Immaginate di entrare in un bar di cui siete affezionato cliente, ci entrate tutti i giorni da vent’anni, conoscete il proprietario e la sua storia. Chiedete un caffé, il barista vi fa attendere, poi sbotta, poi serve altri due clienti facendogli pagare il caffé 50 centesimi, ad uno che non s’era mai visto prima glielo offre gratis. Quando voi vi agitate un po’, finalmente il barista vi dà il caffé e ve lo fa pagare 3 euro. Sembra fantascienza? In realtà è quello che fanno continuamente i gestori di telefonia e servizi annessi o le utilities (luce, gas). Per i nuovi clienti offerte, sconti e promozioni. Per i vecchi niente, si attacchino, a loro tocca pagare di più per un servizio più scarso. Dov’è l’inghippo, allora? Il problema è che il barista maleducato lo saluti e cambi bar, cambiare fornitore è un dramma che può raccontarvi solo chi c’è passato.
Ricordate, gente, prima di accedere ad una nuova promzione, che tutti, prima o poi, diventiamo vecchi clienti….
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La Cina ? vicina…
Sabato mattina ho scoperto che le pila della mia videocamera (di quelle piccole e piatte, sembrano pastiglie e servono solo a memorizzare data e orario) era scarica. Esco per comprarne una nuova, mi avvio versi il negozio di Computer Discount ma, cosa vedo, sono ormai passate le 12,25 e i solerti dipendenti hanno già chiuso la serranda con precisione più italiana che Svizzera. Si sa come sono gli stipendiati, poca voglia e che si venda o no poco cambia; allora vado da un negoziante di hi-fi, qui c’è il professionista che deve conquistarsi il pane giorno dopo giorno, qui troverò quel che cerco, questi non chiudono mai. Infatti è aperto, ma strabuzza gli occhi quando gli parlo della pila tipo calcolatrice, siccome sono preparato all’evenienza mi sono portato dietro quella scarica, gliela faccio vedere, no no, io non ne vendo, niente. Quasi gli avessi chiesto un chilo di carciofi, magari mi avrebbe risposto meno seccato.
Sto ormai per tornare a casa, quando mi rivolgo ad uno di quei negozietti che sono apparsi come funghi negli ultimi tempi. Niente insegna, niente pubblicità: si capisce che vende un sacco di roba. Casalinghi, ferramenta, giocattoli, di tutto. E’ il negozio di una famiglia orientale, probabilmente cinese. Chiedo le pile senza troppa convinzione. Ce le ha, e me la vende a 30 centesimi. Magari fra tre giorni è scarica, ma se penso ai 5 euro che ho pagato quella di marca dal fotografo, sono comunque contento. basta una mattina in giro a capire l’origine della nostra crisi, più che decine di commentatori economici…