Ve la ricordate, l’audiocassetta? Sì d’accordo, la qualità era pessima, il fruscio trasformava una canzone nell’eco di una conchiglia in riva al mare. Per non parlare delle copie, poi: man mano che si duplicava, il fruscio aumentava, fino a ricoprire del tutto le voci e la musica originale. Però l’audiocassetta ci rendeva creativi: chi non ha mai fatto la compilation con le canzoni d’amore per la compagna delle medie, quella tosta per stupire l’amico, quella con le canzoni impegnate da sfoderare magari durante un’occupazione liceale?
I ragazzi di oggi hanno milioni di brani sui loro lettori, e non selezionano più. Hanno tutto, lo subiscono incapaci di imporre la loro personalità su quei sessanta, novanta minuti al massimo di musica registrata. Ragazzi, tornate alle playlist.
La vita è troppo breve per sprecarla ascoltando milioni di canzoni brutte che nessuno ha scelto per voi.