Appena un bimbo nasce, nascono e crescono con lui tutti i paragoni possibili tra il suo aspetto fisico e il suo parentato fino alla terza generazione.
Ma in fondo al giovane papà piace sentirsi dire che il pargolo ha il suo taglio degli occhi, o quell’espressione imbronciata, o il modo di gesticolare. Sono eredità leggere, queste. A meno che uno non abbia un residuato bellico al posto del naso o due orecchie che fanno provincia, tutto sommato si può lasciare alla prole qualcosa di sé senza farsi troppi scrupoli. Il problema sorge invece quando, crescendo, i paragoni nei confronti dei figli coinvolgono aspetti del carattere.
A quel punto il giovane papà entra in crisi, fa esame di coscienza e si domanda se non possa essere lui ad aver trasmesso quell’aria contestatrice ed anti-autoritaria. E terrorizzato si domanda se la bimba acquisirà pessime caratteristiche e orribili modi di fare quali il dire sempre quello che pensa, lo schierarsi apertamente contro i più forti, seguire ostinatamente quello che ritiene giusto più che quello che ritiene opportuno.
Capite che per il giovane papà è un fardello troppo pesante da portare: e se prende da me?, si ripete con le mani tra i capelli e l’ansia che il figlio possa pensare di sè ciò che in gioventù si è pensato dei propri genitori.
Per fortuna i geni si mescolano per bene, e il giovane papà si rassicura pensando che un po’ di televisione commerciale e qualche reality basteranno a smussare certi spigoli caratteriali e a fare della prole una docile e produttiva unità.
Intanto pensa di nascondere i cd di Gang, CCCP e Modena City Ramblers e di sostituirli con l’opera omnia di Amedeo Minghi.
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Porno oppio dei popoli
Ho sentito ieri su Radio Due un racconto della vita attuale in Pakistan da parte di una professoressa italiana che lavora a Laore.
Alcune notizie sono già risapute: censura dei giornali, censura dei canali televisivi non filogovernativi, censura di alcune emittenti internazionali (CNN, SKy,eccetera) visibili dalla parte borghese della popolazione, quella che conosce l’inglese. Quello che non sapevo e nemmeno imaginavo è che per distrarre la popolazione in televisione stanno trasmettendo programmi a forte contenuto erotico.
Immaginate un paese islamico ortodosso che impedisce ad un uomo e ad una donna di stare insieme sullo schermo, che improvvisamente trasmette in televisione scene di uomini e donne che non solo stanno insieme ma, come dire, stanno piuttosto vicini. Porno oppio dei popoli, sembra quindi essere la regola del ventunesimo secolo.
I poveri pakistani accendono la televisione e di fronte a tutto quel ben di Dio (che DIo mi perdoni l’espressione) restanto tramortiti, incuriositi, stimolati forse, ma certo preferiscono starsene in casa piuttosto che manifestare.
Mi spiego così anche l’Isola dei famosi e tutte le sottospecie di reality-show…
Le strampalerie del Livorno
Sicuramente rallegrarsi, entusiasmarsi e sentirsi felici per un risultato calcistico è infantile. Se poi a vincere non è la propria squadra (il Taranto ha perso anche ieri, stiamo per dare l’ennesimo addio al professionismo, l’anno prossimo si torna a giocare con le squadre rionali) ma una squadra che neanche si conosce bene, come il Livorno, davvero bisogna riflettere. Ma volete mettere la soddisfazione di veder perdere il Milan contro la tifoseria più divertente -la trovata delle bandane è la più spassosa viste finore- d’Italia? Volete mettere il piacere di vedere la fantasia, l’estro e l’inventiva di Donadoni, uno che anche quando era al Milan ha preso le distanze dalle scelte politiche del presidente, contro gli schemi, la quadratezza e la pesantezza di una persona che trasuda servilismo come Ancelotti? Insomma, forza Livorno, la vittoria di ieri è stata la migliore soddisfazione calcicistica di un anno poverissimo. E non ha significati politici: se il Livorno fosse stato l’espressione della sinistra, avrebbe giocato in nove perché in due si sarebbero ritirati, avrebbe segnato un paio di autogol, avrebbe avuto un paio di giocatori indecisi se passare al Milan (così, su due piedi, durante la partita), non avrebbe esultato dopo il gol per senso di responsabilità istituzionale, avrebbe regalato il pareggio alla fine per pacificazione, avrebbe perso la metà del tempo a discutere su chi dovesse battere i calci d’angolo e soprattutto, mai, mai, in nessun caso, avrebbe vinto: gli sarebbe sembrata una strampaleria.
Si comincia!
Finalmente sembra che io sia riuscito, grazie alla pazienza del mio fornitore di hosting (non fate quell’espressione interdetta, è la società che mi affitta questo spazietto su Internet: non so come tradurlo in italiano, affittaserver?) e grazie anche a dblog, il software libero che ho scaricato e sembra funzionare benino e di cui ringrazio pubblicamente l’autore, a mettere su uno spazio veramente interattivo.
Per cui, d’ora in poi, oltre a leggere le vanagloriose elucubrazioni sull’universo, potrete commentarle, inserire le vostre, partecipare a sondaggi. Basta registrarsi.
Insomma, un Bel Labirinto di Opinioni Genuine.
Un blog.
Il nostro.
A presto!