La notizia è di quella che farà gioire parte della popolazione bolognese più anziana: le iscrizioni all’università, quest’anno, sono calate di oltre il 10%. Questo vuol dire meno gente che riempie le osterie la sera disturbando le repliche delle fiction, meno bici in giro che attraversano i viali e infastidiscono la circolazione, meno gente in autobus che non vuole cedere il posto, meno fila al supermercato, meno concerti musicali in centro.
Che bello: Bologna diventa sempre più Chianciano e sempre meno Barcellona.
Con una piccola controindicazione, però: chi lo racconta a quegli anziani contenti che adesso uno su dieci di loro non riuscirà più a subaffitare in nero una stanza a 500 euro?
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Mi vien da dire basta
Odio i tormentoni, quei modi di dire che si insinuano tra le pieghe di una lingua e cominciano a riprodursi spasmodicamente senza che nessuno riesca a capire perchè e quando è partita la loro diffusione. Ho già parlato, in questo blog, del virus dell'”assolutamente sì”, adesso vorrei soffermarmi su un’altra formula virulenta, il “mi vien da dire”, con le varianti “mi vien da pensare”, “mi vien da chiedere”. Cosa c’è dietro questo virus? Il tentativo, che alla nostra lingua riesce molto bene, di deresponsabilizzare il soggetto. Noi italiani spesso il soggetto lo sottointendiamo, oppure lo camuffiamo dietro le forme impersonali (es. “Si dà comunicazione che a partire…per non dire chiaramente che il Comune, o la Provincia, comunica che…). Pensate all’inglese I like you: in italiano il fatto che “io” soggetto “apprezzi” te complemento oggetto, diventa un complicato “tu mi piaci”, dove la responsabilità del gradimento viene scaricato non su chi gradisce, ma su chi, incolpevolmente, è gradito. Il “mi vien da dire” ha origine dal “mi vien da ridere” o “mi vien da piangere”: in quei casi, tuttavia, davvero il soggetto non è responsabile, perché il riso o il pianto sono espressione di sentimenti che possono sorgere incontrollati, irrazionali, attribuibili ad altro. Ma se vuoi dire qualcosa, la dici e basta, sei tu che agisci: non ti viene da dire, non esiste un entità superiore che ti fa parlare: lo dici, e te ne assumi le responsabilità.