Nel suo ultimo singolo Irene Grandi manda tutti a quel paese, che brucino o finiscano sotto il tram, augura sciagure a mezzo mondo (anche di cattivo gusto, mi riferisco a quel “crolli il grattacielo”),ma in fondo glielo si può perdonare perché non si vedevano tanti congiuntivi corretti in una canzone dai tempi di Lindo Ferretti.
Quello che però è più difficile perdonarle è al sua idea di aiutare i giovani che non hanno niente spupazzandoseli a letto e facendo cose strane con i loro profondi amori. Idea che sa di buon selvaggio e di filantropismo allupato. Cara Irene, per aiutare i meno fortunati si può sostenere l’Amref o Emergenzy, Amnesty International o la Caritas e chissà quante altre associazioni benefiche.
Non c’è bisogno di esuberanza ninfomani
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Sul concerto del primo maggio
Terrorista, per il dizionario De Mauro, è chi fa parte di un gruppo o di un movimento politico che si avvale di metodi illegali ed efferati per sovvertire il regime politico esistente
Stupido è chi è tardo nel comprendere, ottuso di mente, poco intelligente.
Secondo me, fare delle battute di cattivo gusto, superficiali, grezze, offensive, fuori
luogo,inappropriate e che soprattutto non fanno ridere è stupido. Soprattutto in un’occasione
importante come quella del Primo Maggio. E’ stupido, ma non terrorista. Non confondiamo le due
categorie: se dovessero coalizzarsi sarebbe davvero un bel guaio.
La naturale regolarit
Fa sorridere, se ci fate caso, che in un mondo dove la volgarità verbale è considerata efficacia comunicativa, dove bestemmiare fa molto trendy (tranne che nei reality show), dove più si è espliciti meglio è, ci sia ancora un universo che si oppone alle orde barbariche del cattivo gusto anche se non sappiamo per quanto reggerà.
Mi riferisco al mondo pubblicitario ed in particolare alla "bodycopy", cioè al testo che accompagna un’immagine; nel caso video, sarà la voce fuori campo che accompagnerà lo spot.
In natura non esistono liquidi organici blu (in caso contrario, fatevi visitare subito da un medico!) eppure i pannolini sono sempre macchiati di blu; le donne feconde circa una volta al mese sono soggette a mestruazioni, ma la parola è tabù per cui si parla sempre di "quei giorni"; di recente poi è apparsa la meravigliosa "naturale regolarità".
Mi riferisco ad uno yogurt che – se mantiene le promesse – fa cagare. Letteralmente. O, se vogliamo essere meno volgari, stimola la defecazione. Non mi piace la volgarità, ma ammetterete anche voi che un eccesso di perbenismo è stucchevole.
O, se preferite, "aiuta la naturale regolarità"
No Martini, no party.
In Papa Arinze c’ho sperato poco, dirò la verità. Era una specie di sogno che covavo ma che sapevo non si sarebbe realizzato: non dirò che la chiesa è razzista perché non è vero, ma certo qualche imbarazzo un pontefice nero l’avrebbe creato, ne sono sicuro. Non ho coltivato questo sogno con molta convinzione perché sapevo di avere poche possilità di vederlo realizzato, ma neanche ero pronto ad una simile delusione. Ratzinger? Ratzinger? Se me lo avessero detto un anno fa avrei pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Ho pregato per Martini con tutte le mie forze, ma non è bastato, e non riesco a unirmi al coro di entusiasmi. Addio matrimonio per i preti, addio donne sacerdote, addio sacramenti per i divorziati, addio maggiore collegialità. Non dirò che si apre un nuovo medioevo, ma certo se penso al cardinale Ratzinger penso alla nostalgia per la messa in latino con il sacerdote che volge le spalle all’assemblea; penso all’idea di cristianità come unica e sola verità (il che lascia intendere che le altre sono solo menzogne); penso al rifiuto della modernità. Il cardinale Ratzinger è un assolutista, nel senso che si oppone non solo al pensiero debole ma più in generale a quel relativismo che da Einstein in poi ci ha insegnato che tutto è relativo, persino il tempo, figuriamoci le idee.
Se penso al cardinale Ratzinger. Ma adesso non devo pensare più a lui, devo pensare a Benedetto XVI, e dargli fiducia. Che Dio ci benedica, ne abbiamo bisogno.
Il brutto ci sommergerà
Il brutto avanza, si infiltra, ci coglie alla sprovvista e ci imbarazza con la sua schiacciante e definitiva ripugnanza. Guradate questa foto.
Non credo si tratti di un bunker antiatomico, nè di una sede militare. Forse, spero, sarà una clinica, o forse un centro di recupero. Di sicuro non posso pensare che ci siano persone disposte a pagare per vivere in un’orrenda accozzaglia architettonica come questa. Non vi dico dov’è, perché non voglio scatenare cortei di protesta nè sguardi curiosi: e poi sarà lei, questa costruzione ributtante eretta qualche tempo fa a Bologna, a trovare voi, con il suo carico di cattivo gusto, le sue tonnelate sgraziate, il suo apparato di concezioni abominevoli.
Che ci siano architetti folli, si sa (a parte il fatto che questa costruzione, secondo me, è stata disegnata da un dentista in preda ai fumi dell’oppio), ma quello che mi chiedo è: avranno pure dovuto chiedere il permesso, no? Saranno andati dal sindaco, a dire, vogliamo costruire un orripilante rifugio antiatomico nella prima periferia di Bologna, possiamo? E il dramma è che qualcuno gli ha detto sì. Non so, quando le nostre case saranno bombardate e rase al suolo dai marziani, e quello stomachevole cumulo di pietre antiestetiche sarà rimasto in piedi, potranno dire di avere ragione loro.
Fino ad allora, no.