Appaiono improvvisamente con il loro comunicato in mano, il volto scuro, l’aspetto tenebroso.
Nessuno li ha mai visti prima, nessuno sa chi siano, vederseli così, piombare in salotto mentre leggono ossequiosi le righe che il comitato di redazione ha passato loro fa un po’ impressione.
Sono quei giornalisti di retroguardia, che magari fanno un lavoro prezioso e ricoprono un incarico redazionale importante, che appaiono in tivù solo quando c’è sciopero, per annunciare che il telegiornale non c’è, per questo e quell’altro motivo. Sono gli unici che godono di un momento di popolarità in una circostanza per altro sfavorevole, chissà, forse chiamano gli amici, accendete la televisione che oggi leggo il comunicato dello sciopero, proprio io, non ci crederai!
Detto questo, condivido le motivazioni con cui i giornalisti hanno scioperato ieri (non avendo un contratto da giornalista, posso limitarmi al sostegno morale), cioè contro la norma voluta da Mastella contro le intercettazioni. Non ne conosco bene i dettagli, ma dall’indulto in poi ho imparato che da Mastella non può venire niente di buono, per cui va bene lo sciopero…