Ahmed Ismail Jatib aveva 12 anni, e chissà quante speranze davanti a sè. Forse voleva fare il pilota, o forse l’architetto, o il musicista.
Chissà.
Non ci sarà dato saperlo perché Amhed è stato assassinato sabato scorso dall’esercito israeliano. L’unica colpa, quella di giocare con un fucile giocattolo, in una terra dove il gioco, il fare finta che, l’immaginazione e il sogno sono stati banditi da decenni. L’hanno scambiato per un estremista palestinese, bum bum, addio architetto, addio pilota, addio Ahmed. Di bambini ammazzati nell’indifferenza collettiva ce ne sono tanti, troppi: sia che lancino pietre o che giochino alla guerra perché non hanno visto altro in vita loro, troppo spesso trovano un eroico difensore della libertà occidentale pronto a trivellargli le budella.
Ma Ahmed non era un estremista, e neanche i suoi parenti. Hanno deciso di donare gli organi che salveranno alcuni ebrei, visto che il bambino era stato trasferito in una struttura israeliana. Chissà che questo gesto immenso non serva a far riflettere il prossimo eroe che si sente tanto fiero del suo mitra e lo faccia esitare un istante prima di fare di nuovo bum bum contro una creatura innocente.
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Nomen omen
Come lo chiamiamo, allora, questo centrosinistra? Gad non va bene, sarà anche un nome di sinistra ma tanto il voto di Lerner già ce l’abbiamo e i Gad in Italia sono pochini. Seguendo questa logica tanto vale chiamarlo Maria, così si raccoglie il voto cattolico e quello antiproibizionista. Ulivo no, a Rifondazione ricorda un passato spiacevole e a tutti gli altri ricorda Rifondazione. Uliveto potrebbe essere una buona alternativa e si raccoglierebbe pure qualcosa con lo sponsor: ma l’uccellino saputello sulla spalla di Prodi è poco gratificante per l’elettorato, che già adesso vorrebbe impallinare il pennuto, e pazienza se ci scappa pure un colpo a Del Piero.
Allora Alleanza, bello, biblico, solo che ci sono già le assicurazioni con questo nome, il secondo partito del centrodestra e chissà cos’altro. Per non parlare di quella Alleanza Democratica che doveva sancire l’accordo tra Segni e Occhetto nel 94 e che vedeva tra i suoi promotori niente meno che Ferdinando Adornato (brrrr…).
Una modesta proposta per il centrosinistra: per un attimo cercate di uscire da questa logica da marketing in comode dispense con videocassette, e lasciate perdere il nome. Dateci un programma. Fate nascere questa creatura; per battezzarla ci sarà tempo.