica cultura politica, vorrebbe insomma presentarsi agli elettori nascondendo – di questo si tratta – il nome dei partiti che lo sostengono. Scienziati della politica affermano infatti che con la lista dei governatori “si fanno più voti”. Ma in che stato siamo finiti, se i politici per prendere più voti, devono nascondere il loro partito? E soprattutto che razza di elettori siamo, se non votiamo Pinco Pallino se si candida con Forza Italia, ma lo votiamo se si candida con la lista Pinco Pallino? Una volta Casini affermò che gli exit-poll non erano credibili, perché gli italiani si vergognavano di dire che votavano DC. ALtri tempi…?